Si è allargato il fronte del “No alle Trivellazioni”. Infatti, i Sindaci delle città rivierasche della Puglia, della Calabria e della Basilicata, raccogliendo il testimone delle città dell’Abruzzo e dell’Emilia affacciate sull’Adriatico, confluiscono sul lungomare di Policoro per manifestare contro le dieci trivellazioni dei fondali Jonici che il decreto Ministeriale Via del 12 giugno avrebbe previsto. Infatti, su istanza “d 79F. R-EN” presentata il 24 marzo 2011 dalla Società Enel Longanesi Developments Srl, partendo da una operazione di rilevamento sismico 3D su 350 kmq con meccanismo Airgum, si effettuerebbe attività di ricerca di idrocarburi al largo della costa salentina lungo una superficie, di circa 750 kmq, compresa tra il Capo di Leuca e Rossano Calabro.
Naturale che, contro gli interessi economici legati alla ricerca devastante di idrocarburi da questi fondali ancora immacolati, si sia già proiettata a Roma, presso il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, una delegazione di amministratori locali dei comuni di Policoro Taranto e Rossano che, con a capo l’assessore all’Ambiente Aldo berlinguer, ribadendo l’appello al Ministro Galletti del Presidente della Regione Basilicata Pittella, hanno confermato un deciso No alla ricerca di idrocarburi dell’Enel Longanesi Developments Srl.
Essendone derivata una assicurazione riguardo alla apertura del richiesto dialogo circa le motivazioni opposte dalle tre regioni, tenuto conto che la prevista “Valutazione di impatto ambientale sull’istanza di prospezione e ricerca idrocarburi dell’Enel Longanesi Develop ments Srl” sarebbe ben lungi dal configurare già uno scontato “diritto concessorio”, si prevede un allargarsi del confronto non solo presso il Ministero dello Sviluppo Economico ma anche presso la Presidenza del Consiglio e, magari, presso la stessa Comunità Europea perchè non si verifichi quanto già avvenuto per l’alto Adriatico già colonizzato; mentre, si resta ancora in attesa di una moratoria che, da Bruxelles, indichi i limiti cui attenersi circa lo sfruttamento degli idrocarburi sottomarini.
In ultima analisi, si affaccerebbe anche l’ipotesi di un Referendum contro le “attività legate agli idrocarburi sottomarini” che, su proposta di Onofrio Introna Presidente uscente del Consiglio Regionale Pugliese, tenderebbe ad abrogare l’art.35 , comma 1, del Decreto per lo Sviluppo che risale al 2012 e al governo Monti che non aveva invalidato le attività petrolifere già in corso, pur avendone posto un nuovo limite oltre le 12 miglia dalle coste italiane. L’intento, non remoto, sarebbe quello di limitare lo stesso “Sblocca Italia” del Governo Renzi che, in pratica, sembra essere stato, più che altro, un vero e proprio sblocca trivelle.
Quindi, contro quegli interessi lucrativi di parte ricadenti in modo disastroso sull’economia di interi territori e delle rispettive popolazioni, nella manifestazione di Policoro non può non affermarsi il primato della salvaguardia dell’ambiente e dell’eco sistema dello splendido mare Jonio che è stato la culla della MAGNA GRECIA e, da sempre, contribuisce alle favorevoli condizioni climatiche dei territori lambiti per i quali costituisce una eccellente naturale prerogativa, di indiscussa bellezza paesaggistica, funzionale ad un turismo che attrae anche per la riconosciuta eccellenza culinaria arricchita proprio dal salubre e appetitoso apporto delle variegate specie di fauna marittima.
Per dirla con le parole dello stesso Emiliano, neo-Presidente della Regione Puglia: “Il mare Jonio è un bene che anche la Regione Puglia considera inviolabile e strategico per lo sviluppo turistico di tutto il grande bacino territoriale che vi si affaccia”.