Veronica Garcea amo definirla scherzosamente un architetto “pentito” perché, in realtà, non ha mai praticato la professione per la quale ha studiato. La pittura l’ha affascinata fin da piccolissima, al punto che qualunque attività intraprendesse veniva “liquidata” il più in fretta possibile per potersi dedicare al disegno e all’ornato.
Il suo chiodo fisso: il colore.
“Ho sempre voluto fare arte - racconta. Da bambina disegnavo tutto il giorno, sia all’asilo che al rientro da scuola e mi sbrigavo a finire i compiti per potermi finalmente dedicare alla mia attività preferita: colorare. Poi ho frequentato il Liceo Artistico con grande entusiasmo e, dopo la Maturità, mio padre mi ha incoraggiata a prendere una laurea “seria”: «Non vorrai mica fare l’artista, da grande, vero?» - mi diceva. Così mi sono iscritta ad architettura, facoltà che ho amato tantissimo ma che non è mai diventata la mia professione.”
Veronica Garcea
Accade spesso che l’arte venga considerata qualcosa di “inutile”, con cui non si può guadagnare o costruire una carriera. Eppure, se ci guardiamo intorno attentamente, ci rendiamo facilmente conto di quanto essa sia onnipresente: nelle case che abitiamo, nei santuari che frequentiamo, negli abiti che indossiamo. Tutto è forma, volumi, colore, bellezza. In una parola, tutto è ARTE.
Per quanto ce la ragioniamo, non possiamo farne a meno: provate ad immaginare cosa sarebbero un mondo in bianco e nero, un prato senza fiori o un cielo senza stelle. Queste bellezze naturali di cui godiamo ogni giorno sono la base del nostro equilibrio psico-fisico. Il problema è che ci siamo abituati a vederle e le diamo per scontate. In un mondo senza bellezza e armonia non sopravviveremmo a lungo.
Veronica Garcea lo sa bene, lei che ha fatto del colore e della materia e la sua ragione di vita e non c’è stato modo di farle cambiare idea.
Fedele a se stessa, oggi ha un suo atelier di pittura e uno spazio espositivo in zona Porta Nuova, a Milano.
Subito dopo la laurea, ha ripreso in mano i colori e ha iniziato a dipingere quella che potrei chiamare la “realtà oggettiva”, quella percepita dagli occhi. Si è immersa nello studio della storia dell’arte da autodidatta e ha disegnato finché quella realtà che vedeva non le è entrata dentro.
“Ho iniziato dipingendo la realtà per sviluppare pian piano il mio stile. È stato un progressivo guardarsi dentro, interiorizzando non soltanto le cose che vedevo ma le sensazioni che provavo. Il mio stile nasce proprio da una introspezione maturata nel tempo”
“Energia”, olio su tela cm 100x150 by Veronica Garcea
Partendo dal presupposto - per lei fondamentale - che l’artista DEVE saper disegnare, a un certo punto la realtà ha iniziato a stargli stretta. Non era più sufficiente riprodurre il mondo esteriore ma sentiva l’esigenza di metterci del suo: sentimenti ed emozioni avevano bisogno di prendere forma e di avere una propria voce. Questo “passaggio” lo ha fatto grazie al COLORE.
“Il colore è la forma di espressione più importante che ho, spiega Veronica. Dentro di me ho tutti i colori possibili e ognuno di essi ha un significato e una forza unici.”
A ben osservare, in effetti, le opere della Garcea sono estremamente potenti dal punto di vista visivo: i colori sono esplosivi, prorompenti, dinamici. Gli accostamenti sono spesso scioccanti ma mai stonati. Oserei dire che le opere di Veronica sono “energizzanti”, come un concentrato di vitamine. Una vera e propria cura per la salute. Del resto sappiamo bene quanto il colore, già in se stesso, sia curativo: il diffondersi della cromoterapia ne è la dimostrazione.
Le opere di Veronica Garcea sono degli autoritratti dell’anima: l’energia, il colore, il movimento, gli accostamenti azzardati, le sfumature delicate che si sposano con il materico, sono tutte sfaccettature della sua anima, del suo mondo interiore. Le sue tele non potevano essere diverse da lei.
All’interno di questo mondo di contrasti appare, tuttavia, la sua vera anima.
“L’entità”, olio su tela cm 50x70 by Veronica Garcea
C’è un afflato spirituale molto evidente in lei, anche se lo nasconde bene. La potenza dei colori, così vistosi quasi a simboleggiare la superficialità del mondo esterno, cela in realtà la delicatezza e la trasparenza dell’anelito “all’oltre”, a una dimensione invisibile ma non per questo meno presente. Semplicemente Veronica la protegge, camuffandola o sovrapponendole colore e materia. Solo chi ha un occhio attento e vibra alla sua stessa frequenza può accorgersene. Una pitture d’élite? In un certo senso sì. Non perché voglia escludere qualcuno ma perché è riconoscibile solo da quanti ne condividono il lavorìo interiore.
Con il passare del tempo le opere di Veronica diventano sempre più concettuali, sempre più interiori. Il figurativo, punto di partenza obbligato, lascia lo spazio all’immaginario e le forme, così come i colori, diventano sempre più archetipali. Più l’anima avanza, più si semplifica: lo stesso vale per la sua arte.
“Respect Your Mother (Nature)”, olio e marker su tela cm100x120 by Veronica Garcea
Nel 2019 si è occupata molto della questione ecologica, un tema a lei caro e - purtroppo in senso negativo - estremamente attuale. In questo contesto ha sentito la necessità di tornare un po’ al disegno grafico affinché il suo pensiero fosse comprensibile a tutti, anche a chi fatica nel leggere una pittura introspettiva.
Per Veronica, come per moltissimi altri artisti, l’arte è una forma sociale di espressione, un’istantanea di ciò che accade nel mondo; per questo motivo ha ritenuto più opportuno tornare al figurativo. La sua anima, invece, continua il proprio viaggio nei meandri dell’astrattismo, fin quasi a scomparire all’interno del colore, anzi, nelle sue sfumature. Sempre più impercettibile ma sempre più “mescolata” al tutto.
Come il lievito nella pasta, l’artista aspira ad essere quella forza vitale che crea speranza, nutrimento, vita.
“Io voglio dare speranza, è nella mia indole. Non so se questo si percepisce dai miei lavori ma mi impegno, come i maestri del passato, a tramandare la bellezza perché è assolutamente fondamentale. Tanto più per noi italiani, che ne siamo i testimoni nel mondo da millenni”.
“Tra forza e dolore”, acquerello su carta cm 35x50 by Veronica Garcea
Il suggerimento di Veronica è che si riscopra l’importanza del nostro patrimonio artistico e che vengano incentivati lo studio della storia dell’arte e del disegno nelle scuole. La bellezza, qualunque forma assuma, è la nostra radice, la nostra identità: conoscerne la nostra storia è garanzia di un futuro glorioso e illuminato.
L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.
La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.
#socialtvlbocca
Dove trovare Veronica Garcea:
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