Letteralmente un fulmine a ciel sereno. La notizia della scomparsa di Luigi “Gino” Strada è di quelle che lasciano un senso di profondo vuoto e di amarezza: ancora una volta la realtà interviene a ricordarci che i supereroi non appartengono a questo mondo, in quanto prima o poi il destino se li porta via. Sì, perché oltre a medico, attivista e filantropo Gino Strada è stato anche (e forse soprattutto) ciò che più si avvicina alla definizione di "supereroe". Il suo atto eroico è stata la fondazione di Emergency, l’Organizzazione Non Governativa di volontariato italiana più conosciuta al mondo. In un arco temporale di 73 anni, dal 21 aprile 1948 al 13 agosto 2021, ci ha ribadito assieme alla moglie Teresa Sarti che noi possiamo e dobbiamo aiutare il prossimo. E, secondo l’opinione di chi scrive, il senso dell’operato di questo grande uomo, nonché il modo migliore di ricordarlo, è racchiuso nelle sue stesse parole.
“Quest’idea imbecille d’una società violenta e rancorosa, che ti spinge a trovare chi sta peggio di te e a dargli la colpa dei tuoi guai. Mai uno di loro che punti il dito che stanno meglio, eh?”. Così parlò in un’intervista al Corriere della Sera, il 26 gennaio 2019. I motivi della sua profonda umanità, del suo essere stato Uomo a 360°, probabilmente si riassumono qui: c’è chi sta meglio di altri, e va preso d’esempio per migliorare le vite di chi sta peggio. Perché puntiamo ad un futuro più prospero del nostro presente e del passato che è stato. “Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra. Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”. Queste parole sono state riportate dal giornalista Lorenzo Tosa sul suo profilo Instagram, e sintetizzano un assunto incontrovertibile: Gino Strada è stato un gigante del suo e del nostro tempo.
Lorenzo Tosa riporta anche le parole della figlia Cecilia Strada, impegnata sulla barca ResQ People saving people a salvare migranti alla deriva: “Non ero con lui ma di tutti i posti dove avrei potuto essere… beh, ero qui in mare a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre”. Così sia il giornalista che l’ex presidentessa di Emergency, come anche avrebbe voluto il nostro Gino, ci ricordano che “la vita va avanti, testardamente, nonostante tutto”. Continuiamo a salvare vite e a fare del bene. Buon viaggio, Gino, da tutti i popoli il ringraziamento più grande e sentito per quello che hai fatto.