Il cerchio attorno a Israele si stringe sempre più, e la regione del Medio Oriente inizia a sentire il fiato sul collo. In principio furono gli scambi molto poco pacifici, dato che si parla di razzi, con Hezbollah dal sud del Libano. Successivamente un viaggio a Teheran del vice-capo dell’organizzazione libanese di corrente sciita per tirare le somme assieme a Hossein Salami, leader dei Guardiani della Rivoluzione. In ultimo il doppio avvertimento pervenuto allo stato di religione ebraica: sia Salami sia Hassan Nasrallah, comandante di Hezbollah, si sono dichiaranti pronti ad una guerra. Dal canto suo Naftali Bennet, premier israeliano, ammonisce che “Israele non accetta che si spari contro il suo territorio, lo stato del Libano e l’esercito libanese devono assumersi la responsabilità di ciò che sta accadendo nel loro cortile di casa. Per noi è meno importante che si tratti di un gruppo palestinese o di ribelli indipendenti”. Dalle sue parole traspare poi alquanto chiaro un attacco diretto contro Iran e Hezbollah: “Nella grave crisi economica e politica che sta attraversando il Libano coinvolgono molti civili in un fronte comune contro Israele”.
Tutto questo proprio mentre “si nota un risveglio importante da parte di molti cittadini libanesi contro Hezbollah e contro le ingerenze iraniane”, afferma Bennet. Il leader dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran Hossein Salami ha ricevuto il generale di Hezbollah Naim Qassem e conferito con lui, lanciando un avvertimento cristallino: “Basta che Israele faccia un errore e sarà la loro morte”, con tanto di “l’Iran ha le capacità per annientare Israele”. Patti chiari amicizia lunga, praticamente. O, meglio, stato avvisato mezzo salvato.
Durante il meeting con in comandante in pectore dei Pasdaran, Hossein ha tessuto le lodi del movimento libanese, complimentandosi per la loro intelligenza e capacità strategica: “L’enorme potere di Hezbollah nelle battaglie di terra ha dimostrato che se il motore di Hezbollah si accende, i sionisti dovranno fuggire dai territori occupati” ha commentato. Hassan Nasrallah, numero uno del “Partito di Dio”, ha ottenuto il sostegno di Teheran e ha rivendicato in un discorso televisivo i razzi lanciati contro Israele: “Non vogliamo la guerra ma siamo anche pronti per ogni guerra futura e saremo vittoriosi” avverte. “Tutte le conquiste della guerra del 2006 sono state conservate e confermate dai combattenti di Gaza nel maggio 2021, il più importante successo della guerra del 2006 è stato raggiungere una deterrenza contro Israele, questo è il strategico e storico più importante”.