Andrew Mark Cuomo, nato a New York City il 6 dicembre 1957, è un giurista e politico statunitense di origini italiane, governatore dello Stato di New York dal primo gennaio 2011. A prima vista sembrerebbe un politico come altri, con una carriera di tutto rispetto alle spalle. Tra l’altro anche l’albero genealogico induce a tirar giù il cappello, come si suole dire: è figlio del 52 esimo governatore di New York Mark Cuomo, fratello del giornalista della CNN Chris Cuomo ed ex marito di Kerry Kennedy, figlia di Bob. Laureato in giurisprudenza alla Fordham University e appartenente al Partito Democratico, ha ricoperto i seguenti incarichi: 11esimo Segretario della Casa e dello Sviluppo Urbano dal 29 gennaio 1997 al 20 gennaio 2001, 64esimo Procuratore generale di New York dal primo gennaio 2007 e 31 dicembre 2010 e l’attuale 56esimo governatore di New York, ma presumibilmente prossimo alla conclusione, perché sul suo capo pendono accuse di una gravità non indifferente.
Precisamente è tacciato di aver molestato sessualmente ben 11 donne e di essersi vendicato di un dipendente, il quale aveva provato a far salire la questione alla ribalta. Banale evidenziare come Cuomo volesse tacerla, salvo poi essere costretto a vuotare il sacco durante un interrogatorio durato undici ore, una per ogni vittima. Laetitia James, procuratrice generale dello Stato di New York, ha asserito come Cuomo avesse creato un ambiente di lavoro tossico: il clima che si respirava era perverso, di paura e intimidazione, aggiunto all’ostilità nei confronti di vari membri dello staff. La sua carriera pubblica è giunta al capolinea, ma anche quella politica potrebbe fare la stessa fine se la magistratura dovesse effettivamente incriminarlo.
“Non ho mai toccato nessuno in maniera inappropriata” è la sua difesa, in lacrime, in diretta televisiva. “Ripugnanti” è il commento di Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca, riferito alle accuse mosse. Dello stesso avviso, ma con intenzioni differenti, è la vice governatrice Kathy Hocul: “commenti ripugnanti, inaccettabili e illegali”, con tanto di “nessuno può essere al di sopra della legge”, in pieno stile democratico moderato. Il sentore è effettivamente diverso da quello trasmesso da Psaki, perché l’avvocatessa sessantaduenne potrebbe diventare la prima avvocatessa della storia dello Stato di New York se Cuomo dovesse, effettivamente e un po’ prevedibilmente, dimettersi. L’ultima voce da ascoltare in questo coro composito, come riporta l’ANSA, apprendendo quanto avviene sul luogo del crimine, è quella del presidente Joe Biden. Dopo di che il “caso Cuomo” si avvierà verso la sua conclusione.