L’atavica rivalità tra l’Armenia e l’Azerbaijan, è tornata a farsi sentire nelle ultime ore a suon di bombe e proiettili. Le agenzie hanno battuto la notizia di scontri armati nella regione autonoma del Nagorno Karabakh tra le forze indipendentiste armene e l’esercito azero. Dalle prime notizie, riprese da fonti vicine a Erevan, si apprende di maggiori perdite inflitte a uomini e mezzi delle forze armate azere. Mentre da Baku fano sapere che sono circa 16 gli indipendentisti armeni uccisi: all’alba le forze azere hanno iniziato un’offensiva nella regione autonoma contesa del per “neutralizzare le forze belliche dell’Armenia e salvaguardare la sicurezza della popolazione civile", secondo quanto comunicato dal governo di Baku.
“Stiamo tutti uniti dietro al nostro stato e il nostro esercito (...) e vinceremo. Lunga vita al glorioso esercito armeno", ha postato su Facebook il premier armeno, Nikol Pashinyan, dopo la notizia dell’abbattimento da parte dei ribelli filo-armeni di due elicotteri azeri. Erano circa due decenni che non si sentiva parlare di conflitto armato. Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, le due ex repubbliche (vassalle di Mosca), hanno combattuto causando circa 30.000 morti. Nel 1994 entrò in vigore un cessate il fuoco che non ha mai portato i due Paesi a trovare un accordo definitivo al contendersi di una striscia di terra arida e montuosa, nonostante la mediazione di Stati Uniti, Francia e Russia riuniti nel cosiddetto Gruppo di Minsk. Anche se dal punto di vista geografico e storico l’area è sempre stata di pertinenza dell’Armenia, nel 1923 Stalin mise il Nagorno sotto il controllo dell’Azerbaijan che, anche dopo la dichiarazione di indipendenza del 1991, continua a far sentire.
"Facciamo appello alle parti perché facciano cessare immediatamente il fuoco e intavolino negoziati per stabilizzare la situazione", comunica il Ministero degli esteri russo. L’agenzia stampa turca Anadolu su Twitter, citando il ministero degli Esteri di Ankara, riporta, invece, che la Turchia, invece, “condanna con forza l’attacco armeno contro l’Azerbaigian, che ha provocato vittime civili” definendolo una "chiara violazione delle leggi internazionali", e "ribadisce il suo pieno appoggio" a Baku. La risposta dell’UE e del Presidente del consiglio Charles Michel non si è fatta attendere: “L’azione militare deve cessare, con urgenza, per evitare un’ulteriore escalation […] Un ritorno immediato ai negoziati, senza precondizioni, è l’unica via da seguire”.