E dire che, esaminando la sua “carta di identità”, non si riscontra nulla di strano. Il piombo è l’elemento chimico con il numero atomico 82 e il simbolo Pb. È un metallo malleabile, duttile, denso e tenero. Lo si riconosce per il suo colore grigiastro, assunto dopo contatto con l’aria. Appena tagliato, infatti, è bianco tendente all’azzurrognolo. Il suo uso più comune è per le saldature, e sono proprio queste a portare alla scoperta delle sue controindicazioni: l’avvelenamento da neurotossine, detto anche saturnismo (dal dio romano Saturno, associato dagli alchimisti a questo metallo). Può causare malattie del cervello e del sangue, può condurre all’anemia e alla schizofrenia. In poche parole: “tenere lontano dalla portata dei bambini”.
L’Unicef e Pure Earth, infatti, hanno pubblicato un rapporto, intitolato The Toxic Truth, in cui si evidenzia come moltissimi bambini in Italia e nel mondo siano a rischio avvelenamento da piombo. Per la precisione: 160 mila 862 bambini e ragazzi (dai 0 ai 19 anni) in Italia registrano un livello medio di questo metallo nel sangue superiore ai 5 microgrammi (milionesimo di grammo) per decilitro (decimo di litro). “A quasi 30 mila va anche peggio, perché nel sangue si raggiungono livelli superiori a 10 microgrammi per decilitro” spiega Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia. L’Institute of Health Metrics Evaluation (l’Istituto per la valutazione dei parametri medici) ha analizzato come i Paesi più colpiti siano quelli a basso e medio reddito, concentrati principalmente in Asia Meridionale. Le cause sono imputabili primariamente a impianti industriali, discariche e riciclaggio illegale di batterie a piombo acido.
Lo studio pubblicato su Environmental Health approfondisce quanto accennato poche righe più su: questo metallo apparentemente innocuo può causare danni anche irreparabili, inficiando pesantemente il comportamento umano, conducendo in breve tempo ad un incremento delle inclinazioni criminali. In altre parole, favorisce, tra le altre cose, l’insorgenza di disturbi psichici. “I bambini più grandi soffrono di conseguenze gravi, compreso un rischio più grande di danni ai reni e malattie cardiovascolari nel corso della vita – continua il rapporto – è particolarmente distruttivo per i bambini molto piccoli e fino ai 5 anni di età, danneggiando il loro cervello prima che abbia l’opportunità di svilupparsi completamente”. Risultato? Disabilità neurologica, cognitiva e fisica. Ecco perché “occorre ispirare azioni urgenti per proteggere i bambini una volta per tutte” aggiunge il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore. Si sommi che i danni, economicamente parlando, raggiungono il trilione (miliardo di miliardo) di dollari.
Cosa fare, dunque? Richard Fuller, presidente di Pure Earth, traccia una linea: “La buona notizia è che il piombo può essere riciclato in sicurezza senza esporre lavoratori, i loro bambini e i luoghi circostanti – asserisce – i siti contaminati da piombo possono essere bonificati e ripristinati”. Come mostrato dal rapporto che ha denunciato il problema, vi è anche una soluzione: i governi nei paesi colpiti possono attivare alcuni step preventivi, avvalendosi di sistemi di monitoraggio, misure di prevenzione contro l’esposizione dei bambini, campagne di comunicazione, creazione di unità di misura standard globali e di un registro internazionale di risultati sullo studio del livello di piombo nel sangue. Così di “plumbeo” ci sarà solo il cielo, e sarà soltanto nei giorni più brutti.