Stati generali, sindacati aprono a piano Conte
Un piano di rilancio in 9 punti che delimiti una nuova politica economica per il Paese. E’ questo in sostanza il cuore della mission che il documento presentato oggi dal premier Giuseppe Conte a Cgil, Cisl e Uil e alle forze sociali, punta a raggiungere. Un piano che non entra nel dettaglio ma descrive i punti di maggiore attacco della nuova strategia con cui il governo intende traghettare il Paese fuori dalle secche della crisi post Covid 19 e cogliere l’opportunità per sciogliere anche i nodi maggiori che da tempo rallentano lo sviluppo economico: dallo sviluppo digitale alle infrastrutture, dall’ambiente alla sostenibilità ; dal sostegno alle filiere produttive alla pubblica amministrazione fino al capitolo dedicato al lavoro e alle imprese.
Una nuova visione su cui il premier Giuseppe Conte ha sondato la disponibilità di Cgil Cisl e Uil come sonderà anche quella di Confindustria: un brainstorming che andrà avanti fino a mercoledì prossimo quando Conte tirerà le somme e verificherà su quale potenza di fuoco potrà contare per il suo disegno. Una disponibilità che i leader sindacali di Cgil Cisl e Uil oggi non hanno avuto difficoltà a concedere, sebbene a maglie larghe considerata la genericità del documento giudicato, se pure con sfumature diverse, sostanzialmente positivo, puntando però a stringere con il governo un nuovo patto sociale con cui ottenere la garanzia che il nuovo progetto per il Paese parta da obiettivi condivisi, nero su bianco, come solo un accordo istituzionale può fare. Da Conte oggi non è arrivata né poteva arrivare una risposta su questo: ma è iniziato un percorso che Cgil Cisl e Uil sembrano disposti a percorrere. Certo, il clima politico non è dei migliori e a contribuire all’incertezza del quadro anche l’atteggiamento fortemente critico nei confronti del governo da parte di Confindustria. Ma da parte del premier c’è considerazione del momento critico: e l’incontro con Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, non sarebbe potuto iniziare in un modo migliore con l’annuncio della possibilità di anticipare da subito la richiesta di altre 4 settimane di cassa integrazione a quanti abbiano esaurito le 14 settimane previste, azzerando di fatto quel buco di 2 mesi lamentato dai sindacati alla luce del Dl rilancio.
Cgil disponibile ad andare a vedere le carte dunque anche se con i piedi di piombo. "Un progetto di cambiamento del paese deve essere un progetto che mette al centro la persona e il lavoro, i diritti, la giustizia sociale e un modello fondato sul rispetto dell’ambiente, sulla salute e la sicurezza delle persone. Questo vogliamo fare. E su questa base il governo deve sapere che avrà noi al suo fianco se segue questa strada; se dovesse ascoltare altre sirene avremo altri atteggiamenti", spiega al termine il leader della Cgil, Maurizio Landini, sollecitando "protocolli su temi concreti".
E grande disponibilità arriva anche dalla Cisl. "Il nostro giudizio è positivo ma siamo anche molto realisti: il senso di responsabilità di tutte le parti sociali e del governo faccia rompere ogni indugio per realizzare un patto sociale forte. E non solo perché l’Europa ci chiede grandi riforme e grandi investimenti che hanno bisogno di accordi ma perché questo accordo lo dobbiamo alle future generazioni", spiega Annamaria Furlan lasciando gli Stati generali di Villa Pamphili. In linea anche la Uil. "Bisogna ridisegnare il Paese con un Patto che coinvolga tutti: serve un nuovo modello complessivo”, ribadisce Carmelo Barbagallo che apprezza l’impegno del Premier Conte e sollecita la madre di tutte le riforme: quella del fisco. "Se usciremo meglio o peggio dalla crisi dipenderà solo da noi”, conclude.
Segnali poco ’distensivi’ invece continuano ad arrivare da Confindustria che mercoledì prossimo varcherà il portone di Villa Pamphili. "Disponibili al confronto e agli Stati generali ma anche molto dubbiosi in questo. Non siamo scettici ma siamo realisti. Il piano di Giuseppe Conte non l’ho ancora visto. Ma mi sarei aspettato che il governo presentasse un piano ben dettagliato con un cronoprogramma e con l’impatto degli effetti attesi", dice il presidente Carlo Bonomi in visita alla stampa estera. Perché su questo, sulle relazioni tra istituzioni e parti sociali, ammonisce ancora, il Paese dovrebbe seguire il modello Germania: "in 21 ore di discussione hanno messo in campo un dossier di 15 pagine e un bazooka di 120 miliardi di euro per rilanciare l’economia". Un’economia la nostra, invece, conclude, "bloccata dalla burocrazia, dalla incapacità di decidere, dalla idea di un paese che vuol diventare fortemente assistenzialista e fortemente pubblico quando invece dovremmo liberare le energie del settore privato".
Bankitalia: ad aprile sale debito pubblico, entrate -20,4%
Ad aprile il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 36,0 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.467,1 miliardi. L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (17,7 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 miliardi, a 46,9); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno nel complesso aumentato il debito di ulteriori 1,4 miliardi. Lo comunica la Banca d’Italia.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 35,1 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 0,8 miliardi e quello degli Enti di previdenza di 0,1 miliardi. Rispetto al mese precedente, la vita media residua del debito è rimasta costante a 7,4 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è aumentata di 0,6 punti percentuali, al 18 per cento.
Sempre ad aprile le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 24,2 miliardi, in diminuzione del 20,4 per cento (-6,2 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2019, risentendo della sospensione di alcuni versamenti fiscali disposta dai decreti ’Cura Italia’ e ’Liquidità’ e del peggioramento del quadro macroeconomico.
Nei primi quattro mesi del 2020 le entrate tributarie sono state pari a 119,1 miliardi, in diminuzione del 2,8 per cento (-3,4 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, aggiunge l’istituto di via Nazionale.
Cassa integrazione, Cdm approva decreto
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti in materia di trattamento di integrazione salariale. "Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto che permette alle aziende che hanno esaurito le 14 settimane di #CassaIntegrazione, previste nel #CuraItalia e #DecretoRilancio, di anticipare le ulteriori 4 previste. Sosteniamo la ripartenza delle imprese tutelando i lavoratori", ha scritto su Twitter il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.
Il testo prevede che, in deroga alla normativa vigente, i datori di lavoro che abbiano fruito del trattamento di integrazione salariale ordinario, straordinario o in deroga, per l’intero periodo precedentemente concesso, fino alla durata massima di quattordici settimane, possano fruire di ulteriori quattro settimane anche per periodi decorrenti prima del 1° settembre 2020. Resta ferma la durata massima di diciotto settimane, considerati cumulativamente i trattamenti riconosciuti.
Inoltre, il decreto dispone che, indipendentemente dal periodo di riferimento, i datori di lavoro che abbiano erroneamente presentato la domanda per trattamenti diversi da quelli a cui avrebbero avuto diritto o comunque con errori od omissioni che ne hanno impedito l’accettazione, possano presentare la domanda nelle modalità corrette entro trenta giorni dalla comunicazione dell’errore nella precedente istanza da parte dell’amministrazione di riferimento, a pena di decadenza, anche nelle more della revoca dell’eventuale provvedimento di concessione emanato dall’amministrazione competente.
Infine, sono prorogati dal 15 luglio al 15 agosto 2020 i termini per la presentazione delle istanze di regolarizzazione di cui all’art. 103 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, e dal 30 giugno al 31 luglio 2020 quelli per la presentazione delle domande per il Reddito di emergenza.
Da Imu a Irpef, a giugno il fisco pesa per oltre 40 miliardi
Entro domani 25 milioni di proprietari immobiliari dovranno versare oltre 10 miliardi di euro della nuova Imu. Nemmeno il coronavirus è riuscito a neutralizzare, fermare o anche solo spostare l’arrivo dell’imposta sugli immobili. Solo una parte, cioè le categorie colpite dalla crisi legata alla pandemia, potrà beneficiare di un trattamento speciale. Gli altri invece devono fare i conti con un nuovo tributo, frutto della fusione tra Imu e tasi, cioè il tributo per i servizi indivisibili. I 10 miliardi attesi dall’imposta sugli immobili rappresentano meno di un quarto del gettito fiscale atteso entro la fine del mese. Infatti occorre aggiungere più di 33 miliardi di euro, secondo le stime della Fondazione nazionale commercialisti fatte sui dati del 2019, frutto del saldo e acconto Irpef (imposto sui redditi delle persone fisiche), Ires (imposta sui redditi delle società) e addizionali comunale e regionali. Poi ci sono gli altri tributi, che devono essere aggiunti come: l’Iva, il diritto camerale; la Tari (tassa sui rifiuti).
Anche se è difficile calcolare il totale, considerate le incertezze legate agli effetti economici del coronavirus, le entrate complessive per il mese in corso dovrebbero superare i 40 miliardi di euro. Da molte parti, però, si chiede e si attende uno slittamento di alcuni tributi, che potrebbe arrivare con il decreto legge rilancio. Nel frattempo restano tutti in vigore e a ricordare tutte le scadenze del mese di giugno è la stessa Fondazione dei commercialisti.
Imu: La prima rata del tributo, pari al 50% dell’importo complessivo, deve essere versato entro il 16 giugno dai proprietari di seconde case, e da tutti coloro che non rientrano nelle categorie ’esentate’ a causa del coronavirus. I comuni possono aver disposto la proroga dei termini di versamento, anche con delibera di giunta, purché la stessa sia poi ratificata dal consiglio comunale entro il 31 luglio, termine di approvazione del bilancio di previsione dell’ente locale. Secondo uno studio della Uil, il costo medio dell’Imu sulle seconde case ubicate in un capoluogo di provincia sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la prima rata di giugno) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Prendendo in considerazione i costi Imu sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli) sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro per l’acconto), con punte di oltre 6 mila euro nelle grandi città.
A non dover pagare la prima rata dell’imposta sono: immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché immobili degli stabilimenti termali; alberghi e pensioni (rientranti nella categoria catastale D/2) e immobili degli agriturismo, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi. L’esonero dal versamento è tuttavia previsto a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività esercitate nei predetti immobili.
Irpef, Ires: I versamenti Irpef e Ires del saldo 2019 e dell’acconto 2020 dovranno essere effettuati entro il 30 giugno ovvero entro il 30 luglio, maggiorando gli importi da versare dello 0,40%. Novità introdotta con il decreto legge liquidità è il metodo di calcolo ’previsionale’ per la quota relativa agli acconti, che consentirà di versare l’imposta in base alla ’stima’ del giro d’affari per l’anno in corso (mentre normalmente l’importo viene fissato in base all’andamento dell’anno precedente). Inoltre i contribuenti avranno un margine d’errore del 20%: per non incorrere in sanzioni dovranno versare l’80% dell’imposta che effettivamente, alla fine dell’anno, risulterà dovuta all’erario. Il versamento delle somme dovute (compresi i contributi previdenziali risultanti dalla dichiarazione dei redditi relativi alla quota eccedente il minimale) può avvenire anche in forma rateale da completarsi, in ogni caso, entro il mese di novembre, maggiorando gli importi rateizzati degli interessi nella misura del 4% annuo. Le rate mensili scadono a fine mese per i contribuenti non titolari di partita Iva ed il giorno 16 del mese per i contribuenti titolari di partita Iva, come illustrato nelle seguenti tabelle.
Iva: Nessuna proroga per l’Iva in scadenza nel mese di giugno che dovrà essere versata entro il giorno 16, tra gli altri, dai contribuenti con liquidazione periodica dell’imposta su base mensile.
Diritto camerale: Entro il prossimo 30 giugno scade anche il termine per il versamento del diritto annuale 2019 dovuto alle Camere di commercio.
Tari: La tassa rifiuti è materia comunale, quindi a seconda della città in cui si è residenti ci potrebbero essere modifiche sull’importo da pagare o sulle scadenze da rispettare. Molti sindaci, secondo la Fondazione dei commercialisti, sono orientati a confermare per il 2020 le tariffe vigenti lo scorso anno, sebbene entro il 30 giugno 2020 l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) dovrà approvare un nuovo metodo tariffario che tenga conto degli effetti dell’emergenza da covid-19 ma sono molti i comuni che chiedono di rinviare tutto al 2022.