L’ultima fase della giornata, di solito destinata ad una rigenerante dormita, potrebbe non sembrare caratterizzata da significative differenze di genere. Eppure, la scienza ha individuato disturbi che interessano solo la donna nella fase di riposo, che, sebbene sottovalutata, interessa un terzo della nostra vita. I risultati di un’importante ricerca, presentata nel corso dell’ultimo Convegno Nazionale Italia Sonno e pubblicata sulla nota rivista scientifica internazionale Maturitas, hanno messo in luce la fragilità del sonno delle donne, molto più vulnerabile a fattori ambientali rispetto a quello degli uomini.
Pare infatti che il gentil sesso si prepari al consueto “multitasking” - che sembra interessare pressoché ogni fase del giorno e dell’esistenza - anche nel corso del riposo notturno. Anche quando addormentata, la donna tende l’orecchio alle richieste della prole e dell’ambiente domestico; un’evidenza che la rende simile ai delfini, i quali dormono e vegliano allo stesso tempo “spegnendo” un solo emisfero del loro cervello.
Gli ormoni femminili influiscono significativamente sulla continuità e sulla qualità del sonno notturno, inficiandone spesso le capacità ristorative e protettive rispetto alle malattie cardio-cerebrovascolari e al declino cognitivo. Le donne che godono di buona salute nella prima fase del loro ciclo riproduttivo sono meno predisposte a patologie organiche del sonno (come le apnee notturne) e a disturbi del movimento sonno-relati. La situazione può tuttavia ribaltarsi nel corso della gravidanza e della menopausa, a causa delle ampie variazioni ormonali che tali fasi comportano. La gravidanza è spesso legata a un importante aumento di peso, il quale può provocare russamento e apnee del sonno, sino a condurre la gestante verso l’ipertensione gravidica. Tali condizioni espongono al rischio di parto pretermine e assistito, con possibili conseguenze sulla salute materno-fetale. In menopausa la brusca caduta degli ormoni riproduttivi modifica la distribuzione del grasso corporeo, esponendo la donna agli stessi disturbi respiratori che tipicamente caratterizzano il genere maschile.
Ultimamente, molti esperti del settore hanno studiato proprio le patologie del sonno che interessano la menopausa e le loro ripercussioni su emotività, umore, capacità cognitive, benessere psicofisico, rischio cardio e cerebrovascolare. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati in un’unica nota su Maturitas. “In questa raccolta è chiaramente emerso che nella menopausa la stima della depressione associata ad insonnia cronica si attesta su valori superiori all’80%, quella dell’insonnia associata a sintomi vasomotori (vampate) al 70%, l’OSA (apnee morfeiche) intorno al 3%, con un aumento di rischio di ipertensione del 40%” spiega Rosalia Silvestri, docente del Centro Interdipartimentale per la Medicina del Sonno di Messina.
Il neurologo Sergio Garbarino e la pneumologa Loreta Di Michele, organizzatori del Convegno Italia Sonno 2019, hanno ribadito al termine della manifestazione quanto la fase di riposo notturno risulti fondamentale per il buon decorso della nostra esistenza.
“Nonostante l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche della nostra società, continuiamo a sottovalutare l’enorme rilevanza di un sonno di buona quantità e qualità per nostro il benessere, salute e durata della vita. - dichiara il dott. Garbarino - Sconfiggere questa sorta di amnesia culturale collettiva rappresenta l’obiettivo del mondo scientifico e del nostro convegno”. “Da anni con Italia Sonno ci impegniamo con fatica a diffondere al grande pubblico informazioni scientifiche sul sonno e sull’importanza fondamentale che ricopre nella nostra vita. Ci auguriamo che anche questa volta i media ci aiutino nella nostra missione!” ha concluso la dott.ssa Di Michele.