“Scuola Bull-Off”

In teatro contro il bullismo, la rassegna de La Giovane Meuschi

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Si terrà il 26 maggio alle ore 9.00, presso la Parrocchia del Convento San Pasquale Baylon di Lizzano ( TA-Puglia), l’evento denominato “Scuola Bull-Off. In teatro contro il bullismo”.Una rassegna che cela l’ignoranza e l’omertà di chi nasconde i soprusi che, troppo spesso, si verificano all’interno di contesti giovanili, i quali rendono schiavo ed emarginato il singolo e, dunque, l’individuo.

cms_6086/Locandina.jpgForza, volontà e coraggio possono competere con l’emotività più intrinseca di un giovane ragazzo che fa della fragilità un suo punto di forza dinanzi a un gruppo coeso pronto a deriderlo?La risposta è, chiaramente, soggettiva e, sebbene, all’udir di codesti fatti spiacevoli, si rimane basiti non bisogna, a ogni modo, rimanere inermi e indifferenti.La rassegna teatrale in oggetto ha una peculiarità che la contraddistingue da tutte le altre rappresentazioni che, sino a oggi, sono state rappresentate nelle varie opere teatrali.Una sceneggiata scritta dai ragazzi rivolta ai più giovani, perché, in fin dei conti, bisogna cominciare a impartire le regole fondamentali tipiche di una sana rettitudine sin da piccoli, affinché, poi, si riesca pacificamente a risolvere qualsiasi tipo di problema e/o evitare che possano accadere delle violente vicissitudini.L’evento è stato concepito dalla compagnia teatrale Meuschi coadiuvata dall’istituto Manzoni, patrocinato dal Tribunale per i Minorenni di Taranto e con il supporto del Comune di Lizzano, dalla FITA Puglia (Federazione Italiana Teatro Amatori), dall’associazione Sofia Vive e dalla Confraternita Misericordia del loco.Durante l’incontro saranno, inoltre, presente la Dott.Ssa Bombina Santella (Presidente del Tribunale dei Minori) e il Prof. Leo Sebastiano (Assessore Regionale alla Formazione, Istruzione e Lavoro).A tal proposito, data la rilevanza della tematica riportiamo le dichiarazioni rilasciateci da: Giancarlo Lecce (responsabile relazioni esterne della compagnia teatrale Meuschi), Lucia Calò (preside dell’istituto Manzoni) e Maurizio Cardolini e Simona Cirillo (volontari e soci fondatori della Confraternita Misericordia di Lizzano).

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Il responsabile delle relazioni esterne della compagnia teatrale "Meuschi", come descriverebbe la rappresentazione di un progetto così delicato, sceneggiato da giovani ragazzi?

Esordisco con il detto "che i guai della Pignata li conosce solo la cucchiara" e, quindi, chi meglio può descrivere il disagio di questa piaga che convive a stretto contatto con i nostri giovani, come se fosse in agguato, nell’attesa di mietere la vittima di turno. Dunque, reputo questa rappresentazione un’opportunità, un ottimo mezzo di comunicazione e di sensibilizzazione, nella speranza che per qualcuno, la stesura della sceneggiatura possa essere il trampolino per acquisire coraggio e fare outing di vessazioni patite e con l’aiuto dei compagni, avere la forza di dire "basta" allo stupido bullo”.

Un evento del genere potrebbe porre la parola "fine" a un’ingente problematica come quella del bullismo?

Magari fosse così facile debellare il bullismo. La finalità dell’evento è quello di far arrivare un messaggio forte, di portare - i ragazzi - a capire che insieme tutto si può e che il grido di tutti è più rumoroso di quello del bullo. Cerchiamo di seminare educandoli alla cordiale convivenza e all’accettazione del prossimo, e se saremo bravi nel farlo, raccoglieremo dei buoni frutti”.

Una rassegna fatta dai giovani per i giovanissimi; questo come: concetto chiave, simbolismo o fattore determinante per la crescita?

Secondo me deve essere il raggiungimento di un traguardo, fissare un palo e da qui raggiungere la meta: sconfiggere il bullismo. "Crescere nella consapevolezza del bene e tutto e tutti ti sorrideranno”, come avrebbe risposto una persona a me care. A mio avviso è un fattore determinante per la crescita!”.

Preside, come e quando è stata concepita l’idea di sceneggiare una rappresentazione teatrale che tratta una tematica alquanto delicata, ovvero: il bullismo?

L’idea è nata a seguito di un incontro con un componente della Compagnia teatrale Meuschi. Si è pensato di richiamare l’attenzione dei ragazzi su questa tematica, coinvolgendoli in prima persona, chiedendo loro di scrivere i testi che dovrebbero essere rappresentati. In questo modo si è offerta loro un’occasione di riflessione più intensa e profonda”.

Che significato ha per Lei e, secondo il Suo punto di vista, per i ragazzi? Un evento del genere potrebbe porre la parola "fine" a un’ingente problematica come quella del bullismo?

Il bullismo è un fenomeno di estrema attualità e gravita’ che si sconfigge aiutando i ragazzi a parlarne. L’attenzione della scuola su questo fronte è alta. Anche l’adesione all’avviso Regionale Diritti a scuola punta, grazie all’ausilio di un giurista e di uno psicologo, ad affrontare il problema sotto diversi aspetti per stanare eventuali comportamenti da stigmatizzare. Ovviamente anche la condivisione dei percorsi con le famiglie è fondamentale, per favorire una cultura solidale che porti ad isolare i potenziali bulli”.

La Misericordia sarà presente durante la messa in scena della rappresentazione teatrale contro il bullismo. Quali sono le tue considerazioni in merito alla rassegna in questione?

Il fenomeno che produce disagio scolastico e familiare deve essere, in qualche modo, prevenuto e contenuto. L’azione sinergica di: scuola, associazioni e istituzioni presenti sul territorio deve, tramite iniziative volte a coinvolgere l’intera comunità, favorire dialogo tra famiglie, società e soggetti coinvolti nel fenomeno, in modo tale da ridurre l’alta incidenza di bullismo presente sul territorio.

È da questa prospettiva che parte l’idea della Misericordia e della compagnia teatrale”.

Potresti, brevemente, illustrarci cosa e come, con il supporto della compagnia, avete pensato di donare al plesso scolastico Manzoni?

La Misericordia, presente sul territorio lizzanese da 25 anni, opera nel settore sanitario e sociale realizzando molti obiettivi con i contributi dei cittadini. Ha preso in considerazione la possibilità di donare un defibrillatore nelle scuole, rendendo gli istituti cardioprotetti.

La presenza di apparecchiature salva-vita, metterebbero il ragazzo nelle condizioni di assumere un comportamento differente nei confronti degli oggetti e degli individui. Tutto questo monitorato dalla presenza degli adulti”.

Eleonora Boccuni

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