“Imbolc” la Candelora

Alla scoperta del significato della Candelora

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Nella Roma arcaica, durante il mese di febbraio, dedicato al dio Februus, si compivano riti di purificazione e propiziazione. In latino februare significa “espiare”.“Durante questo mese – si legge ne I Saturnali di Macrobio Teodosio - bisogna purificare la città ed egli [Numa] stabilì che si celebrassero i riti funebri agli dei Mani”. È nei giorni, dedicati dunque anche ai morti, che s’inserisce la ricorrenza delle Calende, quale commemorazione di Iunio Sospita, la Giunone Salvatrice.Nel VII sec. la Chiesa romana stabilì che il 2 febbraio fosse dedicato a una festa importata dal culto ortodosso, che celebrava la Presentazione al tempio del Signore.Originariamente era chiamata “Festa di San Simeone”, in ricordo dell’uomo menzionato da Luca nel suo Vangelo: “Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore... Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone... Lo Spirito Santo che era sopra di lui gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese fra le braccia e benedisse Dio: ‘i miei occhi han visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele’. Poi, rivolto a Maria, Simeone aggiunse: ‘Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima’” (Luca 2, 22-35).La presentazione del primogenito al tempio e l’espiazione rituale della madre, dovevano avvenire, secondo la legge ebraica, il quarantesimo giorno dalla nascita, dunque il 2 febbraio, avendo fissato il Natale al 25 dicembre.

cms_5451/2.jpgDue sono allora gli eventi caratterizzanti questa data: la Presentazione del Figlio al Padre e la Purificazione della Beata Vergine, tradizione che aveva assorbito il giorno dedicato a Iunio Sospita. Oggi, nella tradizione cattolica, è il primo ad essere ricordato.“Offri il tuo Figlio, o Vergine Santa e presenta al Signore il frutto benedetto del tuo seno. Offri per la riconciliazione di noi tutti la vittima santa, a Dio gradita” (San Bernardo). Ma il secondo giorno del secondo mese dell’anno è noto per una ricorrenza legata alla tradizione antica che – come sempre accade – s’intreccia col Cristianesimo: la Candelora. “La mattina si fa la benedizione delle candele che si distribuiscono; la qual funzione fu istituita dalla Chiesa per togliere un antico costume ai fedeli che in questo giorno, in onore della falsa dea Februa, con fiaccole accese, andavano scorrendo in città, mutando quella superstizione in religione e pietà cristiana” (Lunario toscano del 1805).La dea Februa era Iunio Februata, altro appellativo di Iunio Sospita.

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Già nel VII sec., la notte precedente la Candelora, si svolgeva a Roma una fiaccolata da Sant’Adriano a Santa Maria Maggiore. Ecco dunque nella manifestazione religiosa rivivere un culto antico, legato a quello ancestrale della Grande Madre. Fu alla fine del IX sec. che, dalla Francia, si importò l’usanza di benedire le candele prima della processione, a sancire la sacralità dell’evento, ancora legato, evidentemente, a una concezione precristiana non solo di purificazione, ma di fecondità. Tematiche celebrate nei Lupercali il 15 febbraio, quando “le donne sono purificate dai Luperci" (Sesto Pompeo Festo in De verborum significatione). Il nuovo fuoco vitale doveva invece, sì risvegliarsi nella Natura, preparando la Primavera, ma per grazia divina.

Nell’Anno Alchemico, ad Imbolc (festa celtica del culmine dell’inverno) si celebra il rinnovamento della giovinezza del corpo e dello Spirito.Si è superata la fase al Nero e si risorge dalla morte simbolica di Yule.

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La notte del 2 febbraio cade nell’esatta metà tra quella più lunga dell’Anno (Yule appunto) e quella di identica durata del giorno (Vernal Equinox).

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Imbolc – contrazione gaelica di In the belly of the Mother - segna dunque il momento conclusivo del sonno invernale nel ventre della Terra e la preparazione alla primavera che, per essere florida, necessita di una purificazione simbolica, traslata nell’alchemica Opera al Bianco. Si lavora con la componente lunare, con le sue doti di sensibilità, sensitività e veggenza, accentuate dall’esaltazione di Nettuno in Acquario, pianeta della trasformazione e della Sostanza Mescolata, il mare primordiale, il liquido amniotico. Imbolc è una sorgente che dalla profondità dello Spirito sgorga per purificare, ringiovanire e dare inizio alla nuova vita nella luce che in albus inizia a manifestarsi.Come il seme, sepolto al Samhain, avvolto nel nero di Yule, perde i suoi vecchi tegumenti, radica nel profondo e diviene stelo, preparandosi ora ad emergere a nuova vita, così l’iniziato – inteso quale camminatore sul sentiero evolutivo, onorato il precetto di cui all’acronimo “VITRIOL”, si rinnova profondamente per intraprendere una nuova esistenza, capace finalmente di vedere la luce. La tradizione esoterica, sia orientale che occidentale, attribuisce molta importanza alla "purificazione", mentale e fisica.Nel Raja Yoga, Sushumma, il meridiano che dalla base della colonna si erge fino alla testa, è affiancato da due canali energetici, Ida a sinistra e Pingala a destra, espressioni rispettivamente della parte lunare e di quella solare, raffigurati come due serpenti che si attorcigliano per tre spire e mezzo attorno al Sushumma.Sono Ida e Pingala, grazie alla loro fusione, a far risalire la Kundalini e ad attivare di conseguenza i Chakra. Risvegliato, l’Ouroboros si ergerà dal suo cerchio e, tendendo verso l’alto, incontrerà l’Aquila alla quale si unirà. Il dualismo tipico di Imbolc si evidenzia in aspetti distinti, uno maschile e l’altro femminile – il dio Februus e Iunio Sospita, Gesù e la Vergine Maria, Ida e Pingala, l’Ouroboros e l’Aquila - destinati però ad unirsi. Da qui i Lupercali dell’antica Roma.

cms_5451/5.jpgImbolc racchiude in sé la simbologia del fuoco e dell’acqua che si ritrova nel racconto celtico della Fonte di Giovinezza e Purificazione della dea Brigit, una divinità legata ad entrambi gli elementi. Nota anche col nome di Elcmar, possedeva una Fontana miracolosa, la Sorgente di Segais, capace di ridonare giovinezza e verginità a chi le aveva perdute, nonché di curare ogni male.Per immergervisi, bisognava compiere tre giri, quanti le tre spire di Ida e Pingala, nonché i tre nodi del Caduceo di Ermete, nel senso opposto al cammino del Sole.L’Iniziato capace di elevare il Serpente fino all’Aquila, nella sua testa, conoscerà la fonte della purezza e incontrerà, per dirla con Christian Rosenkreutz, la creatura più candida, simbolo principe dell’Albedo: “...apparve un bellissimo Unicorno, bianco come la neve” (Chymische Hochzeit, 1459).

Silvia Girotti

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