“Goccia a goccia dal cielo cade la vita” al MAO di Torino

Al via dal 13 aprile la mostra su acqua, Islam e arte

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Si aprirà il prossimo 13 aprile, al Museo d’Arte Orientale di Torino, la mostra dedicata al rapporto tra la cultura islamica e l’acqua colto nei suoi aspetti artistici. L’esposizione si è resa possibile grazie alla collaborazione con alcuni dei più importanti musei europei ed extraeuropei (tra i quali l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford, il L.A. Mayer Museum of Islamic Art di Gerusalemme, il Benaki Museum di Atene, il Museo de La Alhambra di Granada, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il MUCIV – Museo delle Civilta’ di Roma), che hanno messo a disposizione alcune delle loro opere più apprezzate relative al tema centrale.

Il rapporto tra Islam e arte, in parte influenzato dall’aridità dei territori in cui la religione è sorta, ha radici profonde, colme di simbolismo che riflette teorizzazioni sociali e culturali. In tutte le civiltà l’acqua evoca la maternità, la pulizia, la purità, la sensualità, la nascita e la morte; nella religione islamica, tuttavia, essa rappresenta uno dei cardini dell’esistenza umana, dal punto di vista non solo spirituale, ma anche sociale ed estetico.

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La mostra è una narrazione attraverso immagini, reperti, libri e miniature: tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. L’esposizione testimonia la varietà e la ricchezza di manufatti legati al tema e all’uso dell’acqua: tra gli oltre 120 manufatti esposti, vi saranno bocche di fontane siriane, una brocca iznik del XII secolo, tappeti che coprono un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, una coppa in vetro iraniana del IX-X secolo, uno spargiprofumo del XII secolo proveniente dall’India, oltre a numerosi manoscritti.

cms_12417/3v.jpgVerranno raccontate le canalizzazioni siriane, i giardini di Spagna e i bagni di Istanbul. Ma non solo. Vi sarà spazio anche per guardare all’eredità islamica nel mondo europeo: dal cinquecento sino all’orientalismo ottocentesco - nelle vetrine troveranno spazio straordinari oggetti “trasformati”, come il vaso d’arte fatimide del X-XI secolo con montatura di manifattura fiorentina del 1555 diventato un reliquiario o oggetti ispirati al mondo islamico, come il catino da barbiere di manifattura veneta - fino a scoprire che tanto di quel passato non ci è solo vicino, ma ci appartiene intimamente.

L’allestimento, dalla scenografia particolarmente gradevole, sfrutterà il suono e il movimento dell’acqua per far immergere lo spettatore in un paesaggio di armonie sonore e visive. Il percorso simbolico della mostra si snoda in quattro tematiche principali, collocate in altrettanti spazi: la fruizione religiosa (la parola del Corano, il pellegrinaggio, la preghiera, la purificazione), l’hammam (il bagno di purificazione, di cui è sottolineato il valore religioso, igienico e sociale), i percorsi dell’acqua nella vita quotidiana, tra sostentamento e convivialità, fino ad affrontare il tema dell’approvvigionamento, degli acquedotti e delle fontane. Un viaggio descrittivo ed emozionale che vede coinvolte allo stesso modo tecnologia, vita quotidiana e arte, da secoli riflesse nelle diverse fruizioni dell’acqua, oggi divenuto il bene più fragile e più conteso specialmente nelle aree povere di religione musulmana.

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L’esposizione, a cura di Alessandro Vanoli con Ilaria Bellucci e Giovanni Curatola, resterà aperta al pubblico sino al 1° settembre 2019. Per tutta la sua durata, inoltre, un fitto calendario di eventi permetterà ai visitatori di approfondire le tematiche presentate immergendosi, anche se solo figurativamente, nell’acqua che scorre nelle sale espositive del MAO. La rassegna prevede incontri con gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione della mostra e conferenze in collaborazione con il Politecnico di Torino. Si terranno inoltre visite guidate e attività per le famiglie.

Il calendario completo verrà pubblicato su www.maotorino.it.

Nicola D’Agostino

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