IL CIBO NELL’ARTE (IV^ Parte)

Forse nessuna civiltà è stata legata al suo fiume come quella dell’antico Egitto.
Il fertile limo che ogni anno il Nilo depositava con la sua inondazione, che iniziava da metà luglio e durava sino ad ottobre, era fattore di ricchezza e benessere o all’opposto di morte, miseria e carestia; tutto dipendeva dal Nilo: se fosse esondato troppo avrebbe causato allagamenti non voluti, ma se esondava poco era molto peggio, perché vi sarebbe stata mancanza d’acqua con conseguente povertà e fame.
Una storia di lunga carestia è arrivata sino a noi tramite “La stele della carestia”, un’epigrafe situata nei pressi di Assuan, che parla di un periodo di sette anni di siccità.
Stele della carestia- Periodo tolemaico- Assuan-Egitto
Secondo l’epigrafe la carestia accadde sotto il regno del faraone Djoser della III dinastia, siamo circa al 2500 a.C., eppure la stele è stata incisa nel periodo tolemaico, ovvero tra il 332 ed il 31 a.C. perché?
Forse perché si paragonava la decadenza dell’Egitto tolemaico zeppo di corruzione, depravazione e di continue congiure a palazzo, al periodo della carestia, sperando che le cose potessero migliorare tramite un sogno?
Sì perché di questa storia di sette anni di miseria egizia oltre alla “Stele della carestia” se ne parla nella Bibbia con la storia di Giuseppe, che dà l’interpretazione al sogno del faraone, a sette anni di abbondanza seguiranno sette anni di carestia, così mentre i popoli vicini erano in miseria, gli egizi riuscirono a salvarsi dalla fame con le provviste accantonate nei sette anni di abbondanza.
Anche se la storia si confonde col mito, è probabile che debba esserci stato veramente un periodo siccitoso e difficile dato che di questi anni critici se ne parla anche nelle storie di molti popoli del Vicino Oriente, un po’ come la storia del diluvio universale che è presente in molte mitologie, ciò fa riflettere su come possano alternarsi i periodi climatici, su come possano essere benefiche o deleterie per l’economia le condizioni climatiche, per progredire occorre un clima prospero, anche tutt’oggi, in quanto a determinati eventi abbiamo solo la possibilità della prevenzione, per esempio non possiamo prevedere terremoti, possiamo costruire però edifici solidi.
Statua in calcare del faraone Djoser-2510-2485 a. C.- Museo Egizio
Tuttavia il Nilo deve essere stato assai generoso, perché come ben sappiamo la civiltà egizia è stata una delle più importanti e ci ha lasciato opere incredibili, come ad esempio le piramidi, modello sia architettonico che sociale, in quanto l’organizzazione era piramidale, al vertice il faraone, considerato un dio dal potere assoluto, comandava l’esercito, decideva le leggi, le stagioni di semina e raccolta e prendeva tutte le decisioni politiche, economiche e sociali.
Mosaico del Nilo- I-II secolo a. C. - Museo archeologico di Palestrina-Roma
Il cosiddetto “Mosaico del Nilo” del I-II secolo a.C. custodito nel Museo archeologico di Palestrina, raffigura la regione dell’Alto e Basso Egitto in epoca tolemaica, quindi una civiltà ormai alla fine, mostra il momento della piena del fiume Nilo, ci rappresenta la ricchezza di queste terre con scene di caccia e ogni sorta di belve vere o mitologiche, grandi città, capanne, navi e barche di pescatori.
Nella parte iniziale del mosaico vi è la raffigurazione del delta del Nilo, con le processioni nei templi e il banchetto sotto ad un gazebo con grandi teli, per festeggiare la piena del fiume che era per gli egizi dopo tremila anni ancora un momento sacro, legato alla Fortuna causa di eventi favorevoli o sfavorevoli, una dea bendata che distribuisce a caso il bene o il male.
(Continua)
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Le parti precedenti ai links:
https://www.internationalwebpost.org/contents/IL_CIBO_NELL%E2%80%99ARTE_(I%5E_Parte)_32186.html
https://www.internationalwebpost.org/contents/IL_CIBO_NELL%E2%80%99ARTE_(II%5E_Parte)_32282.html
https://www.internationalwebpost.org/contents/IL_CIBO_NELL%E2%80%99ARTE_(III%5E_Parte)_32352.html
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Tony
Molto innovativo ed informativo.....
Commento del 22:23 17/11/2023 | Leggi articolo...
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