ZAPORIZHZHIA, NUOVO ATTACCO: SCAMBIO ACCUSE RUSSIA-UCRAINA

Cosa è accaduto e cosa potrebbe accadere

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Un nuovo attacco contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia (Znpp) è stato denunciato sia da russi che ucraini, che si accusano a vicenda. Secondo l’agenzia stampa russa Tass, le forze ucraine hanno sparato oggi due volte contro la centrale, che è sotto occupazione russa da marzo, ma dove continuano a lavorare i tecnici ucraini.

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Anche la compagnia ucraina dell’energia Energoatom, denuncia attacchi contro la centrale, puntando il dito contro le forze filorusse. Oggi i russi hanno bombardato ancora la Znpp, cinque colpi sono stati registrati "nell’area dell’ufficio del comandante della centrale, vicino all’area della saldatura e il deposito delle fonti radioattive. Dell’erba ha preso fuoco in una piccola area, ma nessuno è stato ferito", ha riferito Energoatom su Telegram.

Successivamente, continua il post, altri cinque colpi hanno raggiunto "l’area del dipartimento dei pompieri, non lontana dalla Znpp.. Per tutelare la sicurezza dei lavoratori della centrale, gli autobus con il personale del turno entrante sono stati rimandati indietro a Energodar. Fino a quando non si normalizzerà la situazione, rimarrà in servizio il personale presente nella centrale". Secondo Energoatom, "la situazione nella centrale è al momento sotto controllo. La notizia, subito diffusa fra il pubblico ostile, che lo staff ha lasciato la centrale in presa al panico, è un falso e una manipolazione".

MOSCA

cms_27128/Logo_Russia.jpgLe azioni criminali dell’Ucraina contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia potrebbero portare il mondo sull’orlo di una catastrofe nucleare. Lo ha affermato il Rappresentante Permanente della Russia all’Onu Vasily Nebenzya alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, a quanto riporta la Tass.

"Abbiamo ripetutamente avvertito l’Occidente che, se non lo riporta in sé, il regime di Kiev prenderà i passi più mostruosi e sconsiderati, le cui conseguenze andranno ben oltre i confini dell’Ucraina. Sfortunatamente, questo è esattamente quello che sta succedendo ora", ha detto il diplomatico. "Gli attacchi criminali di Kiev alle infrastrutture nucleari stanno spingendo il mondo sull’orlo di una catastrofe nucleare di dimensioni paragonabili a quella di Chernobyl", ha affermato Nebenzya.

"Se gli attacchi delle forze armate dell’Ucraina continuano, può accadere in qualsiasi momento. E i territori di Kiev, Zaporozhye, Kharkov, Poltava, Kherson, Odessa, Nikolaev, Kirovograd, Vinnitsa, la DPR e la LPR saranno minacciate di contaminazione radioattiva, così come le aree di confine di Russia e Bielorussia, oltre a Moldova, Bulgaria e Romania". "E queste sono le previsioni più ottimistiche degli esperti - ha aggiunto - La reale portata di un disastro alla centrale nucleare di Zaporizhzhya è persino difficile da immaginare: in questo caso, tutta la responsabilità ricadrà sugli sponsor occidentali di Kiev".

KIEV

cms_27128/Ukr.jpg"La Russia deve ritirarsi dalla centrale nucleare per ripristinare la sicurezza dell’Europa", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a quanto riporta Kviv Independent.

"La Russia ha raggiunto un nuovo minimo nella storia globale del terrorismo", ha detto Zelensky.

"Nessun altro ha usato una centrale nucleare così sfacciatamente per minacciare il mondo intero e chiedere alcune condizioni".

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Cosa è accaduto e cosa potrebbe accadere

Mentre si continuano a rincorrere le notizie su attacchi nella zona della centrale di Zaporizhzhia e lo scambio di accuse fra Ucraina e Russia sulla responsabilità di tali attacchi, l’Isin (ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) cerca di fare chiarezza sulla situazione nella centrale, per quanto si apprende dalle fonti ufficiali, e su ciò che potrebbe accadere ove gli attacchi continuassero e si intensificassero.

cms_27128/fd908c718bd1a5340112924dac954682.jpgCosa è accaduto in questi giorni e le correlate conseguenze - Stando a quanto dichiarato dall’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, nel comunicato del 9 agosto, vi sono state due azioni belliche che hanno portato, la prima il 5 agosto, a danneggiare la linea di alimentazione elettrica esterna, la seconda, del 6 agosto, parti di edifici nella zona presso la quale è stoccato a secco il combustibile nucleare esaurito. Non sono stati riportati danni ai contenitori del combustibile mentre è risultato danneggiato il sistema di monitoraggio radiometrico della zona. L’Agenzia dichiara che, sulla base di queste informazioni, non vi sono rischi immediati per la sicurezza nucleare.

La situazione continua però a destare molta preoccupazione, in quanto restano compromessi alcuni elementi importanti che contribuiscono ad assicurare il richiesto elevato livello di sicurezza, in particolare: la persistente indisponibilità di parte della rete di alimentazione elettrica esterna; l’impossibilità per il personale di gestire l’impianto in maniera autonoma, vista l’occupazione del sito, compresa l’impossibilità di accedere al centro di gestione delle emergenze sul sito; l’assenza di contatti regolari con l’autorità di regolamentazione competente.

Cosa potrebbe accadere - Le barriere e i sistemi di sicurezza delle centrali, progettati per resistere a eventi di origine antropica e naturale anche gravi, possono aiutare a prevenire eventuali significativi rilasci di radioattività nell’ambiente anche nelle circostanze in cui un atto bellico colpisca e danneggi parti anche vitali della centrale. Per contro, tali danni posso indurre lo sviluppo scenari incidentali più gravi caratterizzati dal danneggiamento del nocciolo del reattore e della struttura di contenimento, con rilasci significativi di radioattività nell’ambiente.

Il Wenra e l’Herca, le associazioni degli enti europei in materia di radioprotezione e sicurezza nucleare, hanno valutato che le loro conseguenze richiederebbero un’evacuazione nel raggio di 20 km e di riparo al chiuso nel raggio di 100 km, pertanto con un impatto significativo per la popolazione Ucraina. Nel caso sarebbe comunque richiesta una modellazione puntuale della dispersione del rilascio radioattivo che tenga conto delle reali condizioni, in particolare meteorologiche. Ciò è ancor più valido per distanze maggiori che interessino i Paesi confinanti.

cms_27128/crisi-ucraina-e-centrali-nucleari-lallarme-dellesperto-radiazioni-nocive-anche-a-basse-dosi-e-a-lungo-termine-1280x720.jpgVa comunque evidenziato che siamo in uno scenario di guerra e che le centrali non sono comunque progettate nell’eventualità di gravi azioni belliche che dovessero colpire e danneggiare seriamente la struttura di contenimento dei reattori ed eventualmente i reattori stessi. In tali circostanze i rilasci di radioattività potrebbero essere superiori ed il raggio d’azione nel quale adottare misure protettive esteso. Di qui l’importanza e la necessità che le azioni belliche nell’area della centrale cessino quanto prima.

Ovviamente, nel caso dell’Italia, in ragione della distanza, fa sapere Isin, non sarebbero da prevedere in tali ipotetiche circostanze misure protettive dirette, ma una modellazione della dispersione atmosferica ed un attento monitoraggio radiometrico.

Redazione Esteri

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