XI JINPING VERSO LA “RISOLUZIONE STORICA”

Il Presidente cinese rompe le regole e si prepara al terzo mandato

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Il sesto Plenum del Partito comunista cinese ha appena dato avvio ad un meeting a porte chiuse. In Cina non è inusuale avere una visione esterna opaca del potere, e al Zhongnanhai, sede del potere cinese situata a pochi passi dalla città proibita, la storia si ripete.

I quasi 400 funzionari che compongono il Comitato centrale, tra effettivi e supplenti, si sono riuniti a Pechino per la plenaria di quattro giorni, come ha riferito l’agenzia Xinhua; ovviamente a presiedere ci sarà Xi Jinping. Questo evento, ciclico nella vita del PC cinese, permette di avere delucidazioni, informazioni e messaggi su come Xi Jinping, il Partito e la Cina stessa si muoveranno.

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L’assemblea plenaria avviene in un momento segnato dal conflitto sempre più intenso con gli Stati Uniti, dall’esponenziale aumento delle tensioni con Taiwan, dai dubbi sull’economia interna e sulle divergenze del Partito. Ecco perché molti occhi sono puntati sul risultato che emergerà da questi quattro giorni di lavori.

Secondo molti media locali (Xinhua) ed internazionali, la plenaria dovrebbe rafforzare ulteriormente la forza e la presa di potere del Presidente Xi Jinping, in vista del congresso del Pcc di fine 2022. Il Presidente e i funzionari presenti sembrano essere orientati verso risoluzioni sui principali risultati e sull’esperienza storica. Ciò implicherebbe l’assegnazione dell’ennesimo mandato a Xi, consolidando la sua posizione di leader più potente della Cina dai tempi di Mao Tse Tung. Da specificare come Xi Jinping sarebbe così alla sua terza presidenza, nonostante il limite dei due mandati imposto per evitare le derive del potere personale.

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Questa tipologia di azione, la ‘’risoluzione storica’’, sarebbe tutt’altro che inedita: nella storia cinese sarebbe la terza volta in cento anni, sempre ad opera del Partito Comunista. La prima risale al 1945, con Mao, nel pieno della guerra civile che avrebbe portato i comunisti al potere quattro anni dopo, mentre la seconda si è registrata nel 1981, sotto la direzione di Deng Xiaoping, padre delle riforme del dopo Mao.

Con questa ‘’rivoluzione’’, Xi Jinping si porrebbe alla pari, se non oltre, dei due totem del comunismo cinese, Mao e Deng, gettando le basi per il futuro ed auspicando alla Cina come prima potenza mondiale.

Riccardo Seghizzi

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