XI JINPING APRE LA CONFERENZA DI DAVOS
Il punto sulle sfide globali

Lunedì 17 gennaio ha preso il via l’annuale conferenza di Davos del World Economic Forum, che si sta svolgendo a distanza a causa dei problemi di salute e sicurezza globale legati alla diffusione della variante Omicron del Covid-19.
Nell’inaugurare la prima sessione, Xi Jinping afferma che le principali economie devono diffidare delle "ricadute negative" che colpiscono la ripresa globale. Le banche centrali dovrebbero mantenere lo stimolo monetario riducendo i tassi di interesse, mediante un allentamento quantitativo o altri modi per aumentare la quantità di denaro e il credito. In caso contrario si rischierebbero "gravi conseguenze economiche". Tra questi i più determinanti sarebbero gli effetti di spillover, ovvero di come fenomeni per cui le attività economiche volte a beneficiare un determinato settore o una determinata area territoriale producono effetti anche oltre tali ambiti, in particolare sui mercati in via di sviluppo, che subirebbero il peso maggiore.
Nel suo discorso virtuale il presidente ha affermato che, mentre stanno emergendo rischi di inflazione globale, i responsabili politici dovrebbero rafforzare il coordinamento delle politiche economiche e sviluppare politiche per evitare che l’economia mondiale crolli di nuovo.
Ha quindi chiesto ai paesi di deporre la “mentalità da guerra fredda”, affermando che la storia ha ripetutamente dimostrato che lo scontro porta solo a ripercussioni disastrose.
Le osservazioni proposte dal leader cinese arrivano in un momento assai caldo dal punto di vista geopolitico, con tensioni sempre più incalzanti tra Cina e Stati Uniti su Taiwan e Hong Kong e con l’intensificarsi dei timori per una possibile invasione russa dell’Ucraina. “Il nostro mondo oggi è tutt’altro che tranquillo. Le retoriche che alimentano odio e pregiudizio abbondano. Gli atti di contenimento, soppressione o confronto che ne derivano danneggiano la pace e la sicurezza mondiale” ha aggiunto. “La storia ha dimostrato più e più volte che il confronto non risolve i problemi. Invita solo conseguenze catastrofiche. Il protezionismo e l’unilateralismo non possono proteggere nessuno. Alla fine danneggiano gli interessi degli altri oltre ai propri. Ancora peggio sono le pratiche di egemonia e bullismo, che vanno contro la marea della storia”. Xi Jinping ha affermato che “la via giusta per l’umanità è lo sviluppo pacifico e la cooperazione vantaggiosa per tutti”.
La tesa relazione tra Pechino e Washington su Taiwan è stata identificata dagli analisti già sul finire dello scorso anno come un rischio maggiore per l’Asia quest’anno, mentre uno dei massimi esperti della regione ha precedentemente avvertito che l’“inquietante” repressione della Cina sulle azioni cinesi quotate negli Stati Uniti potrebbe essere interpretata come le prime fasi di una nuova Guerra fredda.
Nel luglio dello scorso anno, l’economista Stephen Roach ha dichiarato alla CNBC, canale televisivo americano di notizie economiche a pagamento, che le tensioni tra Stati Uniti e Cina potrebbero raggiungere livelli mai visti dall’inizio degli anni ’70.
La Cina afferma che Taiwan fa parte del proprio territorio e ha esercitato pressioni sull’isola affinché accogliesse di buon grado di entrare sotto la sua giurisdizione. I leader di Taiwan, al contrario, sostengono che l’isola sia uno stato sovrano.
Oltre a questioni geopolitiche propriamente dette, il discorso del presidente cinese all’evento virtuale del World Economic Forum ha toccato una serie di questioni collaterali, tra cui un appello a stringere una cooperazione internazionale per sconfiggere insieme la pandemia di coronavirus e un tentativo di rassicurare coloro che sono preoccupati per le Olimpiadi invernali di Pechino. L’inizio dell’evento è previsto per il prossimo febbraio, anche se non sono pochi i paesi che minacciano il boicottaggio per ragione politiche come accadeva per altro in passato.
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