XI AL FIANCO DELLA RUSSIA SULL’UCRAINA ...PUTIN AL FIANCO DELLA CINA SU TAIWAN

Fronte comune anti Usa

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cms_24698/RUSSIA_E_CINA.jpgXi Jinping e Vladimir Putin lanciano, nel loro incontro a Pechino, una alleanza geopolitica a tutto campo fra Cina e Russia che proietta le due "potenze mondiali" come super potenza, non più solo in grado di competere con gli Stati Uniti ma anche, questo appare nelle intenzioni dei due Presidenti, di sancirne il superamento. Sembra essere stato compiuto il salto quantico, favorito dalla questione Ucraina e da "un momento che attraversa cambiamenti epocali", da intesa a fronte comune contro le pressioni degli Usa a livello globale, contro il loro "sforzo per destabilizzare Europa e Asia". Tutto in nome di una "amicizia fra i due Paesi" che "non ha limiti" e in cui "non ci sono settori di cooperazione tabù".

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Dall’Artico al Pacifico, dall’Europa agli Stati Uniti, da Taiwan all’Ucraina, solo l’Africa, dove la gara in corso fra Russia e Cina si fa sentire, rimane esclusa dal fronte comune, o quantomeno non citata nella lunga e articolata dichiarazione congiunta sottoscritta da Xi e Putin al termine del loro incontro a Pechino, il primo dall’inizio della pandemia e il 38mo dal 2013, poche ore prima della cerimonia di inaugurazione dei Giochi olimpici invernali di Pechino, segnati dal boicottaggio diplomatico degli Stati Uniti. Un testo, suddiviso in un preambolo e quattro capitoli, che appare come un vero e proprio programma di alleanza.

La partnership strategica è alimentata da cospicui interessi economici e dall’utilitaristico ribaltamento del concetto di democrazia, per cui "non esiste un modello politico di democrazia valido per tutti" e "un Paese può scegliere con quali forme e metodi attuarla, come può funzionare meglio in quel contesto".

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Oggi sono state concordate altre forniture di gas (10 miliardi di metri cubi l’anno dai giacimenti dell’Estremo oriente russo) e petrolio (100 milioni di tonnellate per i prossimi dieci anni, attraverso il Kazakistan). E’ stato sancito un accordo per rendere "compatibili e interoperabili" le due costellazioni di satelliti per l’osservazione della Terra, Glonass e BeiDou. Cina e Russia si ripromettono perfino di "legare lo sviluppo dell’Unione economica euroasiatica (di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazaihstan, Kirghizistan e Armenia) all’iniziativa della Belt and Road per "intensificare la cooperazione concreta in diversi settori".

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Non c’è un ’articolo 5’, come quello della Nato sulla mutua difesa tra alleati. Ma Xi si presta di buon grado a precisare che la Cina "comprende e sostiene" le proposte avanzate dalla Russia per la definizione di garanzie di sicurezza vincolanti e a lungo termine in Europa. Che "le parti si oppongono a una ulteriore espansione della Nato e chiedono che l’Alleanza atlantica eviti di adottare approcci ideologici derivanti dai tempi della Guerra Fredda". E sollecita l’Alleanza atlantica a "rispettare la sovranità, la sicurezza e gli interessi degli altri Paesi, e la diversità delle loro culture e tradizioni storico culturali, e accettare lo sviluppo pacifico di altri governi".

Putin, dal canto suo, fa propria la visione di Xi su Taiwan. Non solo ribadendo la sua adesione al principio ’Una sola Cina’, che "Taiwan è parte inalienabile della Cina" e che Mosca si oppone a "qualsiasi forma di indipendenza di Taiwan". Ma è al fianco di Pechino, contro "le ingerenze negli affari interni" dei Paesi.

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Cina e Russia "aumentano la loro cooperazione" nelle non citate e rispettive regioni "vicine" (vale a dire, Ucraina e Taiwan). Proprio mentre Emmanuel Macron annuncia il suo viaggio a Mosca lunedì, prima di recarsi a Kiev il giorno dopo, e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, la sua visita a Mosca il 14 e a Kiev il giorno dopo, Putin e Xi sottolineano che, insieme, si oppongono, "ad azioni di forze esterne che minano la sicurezza e la stabilità" in queste regioni e intendono contrastare insieme "l’nterferenza di forze esterne negli affari interni di Paesi sovrani e si oppongono alle ’rivoluzioni colorate’".

La Cina è al fianco della Russia nel chiedere agli Stati Uniti di "abbandonare i loro piani di dispiegare missili a corto e a medio raggio basati a terra nelle regioni dell’Asia-Pacifico e in Europa" e su questo tema Mosca e Pechino "intendono continuare a mantenere contatti e a rafforzare il coordinamento".

La cooperazione fra Russia e Cina - due Paesi membri permanenti, con diritto di veto, del Consiglio di sicurezza dell’Onu e del G20, uniti nella lotta alla pandemia e nello sviluppo dei vaccini anti-Covid - si estende fino all’Artico. Putin e Xi, che oggi hanno avuto un colloquio di due ore e mezzo, sottolineano che le parti hanno concordato di "rafforzare in modo costante la cooperazione per lo sviluppo sostenibile" al Polo Nord.

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E, naturalmente, al Pacifico: i due Paesi criticano esplicitamente la "strategia" degli Stati Uniti per l’Indo-Pacifico, la "formazione di strutture a blocchi chiusi" nella regione dell’Asia-Pacifico". Intendono "rimanere molto vigili rispetto all’impatto negativo della strategia degli Usa per l’Indo-Pacifico su pace e stabilità" nell’area. Il Patto Aukus, che dallo scorso anno lega Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti, genera "seria preoccupazione".

L’Asia ’contro’ l’Occidente. Quando la lunga dichiarazione si avvia a conclusione, c’è anche il mondo visto dall’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (la Sco si cui fanno pare Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, India, Pakistan e Iran, ammesso lo scorso anno) e dall’Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico (Apec).

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Pechino e Mosca vogliono "rafforzare ulteriormente il ruolo" della Sco "nella definizione di un ordine mondiale policentrico basato su principi riconosciuti a livello universale" e dell’Apec come "piattaforma principale per il dialogo multilaterale su questioni economiche nella regione Asia-Pacifico".

Con il ’loro’ concetto di "multilateralismo", torna per la Sco quello di "sicurezza sostenibile" con "l’importanza" di attuare "in modo coerente" gli accordi sui meccanismi per "contrastare sfide e minacce alla sicurezza degli Stati membri", L’accento è posto sulla "Struttura regionale anti-terrorismo della Sco" (Rats) e sull’interazione, non solo economica.

(fonte AdnKronos- foto dal web)

Redazione

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