Varato un decreto che impone anche in Spagna l’auto-isolamento

Sanchez: “Uniti contro la crisi, il virus non ha frontiere”

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Gli ultimi dati registrati dalle fonti del Ministero della Salute spagnolo, riportano un totale di 7.753 contagi, di cui 3.544 concentrati nella sola Comunità di Madrid, con un vertiginoso aumento di 1.700 casi positivi nelle ultime 24h e 288 morti, 152 in più rispetto al giorno precedente alla data in cui sarebbero state registrate tali cifre, domenica. Di fronte ad una situazione di tale portata il governo centrale che fino ad ora era rimasto cauto, lasciando che le varie comunità assumessero le misure che più ritenevano adeguate a contenere il contagio, ha adottato il decreto reale 463/2020 del 14 marzo, controfirmato dal presidente Pedro Sanchez, con il quale si dichiara lo Stato di allarme per la gestione della situazione di crisi sanitaria cagionata dal diffondersi del COVID-19, per cui l’Oms si era già mobilitata dichiarando lo stato di pandemia. Lo stato di allarme, che come previsto dall’art.116 della Costituzione spagnola e dalla Legge organica 4/1981, del 1 di giugno, sullo stato di allarme, d’eccezione e d’assedio, entra in vigore tramite decreto previamente concordato dal Consiglio dei Ministri, la cui riunione nella giornata di sabato si è protratta per 7 ore, abilita il governo, quando si producano crisi sanitarie che suppongano alterazioni gravi dello stato di normalità, ad adottare provvedimenti in misura eccezionale che siano validi su tutto il territorio nazionale con caducità a 15 giorni dall’entrata in vigore. Nonostante il decreto parlasse di lunedì 16 come data utile per l’inizio della serrata, nel discorso alla nazione, il presidente Sanchez avrebbe anticipato all’immediatezza, quindi alla sera di sabato 14, l’attuazione delle misure contenute nel real decreto.

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Le misure previste dalla suddetta norma, si inseriscono in maniera proporzionata al contesto circostante di estrema gravità e urgenza e non pregiudicano alcun diritto fondamentale, come previsto dall’art.55 della Costituzione spagnola. Tali misure infatti si inquadrano nell’ambito dell’azione decisa dal Governo volta a proteggere la sicurezza e la salute pubbliche, principi costituzionali inderogabili e suscettibili a sovrastare in ogni evenienza altri principi che vi possano entrare temporaneamente in conflitto. Oltre alla chiusura di tute le attività commerciali ad eccezione di quelle che riforniscono i cittadini dei beni di prima necessità, e per il momento anche di parrucchieri e barbieri, sono state imposte limitazioni alla libera circolazione delle persone, le quali sono invitate a non lasciare le proprie abitazioni se non per motivi dettati da urgenza o forza maggiore, quindi per l’acquisizione di alimenti, prodotti farmaceutici e altri generi di prima necessità, assistenza ad anziani, minori e invalidi, spostamento verso attività finanziarie e di assicurazione, o qualsiasi attività di natura analoga che dovrà necessariamente essere svolta individualmente. Le sanzioni molto serie previste in caso di non collaborazione fungono da deterrente, si tratta di multe che oscillano dai 500 ai 1.500€. Nonostante quindi le lamentele circa l’invasione della sfera di competenze attribuite alle comunità, soprattutto dalla Catalunya, dove ad esempio l’ex consigliera avrebbe twittato: “de Madrid al cielo”, ricevendo una valanga di critiche, come ribadisce Sanchez, è necessario soprattutto in questo momento mettere da parte le divergenze e combattere insieme questa crisi che non ha frontiere. Dopo le scene di assalti ai supermercati degli ultimi due giorni, la popolazione sembrerebbe aver concepito che è basilare sviluppare un certo grado di responsabilità e coscienza individuali e rispettare quanto disposto dalle autorità competenti per uscire nel più breve tempo possibile e il più possibile indenni da questa situazione. Dalle 22 di sabato intanto si ripetono i flashmob dalle finestre e dai balconi di tutte le città spagnole che hanno tenuto a dimostrare riunendosi in un caloroso applauso collettivo, il sostegno agli operatori sanitari che stanno vivendo momenti difficili e stanno lavorando notte e giorno per tutti noi.

Federica Scippa

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