VITE CHE FANNO LA STORIA
Sophie Scholl

"Come possiamo aspettarci che la giustizia prevalga quando non c’è quasi nessuno disposto a dare se stesso individualmente per una giusta causa? È una giornata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone sono risvegliate e suscitate all’azione?"
Queste le ultime parole di una ragazza di soli 21 anni, prima di essere decapitata. Condannata a morte per aver stampato e diffuso dei volantini contro il regime.
Lei era Sophie Scholl, e insieme al fratello, Hans, aveva fondato a Monaco di Baviera la Rosa Bianca, gruppo di resistenza tedesco ispirato a valori cristiani, che rifiutava nettamente il regime nazista.
Avevano scelto la strada della non violenza: la loro unica arma erano i volantini, con i quali invitavano la popolazione alla resistenza passiva. Li producevano di nascosto, in casa, e poi li diffondevano inviandoli in busta chiusa a indirizzi scelti a caso, o lasciandoli per strada o sugli autobus.
Un giorno decisero che era giunto il momento di distribuirli anche all’università, per sensibilizzare gli studenti: era il 18 febbraio 1943 e dopo aver lanciato molti volantini fuori dalle finestre, Sophie corse sulle scale dell’atrio per lanciare gli ultimi.
Ma a quel punto fu la fine: furono scoperti, arrestati, interrogati e torturati dalla Gestapo, e poi accusati di alto tradimento.
Condannati a morte, furono ghigliottinati il 22 febbraio 1943.
Sophie Scholl rappresenta ancora oggi il simbolo della resistenza tedesca alla dittatura di Hitler, la migliore gioventù che rifiutò di farsi obnubilare il cervello dall’oscena propaganda nazista, continuando a ragionare con la propria testa. Arrivando a mettersi in gioco in prima persona per denunciare gli orribili crimini di un regime efferato e spietato, sapendo di rischiare moltissimo.
Ma quanti oggi conoscono la sua storia? Quanti giovani ricordano il suo sacrificio?
Per questo non si può non applaudire alla singolare iniziativa della televisione pubblica tedesca che, per celebrare il centenario dalla nascita (avvenuta il 9 maggio 1921) ha creato un profilo Instagram a Sophie Scholl, con un’attrice che impersona la giovane Sophie che racconta giorno dopo giorno la sua vita, i suoi pensieri, le sue riflessioni, le sue paure. Ci sono video, selfie, sondaggi, storie.
Uno strano esperimento che ha senza dubbio il merito di avvicinare le più giovani generazioni a un pezzo di storia che non può essere ridotto a un paragrafo di un libro di scuola. Ma deve essere raccontato con qualunque mezzo, anche con i social, se sono lo strumento più vicino ai giovani.
Perché la storia deve essere conosciuta per non essere rivissuta.
(Il profilo instagram è “Ich bin Sophie Scholl”, vi consiglio di dare un’occhiata anche se è in tedesco, è un bell’esempio di cosa la televisione di Stato può o dovrebbe fare per essere veramente servizio pubblico).
La Farfalla della gentilezza(Valentina M. Donini)
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