VIOLENZE INACCETTABILI
Il Congo sotto lo scacco dei ribelli

Una terra martoriata, da sempre scenario di indescrivibili brutalità, continua a far parlare di sé a causa di innumerevoli lotte interne. La Repubblica democratica del Congo, nello specifico la regione nord-est, non riesce a trovare pace nelle regioni di Kivu e dell’Ituri. Villaggi saccheggiati e bande armate disposte a tutto, anche a compiere violenze contro gli stessi abitanti. Il livello di allerta è ai massimi storici ed è per questo che oltre al Congo si è deciso di schierare una forza regionale per combattere i ribelli. Tale provvedimento è sopraggiunto a Nairobi, in un dialogo che ha visto coinvolti Kenya, Burundi, Uganda, RDC e Rwanda.
È noto a tutti che i paesi sopracitati vantano grandi interessi nella regione, che da sempre si presenta come un territorio ricco di materie prime. Per questo, i cinque paesi hanno inviato ai ribelli un invito a partecipare senza condizioni al processo politico. Ovviamente, schierare una forza regionale non è la soluzione più idonea per arrivare alla tanto desiderata pace. Infatti, molti militanti alla forza regionale operano per procura, perché hanno svariati interessi. È giusto sottolineare che la forza regionale affianca una sostanziosa presenza di caschi blu (la Monusco), che conta 15mila soldati.
Tante le questioni delicate sul tavolo, al fronte delle quali la stessa Onu non è riuscita nell’intento di ristabilire la pace. L’Onu è presente sul territorio da oltre 20 anni, ma senza portare risultati concreti. Un cittadino si sfoga apertamente: "Purtroppo è da diversi anni che sono presenti e le violenze non si sono mai fermate anzi, spesso avvengono davanti alle aree del Monusco". Tanta è la sfiducia verso l’Onu dinanzi a un popolo che ormai sembra rassegnato alla propria sorte. Il desiderio legittimo di pace si infrange dinanzi alla cruda realtà, dove i cittadini esclamano apertamente: "Possono anche partire senza problemi".
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