VACCINO COVID-19 E ANTICOAGULANTI

“I benefici del vaccino Covid-19 Astra Zeneca superano i rischi nonostante un possibile collegamento con casi molto rari di trombi associati ad un livello basso di piastrine” si legge in una nota informativa dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) del 24 marzo 2021.
Nonostante le rassicurazioni dell’AIFA, già presenti in un comunicato dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), la sospensione temporanea del vaccino Astra Zeneca ha lasciato uno strascico di incertezza per quanto riguarda il rischio di eventi trombotici. E questo ha portato, di conseguenza, molti pazienti a chiedere al proprio medico di essere sottoposti a una profilassi con terapie anti-trombotiche prima della vaccinazione e in alcuni casi a ricorrere addirittura al “fai da te”, con l’assunzione di aspirina o eparina a basso peso molecolare.
Se il rimedio è peggiore del “male”.
Dare il via a una profilassi anti-trombotica prima o dopo la vaccinazione rischia di creare più danni che benefici, di essere appunto un “rimedio peggiore del male”, pur premettendo che in questo caso il “male” è la vaccinazione anti Covid-19, in realtà una spinta fondamentale verso l’uscita dalla pandemia. Per chiarire questo concetto e comprendere meglio il reale rischio legato alla vaccinazione può essere utile affidarsi ai pareri esperti della SISET, che sin dalle prime segnalazioni di casi di trombosi in sedi inusuali (in particolare trombosi venosa cerebrale) si sono adoperati per monitorare la situazione, accingendosi anche a istituire un registro nazionale dei casi di trombosi nei pazienti in precedenza vaccinati.
In un comunicato pubblicato sul proprio sito web, SISET ribadisce la propria posizione nel dibattito sulla presunta attività pro-trombotica della vaccinazione, rafforzando la raccomandazione già espressa: no alla profilassi anti-trombotica (a meno che le terapie non siano già assunte per prescrizione medica precedente) e agli esami di laboratorio o strumentali per controllare un supposto rischio trombotico. Raccomandazioni valide sia per il pre- che per il post-vaccinazione.
Consigli pratici
Il fatto che il legame diretto tra vaccinazione ed eventi trombotici non sia stato dimostrato non significa che bisogna abbassare la guardia.
Le autorità regolatorie nazionali e internazionali proseguono senza sosta il monitoraggio attento degli eventi avversi ed è importante che medici e pazienti segnalino eventuali sintomi suggestivi di problemi di coagulazione.
“Bisogna inoltre prestare attenzione alla presenza di sanguinamento muco-cutaneo quale segno di possibile piastrinopenia” spiegano gli esperti SISET, che hanno preparato anche un documento con alcune indicazioni pratiche sulle vaccinazioni anti Covid-19 per pazienti con trombosi/trombofilia.
Nato in seguito alle richieste dei pazienti sui possibili rischi della vaccinazione e sulla possibilità per loro di essere identificati come pazienti a rischio data la loro patologia, il documento si riferisce in particolare a tre categorie:
1) pazienti in trattamento anticoagulante orale e pazienti con malattie emorragiche gravi,
2) pazienti con pregressa trombosi
3) pazienti con trombofilia asintomatici e pazienti con malattie emorragiche congenite meno gravi.
Un ulteriore guida, dunque, per orientarsi nel complesso scenario del rischio trombotico legato a Covid-19 e alla relativa vaccinazione.
(Fonte: Univadis)
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.