Ue, Conte: "Fase di stallo, negoziato complicato" (Altre News)

Frei Betto: "In Brasile genocidio e Bolsonaro si compiace" - Morto John Lewis, leader del movimento diritti civili negli Usa - Allarme bomba, evacuato treno in Norvegia - Germania, arrestato il ’Rambo’ della Foresta Nera

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Ue, Conte: "Fase di stallo, negoziato complicato"

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"Siamo in una fase di stallo. Il negoziato è più complicato del previsto", aveva detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un videomessaggio da Bruxelles durante una pausa del Consiglio Ue. "Le partite in discussione sono molteplici e questo rende molto complicato questo passaggio. Tante le poste in gioco su cui stiamo cercando una sintesi e dobbiamo trovarla perché è nell’interesse di tutti, affermando il principio fondamentale che questi strumenti devono essere adeguati e proporzionati alla crisi che stiamo vivendo ed efficaci. Non serve a nessuno approvare strumenti che non siano efficaci, serve una risposta collettiva solida e robusta", aggiunge il premier, confermando che "ci stiamo confrontando duramente con l’Olanda ma anche con altri paesi cosiddetti frugali che non condividono la necessità di una risposta così sussistente sui sussidi".

Questi Paesi, ha continuato Conte, "mettono in discussione anche i loans, i prestiti. Stiamo cercando di coinvolgere tutti in questa prospettiva europea. Tutti devono comprendere che non è solo l’Italia che se ne giova, non solo la Spagna o il Portogallo e gli altri Paesi più colpiti o meno resilienti, ma l’intera Europa".

"In un’economia integrata - ha proseguito - dobbiamo tutti risollevarci per ripartire tutti insieme ancora più competitivi e resilienti. Dobbiamo competere nello spazio globale, con Cina e Usa, e dobbiamo farlo al più presto, perché ci sono tante sofferenze nelle nostre rispettive comunità, tante lacerazioni del tessuto sociale e produttivo, che meritano un pronto rimedio".

Conte ha poi incontrato in bilaterale la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per cercare un accordo sul pacchetto costituito dall’Mff 2021-27, il Quadro finanziario pluriennale dell’Ue, e da Next Generation Eu.

Frei Betto: "In Brasile genocidio e Bolsonaro si compiace"

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"In Brasile si sta consumando un genocidio!". E’ la drammatica testimonianza di Frei Betto, frate domenicano e scrittore, consulente della FAO e di movimenti sociali in una lettera aperta arrivata all’Adnkronos nella quale denuncia che "questo genocidio non scaturisce dall’indifferenza del governo Bolsonaro. E intenzionale. Bolsonaro si compiace dell’altrui morte".

"Mentre vi scrivo, il Covid-19, apparso da queste parti nel febbraio di quest’anno, - ricorda Frei Betto - ha già ucciso 76mila persone. Sono già 2 milioni le persone contagiate. Entro domenica 19 luglio, arriveremo a 80 mila vittime. E verosimile che in questo momento, mentre state leggendo questo mio drammatico appello, si raggiunga la soglia dei 100mila morti. Quando penso che nella guerra del Vietnam, durata 20 lunghi anni, sono state sacrificate le vite di 58 mila militari statunitensi, mi rendo conto della gravità di quanto sta accadendo nel mio paese. Questo orrore è causa di indignazione e ribellione. E sappiamo tutti che le misure precauzionali e restrittive, adottate da tanti altri paesi, sarebbero state in grado di evitare un così elevato numero di perdite".

Denuncia il frate domenicano: "Questo genocidio non scaturisce dall’indifferenza del governo Bolsonaro. E’ intenzionale. Bolsonaro si compiace dell’altrui morte. Quando era deputato, nel 1999, aveva dichiarato: ’Con il voto, non cambierete niente in questo paese, niente, assolutamente niente! Purtroppo, qualcosa cambierà solo se un giorno inizieremo una guerra civile, svolgendo il lavoro che il regime militare non ha fatto: ossia uccidendo circa 30mila persone’. Ha dedicato il suo voto a favore dell’impeachment della presidente Dilma, alla memoria del più noto torturatore dell’esercito, il colonnello Brilhante Ustra. E talmente ossessionato dalla morte, che una delle sue principali politiche di governo è la liberalizzazione del commercio di armi e munizioni. Interrogato, sulla porta del palazzo presidenziale, se non fosse dispiaciuto per la morte delle vittime della pandemia, ha risposto: ’Non credo a questi numeri’ (27/3, 92 morti); ’Un giorno moriremo tutti’ (29/3, 136 morti); ’E allora? Cosa volete che faccia?’ (28/4, 5.017 morti)".

"I motivi dell’intenzionalità criminale del governo Bolsonaro - scrive Frei Betto nella lettera aperta - sono evidenti. Lasciar morire gli anziani, per risparmiare risorse della Previdenza Sociale. Lasciar morire i portatori di pregresse patologie, per risparmiare risorse del SUS, il Sistema nazionale sanitario pubblico. Lasciar morire i poveri, per risparmiare risorse destinate al programma Bolsa Família e agli altri programmi sociali rivolti ai 52,5 milioni di brasiliani che vivono in povertà, e ai 13,5 milioni che si trovano in situazione di povertà estrema (dati del Governo federale). Non pago di tali funesti provvedimenti, il presidente ha ora stralciato, dal decreto emanato il 3 luglio, l’articolo che introduceva l’uso obbligatorio delle mascherine negli esercizi commerciali, nei luoghi di culto e nelle scuole. Ha inoltre eliminato l’obbligo di multa per il mancato rispetto delle norme e l’obbligo da parte del governo di distribuire mascherine ai più poveri, principali vittime del Covid-19, e ai detenuti (750mila). Tali emendamenti non annullano tuttavia le legislazioni locali che hanno già previsto l’uso obbligatorio delle mascherine".

Il frate domenicano ricorda inoltre che "l’8 luglio Bolsonaro ha stralciato degli articoli dalla legge, approvata dal Senato, che prevedevano per il governo l’obbligo di fornire acqua potabile e prodotti per igiene e pulizia, l’installazione di internet e la distribuzione di beni di prima necessità, semi e attrezzi agricoli, ai villaggi indigeni. Ha inoltre cancellato i fondi per l’emergenza destinati alla salute dei popoli indigeni, oltre che per facilitare l’accesso di indigeni e popolazioni quilombola, al bonus emergenza di 600 real (circa 100 euro) per tre mesi. Ha ancora cancellato l’obbligo a carico del governo di offrire un maggior numero di posti letto negli ospedali, ventilatori e macchinari per l’ossigenazione del sangue ai popoli indigeni e quilombola. Indigeni e quilombola sono stati decimati dalla crescente devastazione socioambientale, in particolar modo in Amazzonia. Vi prego di divulgare al massimo questo crimine contro l’umanità".

Morto John Lewis, leader del movimento diritti civili negli Usa

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John Lewis, uno dei leader del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, è morto all’età di 80 anni. Lewis era stato uno dei "Big Six", come venivano chiamati i sei principali leader del movimento, tra i quali vi era Martin Luther King Jr, e partecipò all’organizzazione della storica marcia del 1963 a Washington.

Eletto deputato in Georgia, nel distretto della capitale, Lewis aveva annunciato lo scorso dicembre di aver un tumore al pancreas. "Ho lottato per quasi tutta la mia vita, per la libertà, l’eguaglianza, i diritti umani, non ho mai fronteggiato una lotta come questa che ora sto affrontando", aveva detto allora.

Fondatore e presidente dello Student Nonviolent Coordinating Committee (Sncc), Lewis in questa veste organizzò e intervenne alla manifestazione durante la quale Luther King pronunciò il famoso discorso "I have a dream". Era l’ultimo degli oratori di quella marcia ancora in vita.

La Speaker democratica, Nancy Pelosi, ha ricordato Lewis come "un gigante del movimento dei diritti civili la cui bontà, fede e coraggio hanno trasformato la nazione". Sottolineando che al Congresso era "rispettato ed amato" in modo bipartisan, Pelosi ha affermato che "ogni giorno della vita di Lewis è stato dedicato ad ottenere libertà e giustizia per tutti".

La Naacp, la principale organizzazione per i diritti civili, si è detta profondamente "rattristata" per la scomparsa di Lewis che "con la missione di una vita dedicata alla giustizia, all’eguaglianza e alla libertà ha lasciato un segno permanente nel nostro Paese e nel mondo".

La morte di Lewis è avvenuta lo stesso giorno di quella di un altro leader del movimento dei diritti civili, C T Vivian che aveva 95 anni. Vivian fu tra gli organizzatori Freedom Rides , i viaggi della libertà, una protesta contro la segregazione sui mezzi pubblici nel Sud, e poi divenne il presidente della Southern Christian Leadership Conference.

"Quando sono stato eletto presidente degli Stati Uniti, l’ho abbracciato sul palco dell’inaugurazione e gli ho detto che ero lì solo grazie ai sacrifici che lui aveva fatto". Così Barack Obama.

"La prima volta che ho incontrato John ero all’università e gli ho detto che era uno dei miei eroi - ha continuato il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti - anni dopo, quando sono stato eletto al Senato, gli ho detto che ero sulle sue spalle".

"Ha amato così tanto questo Paese da rischiare la sua vita e il suo sangue così che potesse mantenere la sua promessa - ha detto ancora Obama - e nel corso dei decenni non solo ha dato tutto se stesso alla causa della libertà e giustizia ma ha ispirato intere generazioni a seguire il suo esempio". Nel 2011 Obama conferì a Lewis la President Medal of Freedom, la massima onorificenza civile americana.

Allarme bomba, evacuato treno in Norvegia

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Un treno fermo in stazione a Eidsvoll, 60 chilometri circa a nordest di Oslo, in Norvegia, è stato evacuato dopo il ritrovamento di un messaggio che alludeva alla presenza di una bomba. A darne notizia è stata la polizia, precisando che le perquisizioni effettuate a bordo del convoglio non hanno portato al ritrovamento di oggetti sospetti. Una minaccia analoga aveva interessato ieri un aereo della Ryanair in servizio tra Londra e la capitale norvegese. L’allarme era scattato a seguito del ritrovamento di una nota da parte dell’equipaggio. L’aereo era atterrato senza problemi e successivamente un cittadino britannico di 51 anni, sospettato di essere all’origine dell’episodio, era stato arrestato, quindi rilasciato.

Germania, arrestato il ’Rambo’ della Foresta Nera

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La polizia tedesca è riuscita oggi ad arrestare il 31enne che domenica scorsa aveva disarmato quattro agenti e si era poi rifugiato nella Foresta Nera. Già noto alle forze dell’ordine, l’uomo aveva minacciato con una pistola quattro agenti che si erano recati nella capanna doveva viveva e aveva sottratto poi le loro armi.

Centinaia di uomini, con l’aiuto di visori a infrarossi ed elicotteri, erano stati impegnati nella ricerca del fuggiasco, che la stampa aveva soprannominato "il Rambo della foresta nera". L’uomo era senza fissa dimora da quanto era stato sfrattato dalla sua abitazione nella cittadina di Oppenau, vicino Stoccarda. La procura lo ha descritto come "un fanatico delle armi", che si atteggiava a ranger del bosco e aveva un’ottima conoscenza del terreno. Al momento del suo arresto era in possesso di quattro armi da fuoco, mentre nella sua capanna erano stati trovati arco e frecce.

Nei giorni scorsi è stato trovato in un ristorante un documento, dal titolo ’Il richiamo della natura selvaggia’ che è stato attribuito al fuggiasco ed è molto simile al manifesto di Unabomber, un professore americano che viveva in una capanna nella foresta e aveva inviato 16 lettere bomba ad università e compagnie aeree, provocando la morte di tre persone.

Yves Rausch, questo il nome del ’Rambo’, aveva davanti a sé quattro pistole e un’ascia. Lo ha detto il procuratore capo Herwig Schaefer nel corso di una conferenza stampa, spiegando che l’uomo sarà sottoposto a perizia psichiatrica per ’’la gravità del crimine’’ commesso e per il suo trascorso. Verrà anche effettuato un esame del sangue per verificare che abbia assunto eventuali ’’sostanze o medicine’’. Fuggito sei giorni fa, l’uomo è stato catturato a due chilometri e mezzo dalla cittadina di Oppenau-Rambash, vicino a una fattoria, a ovest di Stoccarda. Nell’operazione è rimasto ferito sia il fuggitivo, sia un ufficiale delle forze speciali di polizia. Nella ricerca sono stati impiegati anche cani ed elicotteri, mentre ai residenti era stato chiesto di restare in casa. Due testimoni, tra cui un postino, avrebbero tuttavia fornito indicazioni utili al suo ritrovamento. ’’Sono grato e sollevato dal fatto che questa situazione eccezionale per la nostra città si sia conclusa’’, ha detto il sindaco di Oppenau Uwe Gaiser nel corso di una conferenza stampa.

Redazione

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