USA: RITIRO TRUPPE DALL’AFGHANISTAN ENTRO L’11/09

L’annuncio del presidente Biden si rifà alla data simbolo per gli Stati Uniti

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Marcia indietro, finalmente. Nella data meno banale di tutte l’annuncio meno banale di tutti: in prossimità dei venti anni dopo l’attacco di Al Qaida alle Torri Gemelle, l’attentato terroristico con più vittime di sempre nella storia, Joe Biden ha deciso di ritirare le truppe americane dall’Afghanistan. Data, come accennato, non casuale: dall’11 settembre 2001 gli Stati Uniti sono impegnati nella guerra più lunga della loro storia.

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La storica mossa dovrebbe essere annunciata nelle prossime ore, secondo quanto affermano i media statunitensi: questo vuol dire che i soldati americani della coalizione permarranno oltre la data del primo maggio, ossia al di là della scadenza negoziata da Donald Trump per l’abbandono completo delle forze straniere dall’Afghanistan. I talebani, dal canto loro, hanno minacciato nuovi attacchi contro le truppe degli Stati Uniti e della NATO nel caso in cui non dovesse essere rispettato il termine concordato. Anche se i dubbi restano, dato che il ritiro è soltanto ritardato di qualche mese. Anche l’Italia guarda a questa situazione come spettatrice interessata: “aspettatevi un annuncio a breve, siamo entrati insieme e usciremo insieme” aveva dichiarato Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, che volerà a Bruxelles per presiedere a una riunione ristretta e straordinaria riguardo tutta questa situazione. Nella capitale belga il segretario di Stato Anthony Blinken e il capo del Pentagono Lloyd Austin parleranno con gli altri partner della NATO, Germania in primis in quanto responsabile del secondo maggior contingente sul suolo afgano.

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A quella latitudini, in questo momento, ci sono circa tremila soldati americani e settemila della coalizione: per la maggior parte sono truppe di Paesi NATO come l’Italia, la quale mette a disposizione fino a ottocento militari. L’annuncio del Presidente Biden porrà il punto a una guerra costata finora migliaia di miliardi di dollari, oltre duemila e trecento militari statunitensi e ventimila feriti. Oltre ad almeno centomila civili afghani morti. Il POTUS ha deciso che sarebbe stato difficile chiudere la questione entro il primo maggio, optando per il posticipo in modo tale da far decollare gli sforzi di dialogo tra i talebani e il governo di Kabul, ad oggi sempre falliti. Nonostante le remore che circondavano il Congresso, tra chi chiedeva il ritiro immediato e chi esprimeva timori riguardo la permanenza prolungata, Biden opta per un compromesso non esente da rischi, che cerca di non deludere nessuno. Di fondo rimane la necessità di drizzare le antenne su altre possibili minacce. I talebani hanno annunciato di non voler partecipare al summit che si terrà in Turchia, voluto dagli Stati Uniti, fintanto che ci saranno “così tante truppe straniere in Afghanistan”, stando a quanto riportato da un portavoce su Twitter. La data fissata era quella di domani, ma probabilmente si dovranno fare i conti con un grande assente.

Francesco Bulzis

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