USA, BIDEN GRAZIA I CONDANNATI PER POSSESSO DI MARIJUANA

Una vera e propria svolta a livello federale

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cms_27789/0.jpegCome ho spesso ripetuto nella mia campagna elettorale, nessuno dovrebbe essere in carcere per l’uso o il possesso della marijuana”.

Con questa parole il presidente americano ha annunciato quella che si potrebbe definire una svolta storica a livello federale, voluta fortemente dall’amministrazione stessa.

Biden non riscuote attualmente grande successo, ma questo emendamento lo aiuta per lo meno a riappacificarsi con una parte del paese. Per troppo tempo, questi piccoli reati hanno compromesso la vita di migliaia di persone, che non riuscivano ad inserirsi nel mondo del lavoro a causa dei loro precedenti. Nello specifico, il presidente ha chiesto a tutti i governatori di usare lo stesso metro di giudizio anche per i reati statali.

Questa decisione è una vera e propria rivoluzione, perché la “grazia” per tutte le condanne a livello federale (inerenti al semplice possesso o consumo di marijuana) fa scattare un effetto domino su tanti provvedimenti. In sintesi, si arriverà a una depenalizzazione del reato, come ha confermato lo stesso Biden:”Ha stravolto troppe vite, mandare persone in prigione per reati che in molti Stati non lo sono neanche più”.

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Il problema è legato anche alla questione migranti, che per troppi anni sono stati oggetto di pregiudizi sull’uso di droghe. La riforma poeta con sé la voglia di fare chiarezza, come dichiarato dallo stesso presidente: “Bianchi e neri la usano nelle stesse proporzioni, ma i neri sono stati incriminati e arrestati in modo sproporzionato”.

La marijuana è considerata illegale a livello federale dal 1970. A sancirlo è il Controlled Substances Act, che tra l’altro non ne riconosce alcuna applicazione medica e punisce l’abuso. Al momento, la mappa degli Stati Uniti registra ben 36 stati che ne consentono il consumo per scopi medici, mentre 19 consentono l’uso ricreativo. Biden ha dato pieno mandato al ministeri della Salute e Giustizia per mettere a punto una riforma precisa senza alcuna sbavatura. In realtà, i primi passi furono mossi da Obama nel lontano 2013, ma il procuratore generale di Trump vanificò ogni sforzo compiuto fino ad allora.

Giuseppe Capano

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