UN AMORE DI BAMBINO

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Dopo aver consolidato l’unione di coppia e aver capito di essere fatti l’una per l’altro, con la certezza che nessuno potrà rovinare quella splendida intesa, ecco che una nuova minaccia si intravede all’orizzonte. No. Non è un intruso di cui ci si può liberare facilmente. Si tratta di una new entry definitiva: un bambino. Questo sconosciuto s’insinua per gradi e inizialmente senza fare rumore. La vita sentimentale si stravolge completamente, nella transizione che gli innamorati compiono fino a ricoprire il ruolo di genitori, senza possibilità di tornare sui propri passi.

La nascita di un bambino porta con sé cambiamenti importanti; sicché da coppia si diventa famiglia, complicando non poco la vita del nuovo nucleo. Scoppia una bomba le cui schegge colpiscono inevitabilmente i due colombi, nonché amici e parenti vicini e lontani, provocando reazioni diverse in ciascuno di loro, spesso imprevedibili. Alcune coppie si adattano al nuovo status facilmente, altre necessitano di più tempo. Certamente avere un figlio attiva molte risorse, sebbene si insinuino nel loro quotidiano vivere il disagio, la stanchezza e il desiderio segreto di diventare supereroi (e qualche volta anche quello di fuggire senza lasciare tracce).

La figura dell’uomo che diventa padre sarà immediatamente declassata ad ultima ruota del carro, perché il vero protagonista diventa lui: l’intruso, l’urlatore, il despota, il piccolo guerriero, il cocco di mamma e di nonna. I parenti e amici chiederanno di essere notiziati anzitutto sul neonato e i suoi progressi. Poi si informeranno di mamma, dell’uccellino, del cane, e del pesciolino. In ultimo vorranno sapere se il papà sta bene, ma una cosa è certa: nessuno inviterà la nuova famiglia per un una gita per un bel pezzo, perché saranno loro a far visita al piccolo lord. Così nella famiglia il papà diventa il cane da guardia posizionato dietro la porta di casa, armato di tanta pazienza per tenere lontani parenti, amici, colleghi che arriveranno numerosi in qualsiasi momento della giornata, recando omaggi spesso riciclati, inutili o improponibili. Ognuno di questi magi che riuscirà a superare ogni ostacolo per visitare il neonato, dirà di tutto tranne che “è bello come il papà”, perché ogni merito sarà riconducibile alla madre, che pare abbia fatto tutto da sola.

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Ma ce n’è per tutti. Anche la figura della mamma perde quotazione: reduce dai suoi nove mesi di guerra fredda con il mondo, è debilitata e stressata e porta questa motivazione avanti anche per i mesi successivialmeno fino all’allattamento. Diventa per tutti però una santa, mentre il papà, che resta il grande escluso dai riflettori (attore non protagonista, anzi comparsa) dovrà rendersi utile per comprare pannolini e pappine (tanto lui si è divertito a suo tempo).

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La coppia, che ora è diventata un trio, vedrà crescere e fiorire il bimbo mentre i due genitori avranno ogni giorno di più l’aspetto di zombie, contrassegnato dal violaceo delle occhiaie e un deperimento fisico dovuto alla stanchezza e alle notti insonni; l’aspetto trasandato è poi caratterizzato da un hair-look spettinato e un profumo di yogurt o latticini avariati sui vestiti; la canzone nella testa dei due è una ninna nanna che diventa la colonna sonora delle loro interminabili giornate. Il pensiero ricorrente sarà quello di desiderare una palla magica per mettere le cose a posto e, potendo, tornare indietro o avere un figlio già cresciuto. Ma ben presto i genitori constateranno che il loro non è un “mestiere” che si arresta con la pensione, e che niente tornerà più come prima.

Quando un figlio cresce, i problemi saranno altri: si dormirà sempre poco o comunque con un occhio solo, aspettando che il figliol prodigo rincasi. Ma non solo. Niente sarà più come prima. E se la coppia dovesse dividersi, il bello di essere genitori porta a pensare che un figlio, nel bene e nel male, resta tale per un principio di sangue, di Dna, e di cuore.

Susy Tolomeo

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