UNA NON VITA NON VISSUTA

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Punto di partenza” - var.3 cm 60 x 80

(Per gentile concessione dell’artista Maria Casalanguida)

La distrazione muove il mondo. Ci perdiamo quei piccoli gesti, scordiamo attimi apparentemente futili. La mancanza di concentrazione ci rende tristemente superficiali. L’attenzione, questa sconosciuta caratteristica che ci accomuna alla massa. Ci muoviamo nella stessa direzione e fa nulla se sullo stesso percorso effettuato centinaia di volte, nel frattempo l’asfalto si è spaccato per fare posto ad un fiore.

Chi se ne accorgerà? Foto di murales condivisi sui social network e poi ogni giorno non ti accorgi che ci sei passato davanti chissà quante volte. Sono gli altri, quelli che definisci strani, quelli che mettono gli accenti su ogni dove a notare la differenza. Perché le foglie sono leggermente marroni e qualche rivista spiegazzata copre spazi non propri. Nella stanchezza che anima ogni giornata, dove la fretta si impadronisce di un’intera esistenza, cosa resterà?

Se non ti fermi, se non annusi e ti trasformi ogni volta in leggerezza. Cosa potremo farcene di questo tempo risparmiato in continue corse? Ci serviranno corsi di sopravvivenza a noi stessi. Ci odieremo, senza conoscerci realmente perché qualcuno ha detto di noi l’inverosimile. Noi assenti ingiustificati, mentre la vita accadeva, eravamo con gli occhi in giù su qualche scartoffia. Le orecchie ovattate e qualcuno nasceva. Il cuore al buio e nessuno sentiva nessuno. Una non vita non vissuta.

La solitudine dovrebbe in parte arricchirci, solitudine non come essere isolati ma soli con noi stessi e ascoltarci non mediante discorsi al telefono, non in programmi televisivi nocivi, non mentre si spettegola dal parrucchiere e di quello che non diciamo ma pensiamo. Ascoltarci nell’essenza, nel momento in cui lo faremo, prestandoci l’attenzione dovuta e non per ego, per bisogno spicciolo di attenzione ma come voto verso noi stessi, allora, con ogni probabilità, avendo messo in moto tutti i nostri sensi a loro volta cambieranno le percezioni e un lamento non sarà solo un lamento ma una preghiera e il vento sibilerà per trasmetterci qualcosa, le parole finte non avranno un peso, quelle vere dilateranno le emozioni, la giusta misura delle distanze e un abbraccio verrà dato e non richiesto.

Ognuno al posto di ognuno e comunque con una propria dimensione. Rapportarsi non sarà un sacrificio, un atto caritatevole, una necessità nascosta, un dovere. Relazionarsi sarà spontaneo e non saremo girasoli che si rivolgono al sole ma in controtendenza gli uni verso gli altri, riuscendo alla fine a riconoscersi e non riflettersi.

Francesca Coppola

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