UNA GIORNATA DA NON DIMENTICARE

MEGLIO TARDI...CHE MAI

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Partendo da dati di fatto inconfutabili, (leggi articoli precedenti a mia firma) mi sono sempre schierato dalla parte delle forze dell’ordine. Dopo aver letto la sentenza della Corte Suprema Europea di Strasburgo dei diritti dell’uomo, che ha condannato l’Italia per “tortura e maltrattamenti”, ho dovuto scavare nei meandri dei ricordi, per tentare di ricostruire l’accaduto.

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Tutto nasce dalla sera del 21 luglio 2001. A Genova si era tenuto un tumultuoso G8. Del corteo facevano parte diverse associazioni pacifiste e migliaia di “giovani studenti inermi” che volevano manifestare, in tutta tranquillità, il loro dissenso sulla globalizzazione. Loro malgrado, diversi infiltrati, provocatori, armati e violenti, meglio conosciuti come“ black bloc ” misero a soqquadro la città. L’ informazione di regime, ne approfittò, per fare apparire tutti i partecipanti come delinquenti comuni.

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L’opinione pubblica si convinse che tutti i partecipanti, nessuno escluso, erano violenti, brutti, sporchi e cattivi. Anch’io ero presente alla manifestazione per dovere di cronaca. Accadde di tutto. Trovo doveroso segnalare che in quella maledetta giornata vi erano stati diversi scontri tra i “black bloc” provocatori e malintenzionati con le forze dell’ordine che, non riuscendo ad arrestare i veri colpevoli, pensarono bene di addebitare la responsabilità ai dimostranti pacifisti.

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I celerini, in assetto di guerra, irruppero nella scuola “Diaz”, non certo di loro spontanea volontà. Qualcuno aveva ordinato loro da eseguire. Serviva, a qualunque costo, un capro espiatorio. Ricordo che all’epoca il Ministro degli Interni era Claudio Scajola, personaggio dalla memoria corta. (ndr.in seguito non ricorderà nemmeno chi gli pagò la casa di fronte al colosseo). Probabilmente, lo stesso Ministro, dette alcune direttive, in maniera “inconsapevole”. Il capo della polizia era Gianni De Gennaro. Quest’ultimo fu dapprima coinvolto ed infine assolto in Cassazione nei procedimenti sul “massacro della Diaz ”, sicuramente per meriti a noi sconosciuti, Ancor oggi ce lo ritroviamo, riconfermato, a capo della “Finmeccanica” (n.d.r. primo gruppo italiano nel settore dell’alta tecnologia) per volere del Premier Renzi.

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Quella stramaledetta sera del 2001, alcuni minuti prima della mezzanotte, mentre diversi giovani ospiti si erano già addormentati, alcuni reparti mobili della polizia di Stato, fecero irruzione nella scuola Diaz. Dopo una retata dove accadde di tutto, nessuna arma venne mai ritrovata nelle camerate. Furono fermate 93 persone e vennero portati in ospedale 61 feriti tra i quali uno in coma e tre in prognosi riservata. Sarebbe giusto sottolineare che i carabinieri, all’epoca diretti dal Ministro della Difesa Sergio Mattarella, non parteciparono all’irruzione ma si limitarono a circondare il perimetro delle zone adiacenti alla scuola.

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Durante il blitz e il massacro avvenuto nei confronti di giovani inermi, qualche funzionario segnalò, addirittura, di aver visto personalmente nella scuola alcune bottiglie incendiarie (n.d.r. mai sequestrate e mai ritrovate). La giustizia Italiana fece il suo corso e vi furono anni di processi. Molti alti funzionari delle forze dell’ordine furono interrogati ma, buon per loro, nel tempo, sono stati tutti scagionati. (n.d.r. per alcuni intervenne la prescrizione dei termini)

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Sino a quando...una sentenza della Corte di Strasburgo, a distanza di 14 anni, ha “condannato” l’Italia per torture e maltrattamenti. Un ricorrente, tale Arnaldo Cestaro, che all’epoca si trovava nella scuola, sempre secondo la Corte Europea dei diritti dell’uomo, venne picchiato ripetutamente, riportando, a seguito del pestaggio fratture multiple alle gambe e alle braccia. La Corte ha stabilito che il Cestaro riceverà dallo Stato Italiano un risarcimento di 45.000 euro. In una intervista di qualche giorno fa, rilasciata alla rivista “formiche.net”, il consigliere di Stato Franco Frattini, gia Ministro degli Esteri, vicepresidente della commisione di Bruxelles oltre che Commissario Europeo per “la giustizia la sicurezza e la libertà”, dichiarava :“È assurdo che si debba andare a cercare un giudice a Strasburgo perché in Italia non esiste nemmeno un codice di reato.

Se lo dice lui!

Personalmente ho descritto, sintetizzando, quanto riportato dalla stampa estera e nazionale. Mi auguro, solamente, che qualcuno non dica che sia stata la Corte Europea ad aver sbagliato.

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