UNA CRISI DA TENERE D’OCCHIO
La guerra tra Israele e Palestina non deve più passare sotto traccia

La guerra in Ucraina sta mascherando altri focolai di crisi incombenti, nonostante segnali che la diplomazia europea dovrebbe prendere le opportune precauzioni e preparare una risposta adeguata. Questo è particolarmente vero per il conflitto israelo-palestinese (vedi gli eventi di giovedì), dove nelle ultime settimane c’è stato un allarmante cambiamento nel freddo silenzio dei nostri media. Nei giorni scorsi gli ispettori di frontiera israeliani hanno sequestrato il pass speciale del ministro degli Esteri dell’Autorità palestinese Riyad al-Maliki mentre attraversa il confine tra Giordania e Cisgiordania, consentendogli di facilitare l’attraversamento, nell’ambito del suo mandato. Ma se la divisione dei due popoli in due stati adiacenti è venuta meno ei due popoli si sono fusi in un unico stato, cosa che Israele non ha mai considerato, qual è il destino della popolazione palestinese in caso di annessione: segregazione o espulsione?
Qualcuno a Bruxelles può spiegare perché l’occupazione russa dell’Ucraina è negativa secondo il diritto internazionale, mentre l’occupazione israeliana dei territori palestinesi merita un trattamento speciale? Non è difficile capire perché i Paesi arabi siano rimasti purtroppo neutrali nella guerra ucraina. In poco tempo, eccoci di nuovo qui. La Casa Bianca ha affermato che qualsiasi modifica allo status quo nei luoghi santi di Gerusalemme è "inaccettabile". I commenti hanno fatto seguito a una visita del ministro della sicurezza nazionale del nuovo governo israeliano nella piazza della moschea. “Gli Stati Uniti sono fermamente a favore del mantenumento dello status quo con il rispetto dei luoghi sacri di Gerusalemme“, ha detto la portavoce Karine Jean Pierre. “Ogni azione unilaterale che metta in pericolo lo status quo è inaccettabile“.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price, ha anche affermato che gli Stati Uniti sono "profondamente preoccupati" e ha avvertito che le azioni di Itamar bin Gavier "hanno il potenziale per intensificare le tensioni e scatenare la violenza". Il nuovo ministro israeliano della sicurezza dello stato, Itamar bin Ghweir, leader del partito di estrema destra Otsma Yehudit, ha visitato la moschea del Monte del Tempio ebraico sulla Corniche senza preavviso e accompagnato dalla polizia. “È il posto più importante per il popolo di Israele. Manterremo la libertà di movimento per musulmani e cristiani, manteniamo libertà di movimento per musulmani e cristiani, ma vi saliranno anche gli ebrei e alle minacce risponderemo con il pugno di ferro“.
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