UE: NUOVE SANZIONI CONTRO L’IRAN
Per la brutale repressione di proteste pacifiche

Un nuovo ciclo di sanzioni contro l’Iran, per la brutale repressione delle proteste pacifiche da parte del regime, è stato approvato questa settimana da parte dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea.
Ventinove sono stati i soggetti presi di mira, tutti coinvolti nell’omicidio della ventiduenne Masha Amini. Tra gli individui appena sanzionati ci sono quattro membri della squadra che hanno arbitrariamente arrestato Amini, i capi provinciali delle Forze Iraniane di Applicazione della Legge (LEF) e del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e il generale di brigata Kiyumars Heidari, il comandante delle forze di terra dell’esercito iraniano.
Anche il Ministro degli Interni Ahmad Vahidi e Vahid Mohammad Naser Majid, capo della Polizia Informatica iraniana, sono stati presi di mira, quest’ultimo per "la sua responsabilità nell’arrestare illegittimamente persone per aver espresso critiche online al regime iraniano".
Inoltre, l’Ue ha segnalato anche l’emittente televisiva di Stato iraniana, la Press TV, per aver trasmesso le confessioni forzate dei detenuti.
Nella lista designata dall’Ue figurano la polizia morale e due delle sue figure chiave Mohammad Rostami e Hajahmad Mirzaei, così come le forze di polizia iraniane (LEF) e un certo numero di suoi capi locali. Issa Zarepour, ministro delle Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, è stato sanzionato per la sua responsabilità nella chiusura della rete Internet.
Borrell ha detto di aver parlato con il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian domenica per discutere le sanzioni e l’accordo nucleare, noto come il Piano d’azione globale congiunto o JCPOA.
Si è discusso anche del sostegno militare dell’Iran alla Russia, ribadendo che ci sono chiare prove che il governo iraniano abbia fornito droni a Mosca che sono stati utilizzati in Ucraina.
Relativamente al fatto che un nuovo ciclo di sanzioni possa mettere in pericolo le discussioni JCPOA, Borrell ha ammesso che l’accordo "non è su una buona strada, è in una situazione di stallo, ma il lavoro continua".
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