Trump: "Ultima persona che Mosca vuole in carica sono io" (Altre News)

Beirut, Aoun: "Esiste possibilità di interferenza esterna" - "Juan Carlos è ad Abu Dhabi" - India, aereo va fuori pista e si spezza: 17 morti

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Trump: "Ultima persona che Mosca vuole in carica sono io"

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“L’ultima persona che la Russia vuole vedere in carica è Donald Trump perché nessuno è stato più duro sulla Russia di quanto io abbia mai fatto”. A dichiararlo è stato il presidente americano Donald Trump rispondendo alla domanda di un reporter sul nuovo rapporto di intelligence secondo cui la Russia starebbe lavorando per contrastare la corsa elettorale del suo avversario, Joe Biden.

“Non mi interessa quello che qualcuno dice”, ha aggiunto, con riferimento alle conclusioni dell’intelligence secondo cui Mosca "usa serie di misure per denigrare" Biden e alcuni "attori legati al Cremlino stanno anche cercando di rafforzare la candidatura di Trump sui social media e la televisione russa". A dichiararlo William Evanina, direttore del centro nazionale di controspionaggio e sicurezza (Ncsc).

Beirut, Aoun: "Esiste possibilità di interferenza esterna"

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Il presidente libanese, Michel Aoun, non esclude l’ipotesi di un’interferenza esterna come causa delle esplosioni di martedì a Beirut, pur sottolineando che l’ipotesi principale resta quella di materiale mal immagazzinato.

"La causa delle esplosioni ancora non è stata determinata dato che esiste la possibilità che si sia prodotta un’interferenza esterna attraverso un missile, una bomba, o una qualsiasi altra azione", ha affermato Aoun parlando con la stampa, citato dall’emittente libanese Mtv.

Il presidente ha rivelato quindi di aver chiesto al suo omologo francese Emmanuel Macron che la Francia fornisca al Libano "le immagini aeree dell’esplosione. Se non le hanno, chiederemo ad altri Paesi per determinare se si sia trattato di un attacco esterno".

Il presidente libanese ha escluso un’inchiesta internazionale. A un giornalista che gli chiedeva se fosse contrario, Aoun ha risposto: "Naturalmente", aggiungendo che una simile inchiesta avrebbe come risultato di "diluire la verità", riferisce la Bbc.

Il presidente americano Donald Trump e il collega francese Emmanuel Macron hanno parlato oggi al telefono, esprimendo profonda tristezza per la perdita di vite e la devastazione a Beirut. Lo ha reso noto la Casa Bianca. I due leader hanno convenuto di lavorare assieme con i partner internazionali per fornire immediatamente aiuto al popolo libanese. Trump e Macron hanno anche discusso dell’importanza di estendere l’embargo Onu sulle armi all’Iran.

NASRALLAH - Nel suo primo discorso dopo il disastro di Beirut, il leader spirituale di Hezbollah ha negato che la milizia sciita avesse depositi di armi al porto che possano aver contribuito alla violenza dell’esplosione. "Non abbiamo nulla al porto: nessun deposito di armi, nessun deposito di missili, di fucili, di bombe o di nitrato di ammonio", ha dichiarato Hassan Nasrallah in un discorso televisivo, secondo quanto riferisce al Jazeera.

"Anche la nostra gente è tra i morti e i feriti", ha detto Nasrallah, chiedendo che vengano puniti i responsabili del disastro. C’è un consenso" per un’indagine giusta e trasparente, "chiunque ne sia responsabile dovrà risponderne, nessuno dovrà essere protetto", ha affermato.

Hassan Nasrallah ha negato ogni responsabilità del suo partito sciita nel disastro di Beirut. "C’è qualcuno che cerca di dire ai libanesi che è colpa di Hezbollah, sono false accuse", ha detto il leader del ’partito di Dio’.

ARRESTI - Fra le 16 persone per cui è stato ordinato dal giudice l’arresto per l’esplosione a Beirut vi sono il direttore del porto Hassan Kuraitim, l’attuale responsabile delle dogane Badri Daher e il suo predecessore, Shafik Merhi. Lo riferisce l’agenzia stampa libanese Lebanese National News. Rimarranno tutti in detenzione sino alla fine delle indagini. Il commissario di stato facente funzioni presso il tribunale militare, Fadi Akiki, ha detto che al momento sono state interrogate 18 persone.

"Juan Carlos è ad Abu Dhabi"

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L’ex re di Spagna Juan Carlos si troverebbe ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, ospite nell’esclusivo Emirates Palace Hotel. E’ quanto riporta l’emittente Abc, affermando che Juan Carlos sarebbe arrivato negli Emirati lunedì a bordo di un jet privato e senza fare scalo. Le autorità di Abu Dhabi, così come i titolari dell’hotel, non hanno rilasciato commenti.

Secondo la ricostruzione fornite dalla Abc, un aereo privato in rotta da Parigi ad Abu Dhabi si sarebbe fermato lunedì mattina a Vigo, nella Spagna nordoccidentale, per far salire Juan Carlos, quattro sue guardie del corpo e un’altra persona. Una volta arrivato all’aeroporto di al-Bateen, ad Abu Dhabi, l’ex monarca e il suo entourage sarebbero stati trasferiti in elicottero all’Hotel Emirates Palace, di proprietà del governo di Abu Dhabi.

India, aereo va fuori pista e si spezza: 17 morti

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Tragedia in India. E’ di almeno 17 morti il bilancio di un incidente aereo avvenuto oggi nella città indiana di Kozhikode. "Le operazioni di soccorso sono terminate. Purtroppo 17 persone hanno perso la vita. Quasi tutte le persone a bordo sono state ferite in modo grave o lieve e sono state ricoverate in ospedale", ha detto per telefono alla Dpa il capo dell’amministrazione regionale, K Gopalakrishnan. Il bilancio delle vittime rischia di salire perché 30-40 feriti sono gravi, ha aggiunto.

L’aereo, un Boeing 737 dell’Air India con 190 persone a bordo, è uscito fuori dalla pista dell’atterraggio dell’aeroporto, che si trova in cima a una collina, ed è precipitato per dieci metri lungo in pendio prima di spezzarsi in due, ha ricostruito il ministro dell’Aviazione civile, Hardeep Puri.

L’incidente è avvenuto in una situazione di forte maltempo dovuta alla stagione dei monsoni, con l’aereo che ha sorvolato più volte l’aeroporto per tentare l’atterraggio, secondo il sito di flight tracking FlightRadar24.

L’aereo faceva parte del programma Vande Bharat per rimpatriare gli indiani rimasti all’estero nell’ambito della pandemia di coronavirus.

Redazione

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