Totò Riina … ancora tu?

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Nel non lontano 2013, Il tanto celebre capo mafia Totò Riina ebbe a confidare alle guardie penitenziarie durante uno dei suoi spostamenti: “ I responsabili della mia cattura sono stati Provenzano e Ciancimino”. Poi aggiunse qualcosa, che se fosse vera, è sconcertante e ribadirebbe la collusione che c’è sempre stata tra mafia e Stato: “ Quella mattina in via D’Amelio (dove venne barbaramente e spietatamente assassinato il Giudice Paolo Borsellino e la sua scorta) c’erano anche i servizi segreti.

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”Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me”: pare un chiaro riferimento al dialogo segreto che nel giugno del 1992 venne avviato da alcuni ufficiali del Ros con l’ex Sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Che l’arresto di Totò Riina fosse opera di Provenzano e Ciancimino è la conferma alle parole di Massimo Ciancimino, che ha descritto gli incontri riservati del padre Vito con l’ex Comandante del Ros Mario Mori. Queste frasi sono contenute in una relazione di servizio stilata da alcuni agenti del Gom, il gruppo speciale della polizia penitenziaria che si occupa della gestione dei detenuti eccellenti.

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La relazione è stata inviata ai Magistrati della Procura di Palermo che si occupano della trattativa Stato-mafia. Il boss Totò Riina continuando: “La vera mafia sono i magistrati e i politici che si sono coperti tra di loro. Loro scaricano ogni responsabilità sui mafiosi. La mafia quando inizia una cosa la porta a termine. Io sto bene. Mi sento carico e riesco a vedere oltre queste mura”.

cms_2000/riina_due.jpgAl momento i magistrati non hanno interrogato l’ex capo di Cosa nostra, ma solamente gli agenti della polizia penitenziaria, a cui il capomafia ha rivolto quelle frasi, nel carcere milanese di Opera. E, sempre gli agenti della polizia penitenziaria, hanno dichiarato: “Riina era assolutamente lucido, cosciente, padrone di sé quando ha scandito quelle frasi perché noi le sentissimo chiaramente”. Meno in linea con questa posizione il direttore del carcere di Opera, Dottor Giacinto Siciliano. Anche lui ha scritto una nota alla Procura di Palermo: “La loquacità di Riina potrebbe avere un preciso significato quanto essere riconducibile a un deterioramento cognitivo legato all’età. Ma cosa vuole fare l’ex boss di Cosa Nostra? Certa è la sua intenzione a non collaborare con la giustizia.

Francesco Mavelli

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