Tasse 2020, in arrivo novità su stop versamenti(Altre News)

Pensione invalidità, aumenti: ecco cosa cambia - Assegno unico universale, cosa c’è da sapere

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Tasse 2020, in arrivo novità su stop versamenti

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Il governo è intervenuto con ’’la sospensione dei versamenti di marzo, aprile e maggio, con ripresa da settembre, per tutti i contribuenti in difficoltà, con perdite. Da questo punto di vista è intenzione del governo utilizzare il prossimo scostamento per rimodulare ulteriormente questo pagamento previsto per settembre, riducendo significativamente l’onere per i contribuenti per il 2020’’. Lo afferma il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel corso del question time alla Camera.

’’Sicuramente c’è il tema delle sanzioni che valuteremo. Ricordo che il versamento del saldo medio annuale di un contribuente forfettario nel 2019 è stato pari a 400 euro, la maggiorazione per coloro che pagano entro il 20 agosto sarà pari a 1,26 euro’’, aggiunge.

Pensione invalidità, aumenti: ecco cosa cambia

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Gli invalidi civili totali (e, sicuramente, non soltanto loro) non possono vivere con l’attuale pensione di inabilità da 286,60 euro. Per questo, occorre rivedere l’assegno e triplicarlo, riconoscendo il cosiddetto «incremento al milione di lire» e portandolo a 651,51 euro. Lo ha deciso la Corte costituzionale in una sentenza anticipata a suo tempo da laleggepertutti.it e di cui, ora, sono state depositate le motivazioni.

Secondo la Consulta, l’importo riconosciuto oggi come pensione di inabilità «è innegabilmente, e manifestamente, insufficiente» per garantire il minimo vitale. Per questo motivo, gli invalidi civili totali hanno diritto all’incremento al milione già a partire dai 18 anni, senza dover attendere – come succede oggi – il compimento dei 60 anni.

Il Corte motiva proprio questo requisito di età, sostenendo che «le minorazioni fisio-psichiche, tali da importare un’invalidità totale, non sono diverse nella fase anagrafica compresa tra i 18 anni (ovvero quando sorge il diritto alla pensione di invalidità) e i 59, rispetto alla fase che consegue al raggiungimento del sessantesimo anno di età, poiché la limitazione discende, a monte, da una condizione patologica intrinseca e non dal fisiologico e sopravvenuto invecchiamento».

In un altro passaggio della sentenza, osserva laleggepertutti.it, la Consulta riconosce all’assegno di accompagnamento, che si aggiunge alla pensione di inabilità, una funzione «compensativa», il che renderà necessaria una misura correttiva. Un costo per lo Stato che può variare da un minimo di 200 milioni fino a un massimo di 1,5 miliardi, a seconda di quello che sarà il reddito di riferimento del nucleo familiare o del beneficiario. Ad ogni modo, molto di più rispetto a quanto previsto dal decreto Rilancio, vale a dire 47 milioni di euro.

Tuttavia, la Corte costituzionale sottolinea che questa maggiore spesa è giustificata dal rispetto dei «diritti incomprimibili della persona». I vincoli di bilancio, dunque, non possono prevalere. Gli effetti della sentenza decorrono dal giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

Assegno unico universale, cosa c’è da sapere

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La Camera dei deputati ha detto il primo “sì” al disegno di legge che prevede l’introduzione dell’assegno unico universale per tutte le famiglie con figli. Si tratta, come sottolinea laleggepertutti.it, di una prestazione con una base comune per tutti i nuclei familiari a cui si aggiunge una quota variabile in base alla situazione economica del richiedente. Sarà possibile ricevere un assegno mensile oppure utilizzare un credito d’imposta dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 18° anno di età del figlio.

Il provvedimento punta a favorire la natalità, proprio in un momento in cui il calo delle nascite ha raggiunto livelli preoccupanti. Il Governo punta a sostenere le famiglie che vogliono avere dei figli e, parallelamente, sostenere l’occupazione, soprattutto quella femminile.

Ci sono 12 mesi a disposizione dell’Esecutivo per approvare nuovi decreti legislativi basati sui princìpi dell’universalità e della progressività. Questi criteri consentono alle famiglie di avere un assegno con un importo comune per tutti (ancora da definire) più una quota variabile per la quale potrebbe occorrere la presentazione dell’Isee per dimostrare la propria situazione economica. La prestazione terrà conto anche dell’età dei figli a carico. Sarà riconosciuta per ciascun figlio minore a carico e maggiorata per i figli successivi al secondo. Dai 18 ai 21 anni, sempre per i figli a carico, l’assegno spetterà in misura inferiore e solo a determinate condizioni, come un percorso scolastico, universitario o lavorativo a basso reddito, un tirocinio, ecc. Esiste la possibilità per il figlio maggiorenne di ricevere direttamente l’assegno, per favorirne l’autonomia.

Per i figli con disabilità, l’importo viene maggiorato in misura non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento, con maggiorazione graduata secondo le classificazioni di condizione di disabilità. L’assegno rivolto ai figli disabili a carico viene corrisposto, senza maggiorazione, anche dopo il compimento del 21° anno di età.

Come detto, ci sono due opzioni per beneficiare dell’agevolazione: l’assegno mensile o il credito d’imposta. L’indennità è cumulativa con altre prestazioni simili e compatibile con il reddito di cittadinanza.

Redazione

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