TRUMP FIRMA NUOVE SANZIONI PER LA RUSSIA
L’ITALIA DICE NO

Questo nuovo atto provocatorio alla Russia fa parte di un piano prestabilito per demolire il quale solo una Europa forte, coesa e indipendente potrebbe servire. Ma l’oligarchia Usa che decide le sorti del mondo e dell’Europa ha troppi ‘sostenitori‘ in parlamento e commissione europea (vedasi agenda Soros) perché quella parte libera dell’Europa, solitamente considerata spregevolmente estremista, non ha quasi mai i numeri sufficienti per spuntarla contro coloro che le guerre le sostengono vendendo la propria anima al diavolo. E così i signori della guerra che in Europa sguazzano tra anime corrotte che confondono l‘accoglienza forzata come manna celeste e le stragi nei paesi del medio Oriente come opportunità di riscatto sociale e democratico, continuano indisturbati a programmare altre guerre per abbattere quel po’ di progresso economico, politico e democratico che taluni paesi avevano raggiunto, sia pure con una forma di governo autoritario ma non certo teocratico.
Una componente del partito di Forza Italia, costituita dall’eurodeputato Fabrizio Bertot presidente della Fondazione KI AN (coadiuvato dal giornalista, scrittore e storico Antonio Parisi e l’agenzia Consul Press di Roma), il Senatore Lucio Malan, questore del Senato e membro della III Commissione permanente Affari Esteri, il Sen. Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato e Deborah Bergamini, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e vice capogruppo del PPE al Consiglio di Europa, si sono incontrati con il vice presidente della Commissione Affari interni della Duma di Stato russa, Mikail Starshinov, per affrontare insieme le questioni più scottanti che riguardano il futuro delle relazioni commerciali, politiche, culturali tra Italia e Federazione russa in un contesto Europeo sempre più favorevole all’inasprimento delle sanzioni più che alla loro rimozione.
I politici su menzionati, hanno inteso riproporre un dialogo costruttivo per il bene non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa.
Lo scopo? Eliminare le sanzioni e ripristinare la crescita economica interrotta a seguito delle suddette.
Se la lungimiranza di Berlusconi non fu premiata e scatenò una guerra giudiziaria con processi mediatici guidati per allontanarlo dalla politica, oggi, dopo governi gestiti senza il consenso popolare, con le nuove elezioni del 2018, si aprono spiragli di democrazia che permetteranno agli italiani di decidere sul futuro del paese. Ma è certo che qualunque siano i risultati delle elezioni i parlamentari su citati non cambierebbero i loro obiettivi: creare una Europa unita ma indipendente e libera di scegliere cooperazioni con i paesi vicini senza il dictat degli oligarchi che tramite l’ormai famoso finanziere Soros, decidono dove il vento deve soffiare. L’Italia ha già subìto esperienze drammatiche e anche tragiche, verità che, nel tempo, sono venute alla luce e rappresentano la più grande sconfitta di un paese democratico solo di nome.
La Russia, paese in lenta ma continua trasformazione, in cammino verso una sempre più aperta collaborazione con l’Europa di cui chiede, cerca e vuole una solida e profonda intesa, è costretta a subire l’umiliazione e le tensioni di un gioco perverso che mira ad indebolirla e a costringerla allo scontro. Oltre le sanzioni, che gli USA intendono ancora prolungare osteggiando i piani di cooperazione commerciale Russia – Germania - Austria per la costruzione del gasdotto Stream 2, corre già la notizia riportata su diversi giornali tra cui The Event Chronicle, da cui la scrivente attinge informazioni, che il Tesoro Usa intende proporre una sanzione che avrebbe lo scopo di isolare e strangolare totalmente l’economia russa escludendo le banche e le ditte russe dallo SWIFT ( codice per le telecomunicazioni finanziarie tra le banche (Worldwide Interbank Financial Telecommunication, SWIFT). utilizzato insieme all’ IBAN durante i trasferimenti di fondi attraverso bonifico bancario internazionale.)
Nell’articolo di M. Blondet, “ERDOGAN PROVOCA ATENE“, si legge che “già oggi, sotto le sanzioni esistenti, le banche russe non possono ottenere prestiti sui mercati occidentali se non con maturità 14 giorni, con l’esclusione da Swift, sarebbe del tutto impossibile ottener credito. E’ questo un motivo sufficiente, da solo, per spingere alla guerra un paese dotato di armi atomiche che viene messo con le spalle al muro.” “Nessuno - scrive Blondet - poteva prevedere che Trump avrebbe riaperto la piaga ucraina mandando armi letali al regime di Kiev, imponendo sanzioni su sanzioni contro Putin.” https://www.rt.com/news/414124-sanctions-sberbank-cold-war/. Ed è sempre Blondet che critica l’editoriale di Paolo Mieli sul Corriere della Sera nel quale Mieli appunto, elogia la decisione di Trump di vendere «armi a Kiev per trecentocinquanta milioni di dollari», per un’azione non certo determinata da segni evidenti che la Russia voglia attaccare Kiev.
Una operazione sconsiderata che non aiuta il dialogo né un eventuale negoziato, reso impossibile dalla volontà Usa e purtroppo anche da quella europea che considera Mosca il grande Nemico. Tuttavia, in altro articolo tratto sempre da The Chronicle, Donald Trump, con una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca avrebbe detto: "Oggi ho firmato la legge HR 3364; questa legge… pur favorendo misure severe per punire e scoraggiare comportamenti aggressivi e destabilizzanti da parte dell’Iran, della Corea del Nord e della Russia, è molto viziata". Riferendosi ai "difetti" intendeva dire che questa legge avrebbe reso più difficile gli affari commerciali per gli Usa in quanto avrebbe portato Cina, Iran , Russia e Corea del Nord sempre più vicini.
Tuttavia, Trump avrebbe detto: “sto firmando questo disegno di legge per il bene dell’unità nazionale". Questa legge "Rappresenta la volontà del popolo americano di vedere la Russia adottare misure per migliorare le relazioni con gli Stati Uniti. Speriamo che ci sia una cooperazione tra i nostri due paesi sulle principali questioni globali in modo che queste sanzioni non saranno più necessarie". Parole che testimoniano la celata volontà di Trump a non volere in alcun modo uno scontro con la Russia ma che, pressato dalla sommersa guerra dell’oligarchia alla sua visione politica più che alla persona, è costretto a bilanciarsi tra ‘l’incudine e il martello’.
Da una parte quindi parole di invito alla Russia a collaborare, dall’altra una sorta di ultimatum alquanto ambiguo perché questa diventi ubbidiente come la nostra Europa che, suo malgrado, è costretta a schierarsi con le decisioni degli Usa perché troppo debole per opporvisi.
Così nascono i collaboratori politici come Emma Bonino che, con ingenua incoscienza, dopo aver tradito gli ideali del grande Pannella, si schiera dalla parte di Soros, ingannando se stessa e l’Europa che mai diventerà federale se non eserciterà il suo diritto alla disobbedienza pacifica come fece Ghandi contro gli inglesi, marciando cioè unita e compatta e senza divisioni tra partiti anacronisticamente denominati ancora di destra e di sinistra. Anche perché saggio è il proverbio che recita: tra due litiganti il ‘terzo’ gode. Tuttavia rimane il timore che l’oligarchia Usa, delusa dai recalcitranti paesi del Visegrad, appoggi quella che inizialmente sembrava la soluzione migliore, ossia una Europa a tre il cui centro operativo sarebbe più facilmente gestibile rispetto ad una Europa allargata con visioni politicamente divergenti.
Realizziamo dunque una Europa unita nella libertà e nei valori. Il popolo russo e il popolo ucraino sono popoli fratelli come lo sono tutti quelli che nella ex Unione Sovietica hanno convissuto in pace anche se inizialmente sotto un regime dittatoriale di cui è stata responsabile quella mano traditrice della ‘storia’ che certi complottisti di professione avevano contribuito a realizzare. La Russia è un paese europeo e tutti gli sforzi che i demoni hanno profuso per mescolare le razze con lo scopo di annullare l’identità stessa dell’Europa, in modo da fiaccare la sua volontà costruttrice di civiltà e la sua autonomia decisionale nei confronti di altri paesi europei, non servirà a cancellare la verità storica che i valori, la cultura e l’anima stessa della Russia, sono stati e sono indissolubilmente legati alla storia europea. Dunque, il proponimento dei deputati e senatori presenti all’incontro con l’emerito esponente russo Mikhail Starshinov, ha avuto lo scopo di inviare un messaggio coraggioso all’Europa e a chi l’Europa la gestisce nell’ombra.
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