TRATTENUTO IN GRECIA L’INTELLETTUALE ARMENO SEVAN NIŞANYAN

Atene prepara l’estradizione

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Sevan Nişanyan, importante scrittore e linguista turco-armeno che vive con un permesso temporaneo in Grecia, è stato arrestato lo scorso 29 dicembre e rischia l’espulsione. Ad Affermarlo è stata sua moglie lo scorso 1° gennaio con un breve post su Facebook.

Nişanyan 66 anni, studioso istambulita ed erede della tradizione cosmopolita della città, si è formato nella sua città natale e negli Stati Uniti, a Yale. È attualmente anche blogger e gestisce numerosi progetti dedicati al recupero dell’identità dei popoli vissuti in Anatolia, per questo risulta talvolta sgradito agli interessi di vari stati che si sentono minacciati dalla rinvenienze storiche, spesso scomode, portate alla luce dalle sue ricerche.

Lo scrittore è stato trattenuto dalla polizia sull’isola di Samos il 30 dicembre scorso, dopo che le autorità greche si sono rifiutate di rinnovare il suo permesso di soggiorno. A darne notizia è stata sua moglie Ira Tzourou su Facebook e Twitter. Un tribunale di Samos il 3 gennaio deciderà se sarà estradato in Turchia o in Armenia, essendo lo scrittore anche cittadino armeno. La polizia greca non ha potuto confermare immediatamente il caso, ma Nişanyan aveva fatto sapere lo scorso ottobre 2021 di essere stato definito "persona non grata" dall’amministrazione di Atene. Secondo Nişanyan, il motivo principale potrebbe essere lo studio completo sui toponimi e cognomi turchi e bulgari negli insediamenti nella parte settentrionale della Grecia.

Nişanyan era stato incarcerato in Turchia nel 2014 con l’accusa di abusi edilizi a Şirince, un villaggio dell’Egeo sulle colline tra viti, pescheti e meleti. La località era a prevalenza greca e Nişanyan insieme alla moglie, lei stessa di origine greca, aveva contribuito ad animare questa località con numerose iniziative culturali.

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Un tribunale turco nel 2014 ha condannato Nişanyan a 17 anni di carcere con nove diverse accuse, tra cui 13 mesi per vilipendio al profeta Maometto e più di otto anni per altre "violazioni" della legge sull’edilizia. Dopo tre anni dopo di detenzione in un carcere a bassa sorveglianza era riuscito a dileguarsi chiedendo esilio in Grecia. Dopo la pubblicazione del saggio "La Falsa repubblica", dedicato alla critica dei miti di fondazione della Repubblica di Turchia, è diventato sempre più inviso alle autorità turche.

Il volume, che già circolava sotto forma di dispensa a quarti dagli anni ’90, è stato pubblicato solo nei primi anni 2000, ma solo dopo l’avvento al potere di Erdogan sono iniziati i problemi per questo scrittore. Inoltre, nel 2010 Nişanyan ha pubblicato l’"Indice Anatolicus", una monumentale opera che contiene più di 16.000 toponimi in Turchia, modificati a causa della politica di turchizzazione forzata. I documenti completi inclusi non erano mai stati pubblicati in precedenza; rappresentano migliaia di nomi tradizionali, principalmente di origine greca, armena, curda, assira, araba, che sono stati sostituiti da nomi turchi nel XX secolo. "Index Anatolicus" è stato diffuso on in online nel 2011. L’attuale database include più di 56.000 toponimi mappati.

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Attualmente le autorità diplomatiche armene in Grecia e centinaia di sostenitori di Nişanyan in tutto il mondo si stanno mobilitando affinché non venga estradato in Turchia, dove rischia non solo di passare il resto della vita in carcere ma anche ripercussioni alla sua incolumità fisica.

Il maggior pericolo è che Sevan Nişanyan possa diventare una vittima sacrificale o peggio una merce di scambio nel processo politico di riavvicinamento tra Turchia e Armenia che è in corso da alcune settimane.

Carlo Coppola

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