TRAORÈ PERDONA, LA FEDERUGBY “NO”!

Dura condanna dei vertici federali dopo l’episodio di razzismo nei confronti del pilone della Nazionale italiana

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cms_28861/0.jpgLa Federazione Italiana Rugby, dopo la vicenda che coinvolge alcuni tesserati della Benetton Rugby, ha «ribadito la propria ferma condanna nei confronti di ogni forma di razzismo e discriminazione, che non hanno e non devono avere alcun posto all’interno del movimento rugbistico italiano, dello sport, della società civile», si legge dal comunicato congiunto alla Franchigia azzurra. La vicenda che ha scatenato la ferma reazione dei vertici federali, oltre all’indignazione di tutto il movimento rugbystico italiano e degli appassionati della palla ovale, riguarda il pilone della nazionale italiana, Cherif Traorè. Tutto è accaduto alla cena di Natale dei Leoni veneti quando, durante lo scambio dei doni, Traorè si è ritrovato una banana marcia nella confezione regalo. Il brutto episodio razzista, dopo l’eco mondiale, ha suscitato l’immediata reazione della dirigenza Benetton che ha spinto il colpevole del gesto alle scuse, accettate dal giocatore italiano nato in Guinea e con 15 caps in Azzurro.

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Il passo successivo della società trevigiana, inoltre, è stata la decisione di sospendere cautelativamente, per tutta la durata delle indagini della Procura Federale, uno dei tesserati. La palla ovale (sic!), adesso, è nelle mani della giustizia sportiva federale che indaga, a tutela dei valori fondanti del Rugby, per accertare le responsabilità collettive e dei singoli. «Sarà competenza esclusiva, sulla base delle risultanze delle indagini, comminare eventuali sanzioni sportive o amministrative, in totale autonomia e senza ingerenze di alcun tipo da parte di organismi esterni alla Giustizia FIR», si legge nel comunicato. Questa patata bollente, a circa 40 giorni dall’esordio all’Olimpico contro la Francia per il Sei Nazioni 2023, crea non pochi grattacapi alla Federugby, da sempre impegnata in campagne di sensibilizzazione dell’inclusività nel rugby.

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E in accordo anche con l’altra Franchigia azzurra, le Zebre Parma, la Federazione «ha definito – aggiunge il comunicato - di approfondire congiuntamente il percorso di sensibilizzazione e consapevolezza alle tematiche di inclusione per i propri atleti». Insomma, un po’ come far tornare sui banchi di scuola quegli studenti che durante l’anno hanno reso poco durante le ore di educazione civica e di storia contemporanea, se consideriamo i progressi che la società civile (occidentale) ha fatto sul tema del rispetto dei diritti umani e civili. Presto, ne sono convinto, sarà fatta luce su questa oscura vicenda anche se sino alla conclusione delle indagini da parte della Procura Federale la Federazione Italiana Rugby e Benetton Rugby non rilasceranno ulteriori commenti.

Umberto De Giosa

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