TEXAS, LIBERATI OSTAGGI SINAGOGA...SEQUESTRATORE UCCISO

Blitz delle forze dell’ordine. L’annuncio del governatore: "Ostaggi liberi, stanno bene"

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cms_24469/2_1642310004.jpgSono stati liberati gli ostaggi trattenuti per oltre 10 ore nella sinagoga di Dallas-Fort Worth in Texas. il sequestratore è stato ucciso. Le forze dell’ordine hanno compiuto un blitz dopo ore di trattative condotte dall’Fbi. L’ingresso degli agenti nella sinagoga è stato preceduto probabilmente da un ’esplosione controllata, a cui hanno fatto seguito colpi di armi da fuoco. Su Twitter, il governatore del Texas Greg Abbott ha annunciato: "Tutti gli ostaggi sono liberi e stanno bene".

L’uomo armato si era barricato nella sinagoga di Dallas-Fort Worth in Texas e chiedeva la liberazione di sua sorella, la terrorista Aafia Siddiqui.

L’uomo, che diceva di avere una borsa piena di armi, ha preso in ostaggio il rabbino ed altre tre persone della congregazione Beth Israel. Minacciava di sparare se la polizia fosse intervenuta. Secondo quanto riporta Abcnews, citando fonti, chiede la scarcerazione della sorella che è una nota terrorista, detenuta nella Carswell Air Force Base vicino a Fort Worth.

"Io morirò" ha urlato più volte il seqiestratore. Nel momento dell’attacco la sinagoga stava trasmettendo in streaming su Facebook le funzioni del sabato. "Io morirò, lasciando sei bei bambini. Non piangete per me", ha ripetuto l’uomo prima che venisse bloccata la diretta. Prima dello stop ha continuato a parlare di religione con un evidente accento britannico, facendo diversi accenni all’Islam. Ha poi espresso la sua rabbia contro l’Inghilterra ed ha più volte fatto riferimento alla sorella chiedendo di parlare con lei.

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Le autorità non hanno ancora confermato l’identità del sequestratore. Siddiqui è detenuta alla Carswell Air Force Base, vicino a Fort Worth, dopo essere stata condannata a 86 anni per legami con al Qaeda e per l’aggressione e il tentato omicidio di un militare Usa nel 2010.

Sul luogo sono mobilitate le squadre Swat della dipartimento di polizia locale e dell’Fbi, mentre sono stati evacuati i residenti dell’area circostante.

CHI E’ ’LADY AL QAEDA’

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Aafia Siddiqui è una pakistana con lauree al Mit e alla Brandies University che sta scontando negli Stati Uniti una condanna a 86 anni per terrorismo. Soprannominata dalla stampa americana ’Lady al-Qaeda’, la donna, che ha 49 anni, è stata condannata negli Stati Uniti non per legami con al-Qaeda, ma per aver tentato -secondo l’accusa- di sparare ai militari statunitensi che la interrogavano dopo la sua cattura in Afghanistan nel luglio del 2008.

Siddiqui, madre di tre figli, è un’ex studentessa del prestigioso Massachussetts Institute of Technology (Mit) con un dottorato in scienze neurologiche. Nel 2002 è rientrata in Pakistan per poi sparire con i figli nel marzo successivo, in seguito all’arresto di Khalid Sheikh Muhammad. In seconde nozze Siddiqui ha sposato un nipote della mente delle stragi negli Usa, Ammar al-Baluchi.

cms_24469/00.jpgNel 2004 la donna è stata inserita nella lista dell’Fbi dei più pericolosi collaboratori di al-Qaeda.

Secondo i familiari della Siddiqui, la donna è stata detenuta per cinque anni -dal 2003- dalle forze Usa nel carcere di Bagram, in Afghanistan, dove avrebbe subito torture e abusi.

Negli anni scorsi alla Siddiqui è stata associata anche la storia del ’Prigioniero 650’, l’unica donna rinchiusa a Bagram, secondo i racconti degli ex detenuti della prigione. Lei stessa durante un’udienza ha affermato di essere stata in una "prigione segreta".

Siddiqui è stata trasferite al Federal Medical Center Carswell, penitenziario femminile nei pressi di Fort Worth, per ragioni mediche. La donna lo scorso luglio ha denunciato di essere stata aggredita da un’altra detenuta e, poi, messa in isolamento, secondo quanto ha denunciato Council on American-Islamic Relations di Dallas-Fort Worth. Protesta presentata anche dal governo pachistano.

Il governo americano considera Siddiqui una pericolosa terrorista e l’ha descritta prima della cattura come ’la donna più ricercata al mondo’. In diverse occasioni ha rifiutato di scambiarla con ostaggi americani, compreso il giornalista James Foley, prima della sua esecuzione da parte dello Stato Islamico.

Redazione

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