Successo delle terapie domiciliari Covid
Il Senato ha approvato Odg che impegna così il governo ad aggiornare protocolli e linee guida.

Da oltre un anno di questa pandemia assassina che ha falciato migliaia di persone morte nella solitudine più completa e destinate ai forni crematori, vittime di una “vigile attesa” voluta dall’AIFA che indicava soltanto la prescrizione domiciliare del paracetamolo, noto farmaco ossidante, e di un controllo “telefonico” del paziente , non importa se anziano, analfabeta, incapace di autogestirsi, senza che il proprio medico di famiglia potesse recarsi al proprio capezzale, quindi senza poter ricevere cure adeguate nelle fasi iniziali della malattia, si è verificata una svolta importantissima.
I medici, quelli veri, potranno prescrivere i farmaci che essi riterranno più opportuni secondo scienza e coscienza senza dover seguire un protocollo determinato.
Tutto ha avuto inizio con una nota dell’AIFA del 9 dicembre 2020 che indicava i “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare” che è stata bocciata dal TAR del Lazio che ne ha pertanto sospeso l’efficacia rimandandone la trattazione al 20 luglio prossimo.
Questo risultato è stato raggiunto da quei Medici che fanno capo al “Comitato Cura Domiciliare Covid-19” fondato dall’Avvocato Erich Grimaldi che ha intrapreso un’azione legale contro l’AIFA ed il Ministero della Salute.
Il protocollo AIFA rivolto ai positivi di Covid, per le cure nel setting domiciliare, quindi per quei pazienti che non necessitavano di ricovero ospedaliero, prevedeva : 1) Vigile attesa,
2) trattamenti sintomatici con Paracetamolo;
3) idratazione e nutrizione appropriate;
4) non modificare le terapie croniche;
5) non utilizzare integratori e vitamine;
6) non utilizzare farmaci in aerosol specie se si convive con altre persone in isolamento.
La terapia consigliata dall’AIFA indicava l’uso di fans e paracetamolo solo per febbre e dolori muscolari;
l’uso dei corticosteroidi era raccomandato solo nei pazienti con Covid-19 grave che necessitavano di ossigeno, quindi con un quadro fortemente compromesso;
l’uso di eparina era indicato solo nei pazienti gravi non deambulanti;
l’uso di antibiotici era controindicato;
controindicata l’idrossiclorochina;
non raccomandato l’uso di lopinavir/ritonavir.
Nei pazienti ospedalizzati (gravi) veniva consigliato l’uso di corticosteroidi ed eparina.
Il TAR ha giudicato giusta la richiesta dei Medici “di far valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza e che non può essere compresso nell’ottica di una attesa potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente, che sebbene sotto profili diversi, per medici stessi”.
E’ stata ottenuta anche la “riabilitazione” dell’idrossiclorochina (come da decisione sancita dal Consiglio di Stato, con un’ordinanza del 11 dicembre 2020).
In tutti noi sono vivi i ricordi dei decessi avvenuti senza adeguato supporto medico domiciliare, della corsa verso le terapie intensive ingolfate di malati che venivano intubati e per i quali non si conoscevano le diagnosi anatomopatologiche per autopsie mai eseguite.
Abbiamo assistito ai bollettini di guerra scanditi nei vari Tg nazionali, abbiamo assistito in TV alla pletora di virologi e sedicenti esperti (molti dei quali senza alcuna esperienza clinica) professionisti assertori della “scienza dogmatica” che esponevano contraddizioni plateali del “loro” sapere assumendo l’aspetto dei “guru” mentre i malati morivano come mosche.
Siamo tutti stati terrorizzati, isolati, chiusi in casa, distanziati, impoveriti, abbiamo obbedito agli ordini impartiti da un CTS sconosciuto, tutti in attesa del vaccino, di quel vaccino che non esisteva ancora ma che tutti noi volevamo per aver salva la vita e ritornale alla normalità.
Ma la Medicina non è un “dogma”, la Scienza, quella vera è ricerca, confronto, studio, sperimentazione, fallimento e successo e noi abbiamo Medici, quelli veri con la M maiuscola, che rischiando sanzioni disciplinari da parte dei propri Ordini professionali, hanno tenuto fede al proprio giuramento non abbandonando i propri pazienti ad un destino segnato.
Medici e Paramedici coscienziosi, loro sì, veri Eroi che non hanno abbandonato mai i propri pazienti.
Medici, clinici, ricercatori che non si sono mai dati per vinti e che si sono organizzati come veri carbonari per trovare una soluzione terapeutica domiciliare.
Con il nuovo governo Draghi , una mozione della Lega è stata trasformata in Ordine del giorno ,sottoscritto da tutti i partiti: prevede che il governo “aggiorni i protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare da parte dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei medici del territorio, dei pazienti Covid-19 tenuto conto di tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo”.
Un Ordine del Giorno per impegnare il Governo Draghi ad attivarsi per l’istituzione di un Protocollo Unico Nazionale per la gestione domiciliare dei malati Covid. Ad approvarlo l’Aula del Senato con 212 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti
Tra le altre misure contenute nell’Odg, quella di impegnare l’esecutivo anche “ad istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo, ad attivare, per una efficace gestione del decorso, fin dalla diagnosi, interventi che coinvolgano tutto il personale presente sul territorio in grado di fornire assistenza sanitaria, accompagnamento socio-sanitario e sostegno familiare, nel rispetto dell’autonomia regionale”.
Infine ad attivarsi “affinchè le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai Servizi sanitari regionali confluiscano in un protocollo unico nazionale di gestione domiciliare del paziente Covid-19 e ad affiancare all’implementazione del protocollo nazionale per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19 un piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti”.
«Una vittoria raggiunta grazie alla strenua battaglia contro virus da parte di tutti i medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 che in questo lungo anno hanno curato a casa i pazienti, dimostrando l’efficacia dello schema terapeutico e di un lavoro di squadra mai realizzatosi prima in Italia, e dello straordinario lavoro del fondatore e presidente Erich Grimaldi, che ha dato vita ad un eccellente gruppo di lavoro dove il coordinamento di migliaia di professionisti e la comunità di intenti sono stati il naturale collante per chi ha sposato una causa nell’interesse di tutta la popolazione» sottolinea in una nota il Comitato Terapia Cure Domiciliari Covid da mesi impegnato in questa battaglia.
«Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo risultato, al netto di un anno di impegno senza sosta da parte di tutti. Sono sempre stato certo dell’importanza del lavoro che abbiamo svolto e continuiamo a svolgere e il risultato di oggi ne è la conferma. Ora è il momento di passare alla fase operativa e in questo senso auspico che al tavolo saranno presenti il professor Luigi Cavanna e il dottor Andrea Mangiagalli, membri del consiglio scientifico del nostro Comitato, quale espressione delle due realtà, ovvero quella ospedaliera e quella della medicina territoriale, che hanno collaborato in maniera eccellente per dare vita allo schema terapeutico che ha guarito migliaia di persone nel nostro paese», dichiara il Presidente del Comitato Terapie Cure Domiciliari Erich Grimaldi, da sempre in prima linea in questa battaglia.
«Grazie alla mozione a prima firma del capogruppo della Lega, oggi trasformata in un ordine del giorno unitario votato da tutto l’arco parlamentare, è stata finalmente posta la giusta attenzione sulla necessità di dover aggiornare i protocolli per le cure domiciliari. É necessario e doveroso aggiornare rapidamente i protocolli attuali, superando il concetto di ‘vigile attesa’ e fornendo così la possibilità agli utenti di vedere prescritti i farmaci ritenuti più opportuni, tenuto finalmente conto del singolo caso» ha commentato la capogruppo in Commissione Sanità della Lega Sonia Fregolent.
La svolta è arrivata.
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