Sondaggi politici: Lega sempre primo partito, ma Fdi si avvicina

Roma, Bertolaso: "Non mi candido" - Napoli, Manfredi declina invito - Coprifuoco, Meloni: "va abolito subito" - Salvini: "Letta vive male" - M5S: Conte al lavoro

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cms_21939/sondaggi-politici-elettorali-EMG.jpgSondaggi politici: Lega sempre primo partito, ma Fdi si avvicina

Lega in calo ma ancora in testa alle intenzioni di voto degli italiani. Secondo quanto rileva il sondaggio politico illustrato da Bianca Berlinguer durante Cartabianca, il partito di Matteo Salvini è al 21,9%, in calo di uno 0,3% rispetto alla scorsa settimana. Stabile al secondo posto Fratelli d’Italia al 18%, mentre il MoVimento 5 Stelle perde uno 0,3% e si attesta al 18%.

Il Pd recupera uno 0.5% e si conferma al quarto posto con un 17,2%, seguito da Forza Italia (7%), Italia Viva (3,9%), Azione (3,1%).

cms_21939/bertolaso8_fg.jpgSindaco Roma, Bertolaso: "Non mi candido"

"Non mi candido". Guido Bertolaso si esprime in maniera categorica sulle voci che lo accostano alla candidatura a sindaco di Roma. "Arrivando in Lombardia ai primi di febbraio per contribuire alla campagna di vaccinazione, avevo chiarito fin da subito che non avrei potuto considerare altri impegni pubblici compreso il sogno di costruire un futuro migliore per la città più bella del mondo, ridotta ad imbarazzante caravanserraglio dalla peggiore gestione dai tempi di Romolo e Remo", scrive su Facebook.

"Ho ripetuto il mio diniego più volte e in diverse occasioni -sottolinea Bertolaso- motivandolo con ragioni personali che hanno assoluta priorità. Sono lusingato dai continui e ripetuti apprezzamenti e ringrazio quei concittadini che in vari modi mi esortano a cambiare idea, ma il mio futuro prossimo è già scritto lontano da Roma. Chiedo rispetto e comprensione per questa mia decisione e prego di evitare, da oggi in poi, di coinvolgere il mio nome nel totocandidati".

cms_21939/manfredi.jpgNapoli, Manfredi declina invito: non sarà candidato sindaco Pd-M5S

L’ex ministro dell’Università ed ex rettore della ’Federico II’ di Napoli Gaetano Manfredi non sarà il candidato a sindaco di Napoli per il "campo largo" che comprende Partito democratico, Movimento 5 Stelle e altre forze di centrosinistra. Manfredi, a quanto apprende l’Adnkronos, avrebbe declinato definitivamente l’invito a candidarsi; già nei giorni scorsi l’ex rettore aveva manifestato le sue perplessità a rivestire, in caso di vittoria alle prossime amministrative, un impegno che sarebbe reso particolarmente complicato soprattutto alla luce delle condizioni di cassa del Comune di Napoli, in pre-dissesto e a rischio default.

LE RAGIONI - "Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani", così l’ex ministro dell’Università Manfredi spiega le ragioni del suo ’no’ alla candidatura a sindaco di Napoli che gli era stata proposta dallo schieramento di centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle.

Manfredi aggiunge che "il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i 5 miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore".

Secondo Manfredi "il campo largo delle forze progressiste che si è costituito a Napoli e ha animato il governo a cui ho partecipato grazie alla scelta del presidente Conte, ha tutte le energie per guidare, su queste basi, lo sviluppo della città, anche con il sostegno della Regione Campania. Aggiungo però che la questione non riguarda solo il campo progressista. Dovrebbe investire l’intero arco istituzionale, da chi deciderà di candidarsi a sindaco per ogni parte politica al centrodestra, al Governo e al Parlamento. E dovrebbe palesarsi prima delle elezioni amministrative, per le urgenze già ricordate e per sgombrare il campo dall’equivoco che rappresenta un favore a questo o a quel sindaco. In ballo non ci sono tatticismi politici, guerre di posizione e carriere personali, che francamente mi provocano anche una certa inquietudine, a maggior ragione per le ulteriori difficoltà che rischiano di vivere Napoli e i napoletani aggravate dagli effetti della pandemia. In ballo c’è il futuro della città".

cms_21939/giorgia-meloni-640x376.jpgCoprifuoco, Meloni: "Inutile e allontana turisti, va abolito subito"

"Il coprifuoco è una cosa totalmente inutile e allontana i turisti. E’ una misura illegittima, in uno Stato democratico le istituzioni non possono dirti quando puoi uscire di casa. Il coprifuoco non serve a niente ai fini del contrasto della pandemia. Va abolito e va abolito oggi". Così Giorgia Meloni, leader di Fdi, in collegamento con ’Mattino Cinque’, sottolineando che "il turismo da noi è un altro grandissimo malato e siccome ci viviamo di turismo, non possiamo considerarlo un’attività secondaria, sacrificabile"."Si muore di tante cose: di Covid, di altre malattie, di povertà, di depressione. Ci dobbiamo occupare della questione a 360 gradi", ha la leader di Fdi.Quanto alla campagna di vaccinazione, "lo Stato non dovrebbe dare consigli alle Regioni, avrebbe dovuto imporsi per la vaccinazione degli over 60. Questa responsabilità non è delle Regioni ma dello Stato"."Io presidente del Consiglio? Non lo posso dire io, lo diranno gli italiani. Certo che guardo i sondaggi, la crescita di Fdi produce in me più ansia che felicità. Più cresci, più persone credono in te e più è facile deludere. Sono contenta ovviamente perché ci sono tante persone che ripongono in noi le loro speranze", ha affermato Meloni.

cms_21939/Matteo-Salvini.jpgSalvini: "Letta vive male, se non mi insulta non è contento"

Continua lo scontro a distanza tra Enrico Letta e Matteo Salvini. In un’intervista al quotidiano spagnolo ’Abc’ il segretario del Pd riguardo al governo ha parlato del leader della Lega come di "un fattore di instabilità".

"Letta vive male, se non si alza e non insulta me e la Lega non è contento, ma non ci pagano per questo - dice Salvini a Zapping - L’ossessione di Letta per me e la Lega non è da analizzare politicamente ma in altri termini".

Parlando dell’azione di governo e delle riaperture, Salvini sottolinea che "è una soddisfazione aver portato il contributo della Lega. Qualcuno avrebbe voluto aspettare giugno o addirittura luglio. Fortunatamente la situazione è sotto controllo, dati sono positivi". Sul fronte delle riaperture, aggiunge, "ci sono alcuni settori purtroppo dimenticati: piscine, giovani, discoteche, che sono un posto in cui i giovani hanno il diritto di passare qualche ora di svago".

Riguardo alle riforme, "confermo che voglio assolutamente la riforma del fisco, della giustizia, della burocrazia. Ma la mia preoccupazione è che a giudicare dalle dichiarazioni del Pd e del M5S la vedo difficile". "La riforma del fisco, noi vogliamo la flat tax, è difficile che si faccia con 5 Stelle e Pd. Quella della giustizia è fondamentale, noi ci siamo, ce la mettiamo tutta, Draghi ce la mette tutta, se qualcuno rallenta se ne prenderà la responsabilità - dice ancora il leader della Lega - Noi siamo i più convinti sostenitori delle riforme, siamo curiosi di vedere come reagiranno Pd e M5S".

Poi l’immigrazione. Quello dei migranti, afferma Salvini, "è un altro fronte su cui contiamo che Draghi segni qualche marcia in più rispetto a Conte".

Quanto alla scelta dei candidati sindaci del centrodestra, "Roma e Milano meritano qualche giorno di riflessione in più. Tutte le altre partite sono chiuse, ma su Roma e Milano ci mettiamo qualche giorno in più".

cms_21939/G_CONTE.jpgM5S: Conte al lavoro, rumors su ritorno Casalino

Giuseppe Conte, nonostante la difficile partita per ottenere i dati degli iscritti (al momento ancora nelle mani di Rousseau), continua a lavorare alla rifondazione del Movimento 5 Stelle. L’ex premier è molto attivo in questi giorni: domenica ha visto in videoconferenza i parlamentari della Commissione Giustizia per parlare delle riforme in esame. Ieri sera, invece, ha incontrato - sempre in via telematica - i vertici dei gruppi di Camera e Senato: al centro del colloquio, la situazione politica.

Ma nel corso della video-call si sarebbe parlato anche di eventuali assunzioni negli staff pentastellati di Montecitorio e Palazzo Madama. In particolare, secondo quanto apprende l’Adnkronos, rumors di Palazzo sempre più insistenti raccontano di un possibile ritorno in campo di alcuni membri della squadra della comunicazione che ha lavorato per Conte a Palazzo Chigi durante i suoi due governi, a partire dal portavoce Rocco Casalino.

Redazione

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