Scandalo pedofilia in Germania
Inchiesta con 30mila sospettati

Il ministro della Giustizia del Land :«È ora che gli autori di questi crimini escano dall’anonimato».
L’inchiesta è partita nel Nordreno-Vestfalia, dalla città di Bergisch Gladbach ed ha permesso di risalire alle chat.
Se i sospetti dei procuratori troveranno riscontro, un numero impressionante di persone, 30mila, dovranno rispondere dei reati di pedofilia e possesso di materiale pedopornografico.
Si tratterebbe della più grande rete di pedofilia ad oggi mai scoperta e di certo la più grande rete di pedofili che la Repubblica Federali ricordi.
«Vogliamo far uscire dall’anonimato di Internet le persone che abusano dei bambini e quelli che li sostengono» ha dichiarato alla stampa il ministro della giustizia del Land Peter Bisenbach che dal primo luglio lancerà una task force specialecontro i pedofili.
Si chiama ZAC (Zentrale Anlaufstelle Cybercrime) ed è guidata da Markus Hartmann.
La task force speciale dovrà andare in fondo all’inchiesta iniziata nell’ottobre del 2019 quando la polizia ha arrestato un uomo di 43 anni a Bergish Gladbach conl’accusa di aver abusato della figliaquando era ancora bambina.
L’uomo, oltre ad avere violentato la figlia ha voluto anche condividere online le immagini di quell’orrore. In quello specifico caso le condivisioni furono 1.800.
Anche un militare di 27 anni è stato già condannato a dieci anni da scontare in un reparto psichiatricoper essere stato riconosciuto colpevole di gravi abusi su bambini di età compresa tra uno e cinque anni, tra cui la figlia e il figliastro.
I due pedofili si sarebbero conosciuti in Internet attraverso un forum e si sarebbero incontrati regolarmente per perpetrare assieme gli abusi sui bambini. Nel quadro delle indagini la polizia ha identificato almeno 44 vittime la cui età va dai tre mesi ai 14 anni.
Il lavoro degli inquirenti si prospetta molto lungo e delicato poiché il materiale su cui lavorare è davvero tanto. In molti casi non ci sono nomi, i sospettati sono degli sconosciuti abilmente celati dietro nomi immaginari e la polizia cibernetica fa davvero molta fatica a risalire alle loro vere identità.
Nei primi giorni di giugno il ministro dell’interno di Nordreno-Vestfalia, Herbert Reul, ha confidato che «tanto più a lungo si cerca, tanti più casi si scoprono».
Per dare un’idea della vasta proporzione di cui si parla, basti pensare che la polizia è arrivata a smascherare un network di pedofili che dal suo epicentro in Germania si estende fino all’Austria e alla Svizzera.
La Germania non è nuova a questo tipo di orrori, non si è ancora spenta l’eco per la maxi-inchiesta del 2018 dove la Chiesa fu al centro di uno scandalo di proporzioni gigantesche per un abuso su tremila bambini effettuati in oltre 70 anni. Oggi non è nel segreto mondo della Chiesa ma in quello del web che si nascondono i potenziali pedofili per le odiose malefatte compiute in epoca assai più recente.
Dalle indagini emergono particolari inquietanti, si scopre che nel “dark web” i pedofili sui forum si scambiavano foto, informazioni e consigli su come adescare i bambini e soprattutto si davano consigli su come rendere i piccoli più “docili”.
Il ministro della Giustizia della regione, Peter Biesenbach(Cdu) ha espresso tutto il suo disgusto spiegando che si tratta tanto di casi di possesso e diffusione di pornografia infantile quanto di concreti casi di abusi.
"Non avevo preventivato neanche lontanamente la portata del fenomeno su Internet. Quello che la squadra investigativa ha portato alla luce è profondamente inquietante. Dobbiamo riconoscere che gli abusi sui minori sono più diffusi online di quanto pensassimo in precedenza - ha commentato Biesenbach. Non avevo mai sospettato neppure lontanamente questa dimensione del fenomeno degli abusi in rete. Dobbiamo ammettere che questi crimini sono molto più diffusi di quanto immaginassimo”.
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