Saldo Irpef, la proroga: cosa c’è da sapere(Altre News)

Contributi sospesi per Covid, le novità - Pos unico, cos’è e come funziona

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Saldo Irpef, la proroga: cosa c’è da sapere

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Slitta al 30 ottobre il termine dei versamenti fiscali relativi al saldo Irpef dei redditi 2019 per chi non ha rispettato la scadenza del 20 agosto. L’importo subirà una maggiorazione dello 0,8%. La proroga verrà inserita nel decreto Agosto la prossima settimana, come deciso dalla maggioranza e confermato dal viceministro dell’Economia, Antonio Misiani.

Ci sono però alcuni ’paletti’, come spiega laleggepertutti.it. Il primo: potranno usufruire della proroga le partite Iva interessate dall’Indice sintetico di affidabilità fiscale, noto come Isa, ed i contribuenti aderenti al regime forfettario. Il secondo vincolo: occorrerà dimostrare di avere registrato nel primo semestre del 2020 una perdita del fatturato del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Si tratta della terza proroga concessa per il versamento di quanto dovuto al Fisco in termini Irpef, visto che la prima scadenza era prevista al 20 luglio ed era stata fatta slittare successivamente al 20 agosto per gli effetti dell’emergenza Covid.

L’attuale rinvio viene anche incontro alle richieste dei commercialisti, che avevano minacciato l’agitazione della categoria per il rischio di un eccessivo carico di obblighi fiscali e che ora hanno ritirato la protesta.

Contributi sospesi per Covid, le novità

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I contributi previdenziali e assistenziali, come anche i premi dell’assicurazione obbligatoria, sono stati sospesi per il Covid e precisamente per i mesi di marzo, aprile e maggio 202

La sospensione dei versamenti è stata introdotta dal decreto Cura Italia e prorogata dai decreti Liquidità e Rilancio, ma ora i titolari di partita IVA, artigiani e commercianti, devono provvedere al pagamento.

INPS in un recente messaggio del 14 settembre, il numero 3331, ha informato inoltre circa una nuova scadenza per l’istanza -come sottolinea money.it- da inoltrare all’Istituto con cui si comunica la rateizzazione delle somme sospese da versare. Sempre INPS nel messaggio del 20 luglio, il n. 2871 aveva indicato il 16 settembre come data per il pagamento dei contributi sospesi; la stessa data è stata ripresa poi dal decreto Agosto n.104/2020 all’articolo 97.

Il testo del nuovo decreto stabilisce che i versamenti dei contributi sospesi per Covid possono essere effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, per un importo pari al 50% delle somme oggetto di sospensione e il pagamento può avvenire in un’unica soluzione, con la scadenza del 16 settembre o con la rateizzazione in quattro rate mensili la prima delle quali deve essere stata pagata sempre entro quella data. La parte restante, l’altro 50% dei contributi sospesi, può essere invece versata in 24 rate mensili la prima delle quali dovuta entro il 16 gennaio 2021.

La data del 16 settembre era anche stata inizialmente scelta per l’invio dell’istanza a INPS con la comunicazione di adesione alla sospensione dei contributi per Covid, salvo poi prorogarla al 30 settembre prossimo. La comunicazione deve avvenire sempre attraverso il modello F24 precompilato (tutte le indicazioni, anche per i codici da inserire si trovano nel messaggio INPS del 20 luglio).

Gli interessati alla sospensione dei contributi dovranno pertanto accedere all’area riservata sul sito di INPS e in particolare al cassetto previdenziale artigiani e commercianti. Nella sezione riservata alla posizione assicurativa sarà possibile scaricare il modello F24 per Covid precompilato che andrà inviato entro il 30 settembre.

Pos unico, cos’è e come funziona

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Tra le novità previste con il decreto Semplificazioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 settembre, c’è anche il POS unico. È bene specificare fin da subito che si attende il decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico per regolamentarne i dettagli operativi. La norma del decreto Semplificazioni prevede che agli esercizi commerciali venga garantito un POS unico, valido non solo per i pagamenti con carta e bancomat ma anche per i buoni pasto in formato elettronico.

La norma ha un doppio scopo: innanzitutto, ridurre gli oneri a carico degli esercenti, e in secondo luogo facilitare l’utilizzo dei buoni pasto elettronici.

Nel momento in cui ci saranno le disposizioni operative del Mise, infatti, ogni esercente avrà il POS unico e sarà molto più complicato non accettare i buoni pasto elettronici. Ma come funziona il POS unico?

Come spiega Money.it, anche questa norma può essere inserita nel più ampio piano Italia cashless del Governo, visto che il buono pasto elettronico contiene una serie di informazioni che lasciano traccia dell’operazione, come il codice fiscale o la ragione sociale del datore di lavoro, la data e l’esercizio commerciale in cui il buono è stato utilizzato.

Inoltre, il buono digitale viene associato al suo utilizzatore tramite un numero o un codice identificativo.

Ricordiamo che il POS è obbligatorio dal 2014, tuttavia l’assenza di sanzioni per gli esercenti che ne sono sprovvisti ha fatto in modo che tale norma ancora non venga rispettata in numerosi negozi, bar ed esercizi commerciali in generale

Redazione

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