SVOLTA NEI CASI ZAKI E REGENI
Oggi la decisione del tribunale egiziano su Zaki. Caso Regeni: la Procura chiama a processo gli 007 egiziani
Potrebbero essere ad un punto di svolta i due casi drammaticamente simili di italiani vittime della dittatura egiziana. Ieri Patrick Zaki ha partecipato all’udienza nel tribunale del Cairo e “la decisione del tribunale sarà resa nota domani", come ha reso noto la legale dello studente, Hoda Nasrallah. La custodia cautelare di Zaki viene prolungata ad oltranza da febbraio, quando è stato imprigionato per la “colpa” di aver pubblicamente criticato la dittatura di Al-Sisi. Il timore, purtroppo, è che la decisione del tribunale possa essere quella di prolungare ulteriormente la custodia cautelare, o magari anche peggio. L’avvocatessa Nasrallah, tuttavia, ha rassicurato sulle sue condizioni: "Ho parlato con lui dieci minuti dopo l’udienza: sta bene ed è in buona salute". La professionista forense ha poi aggiunto, riferendosi sempre al suo assistito: “Ha parlato davanti ai giudici circa i suoi studi e ha detto che è un bene per il Paese che uno dei suoi figli sia professore all’estero".
Amnesty International si è detta pessimista per l’esito dell’udienza, visti gli arresti di tre dirigenti dell’ong egiziana per la difesa dei diritti umani "Eipr" per la quale Patrick era ricercatore in studi di genere. Più probabile, essendo la cosa gestita dalla Procura di uno Stato di Diritto, è che sia il caso Giulio Regeni, ricercatore brutalmente ucciso in Egitto nel 2016, a subire una svolta in positivo verso la verità e la giustizia. I pm di Roma sarebbero infatti pronti a chiamare a processo gli 007 egiziani che erano indagati per la triste vicenda. In mano agli inquirenti, nonostante i vergognosi depistaggi e sabotaggi da parte dell’Egitto, ci sarebbero, finalmente, prove univoche e concordanti. Il 4 dicembre ci sarà la notifica di chiusura indagini e i cinque agenti egiziani risponderanno alle accuse di omicidio, a prescindere dal riconoscimento o meno della legittimità del processo da parte del Cairo.
Il giorno prima della comunicazione della Procura di Roma, il Presidente del Consiglio Conte aveva chiamato Al-Sisi, ufficialmente per discutere di questioni economiche e militari. Tuttavia, gli addetti ai lavori sono concordi nel pensare che Giulio Regeni sia stato protagonista della discussione tra i due leader politici, come confermato da un post sulla pagina Facebook di Bassam Rady, portavoce del Presidente egiziano, nel quale si legge che nel corso del colloquio sono stati esaminati “gli ultimi sviluppi della cooperazione congiunta tra le autorità giudiziarie in merito alle indagini in corso sul caso dello studente italiano Giulio Regeni”.Dopo cinque anni di battaglie che hanno visto in prima linea i familiari dello studente ed Amnesty International per la ricerca della verità, dovrà arrendersi al potere della verità persino una dittatura oscurantista come quella egiziana, che di tutto ha fatto pur di insabbiare le prove di quello che fu un omicidio politico, perpetrato ai danni di un ragazzo che denunciava gli abusi di un governo che, come dimostra il coinvolgimento diretto della National Security Agency egiziana, si può definire a tutti gli effetti criminale.
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