SVENTATO ATTACCO AL POTERE

NYT: “Gli USA hanno cercato di impedire l’uccisione di Gerasimov”

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Eppure, a leggerne la biografia e a guardare una foto, non differisce più di tanto dai suoi connazionali col potere in mano. Ma tracciamone comunque un profilo per chi non dovesse conoscerlo, non essendo comunque uno dei nomi più in vista nell’ultimo anno. Nato a Kazan l’8 settembre 1955, Valerij Vasilevic Gerasimov è un generale russo ed ex sovietico, Capo di Stato maggiore generale delle Forze armate russe. Tradotto nella lingua dei comuni mortali: è il responsabile militare col grado più alto in assoluto delle forze armate della Russia; praticamente, se Vladimir Putin comanda lui esegue. E ha un curriculum di tutto rispetto, guardato dalla prospettiva della fu URSS: è stato anche vice-Capo di Stato maggiore, ha prestato servizio al Distretto militare centrale, a quelli di Mosca e Leningrado, e ha fatto parte anche della 58esima armata e della 144esima divisione motorizzata fucilieri; ha partecipato alle due battaglie di Mariupol del 2014 e del 2022, e a quelle di Sjevjerodoneck, Kiev e Cherson, e alle Guerra civile siriana e del Donbass. Le onorificenze, neanche a dirlo, si sprecano. Fin qui tutto normale, no?

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Ebbene, la particolarità sta nel fatto che – secondo il New York Times – gli Stati Uniti pare abbiamo cercato di impedirne l’uccisione da parte dell’Ucraina. Sembra una grande storia di samurai: l’eroe che salva il nemico da una morte poco onorevole, probabilmente per dimostrare la sua superiorità. Nel suo dedicare un intero articolo alla ricostruzione della guerra russo-ucraina, a mani basse l’evento più importante dell’anno che tra due settimane volgerà al termine, il quotidiano newyorkese riporta testuali parole: “gli ufficiali americani avevano scoperto che il generale Valerij Gerasimov stava progettando un viaggio in prima linea, ma nascosero l’informazione agli ucraini, preoccupati che un attentato alla sua vita potesse portare a un guerra tra America e Russia”. Come spesso e volentieri accade in queste situazioni, è un sottile ed egoistico gioco di interessi personali, alcuni dei quali mascherati da solidarietà verso chi è in difficoltà.

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Ma si sa, la polvere sotto il tappeto non può rimanere nascosta a lungo. Chiedere a qualcuno mosso giustamente dal rancore di non vendicarsi è come sbattere ripetutamente la testa contro un muro con la speranza che esso crolli e senza riportare alcun danno. Fortunatamente, strano a dirsi, il braccio destro di Mosca è ancora tra noi… altrimenti sarebbe scoppiato un putiferio talmente grande da far sembrare “incidente diplomatico” un eufemismo: “Gli ucraini vennero a conoscenza del viaggio, e dopo un dibattito Washington fece il passo straordinario di chiedere a Kiev di annullare l’attacco solo per sentirsi dire che lo avevano già lanciato – prosegue il NYT – decine di soldati russi, ma il generale Gerasimov non era uno di loro”. Chiamate Gerard Butler e Morgan Freeman, c’è materiale per girare una storia controfattuale di Attacco al Potere.

Francesco Bulzis

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