SUMMIT BRICS: CONTRAPPOSIZIONE ALL’OCCIDENTE E RILEVANZA CINESE
Il 23 e 24 giugno scorso la Cina ha ospitato il 14° Summit dei Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), ovvero Stati che condividono una situazione economica in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali, e caratterizzati da una forte crescita del PIL. Il Summit mirava ad un dibattito tra gli Stati partecipanti, per promuovere un proprio modello di governance e sviluppo, in un momento storico di instabilità globale. L’incontro è stato presieduto dal presidente cinese Xi Jinping tramite collegamento video, ed è il terzo meeting della BRICS organizzato dalla Cina, in seguito a quelli di Sanya e di Xiamen. Tante sono state le questioni dibattute ed ovvio argomento centrale è stato lo scontro in Ucraina ed il ruolo geopolitico degli Stati Uniti. In tal senso, nonostante differenze sostanziali tra i partecipanti, nessuno Stato della BRICS ha condannato apertamente il presidente russo Vladimir Putin per l’invasione ed al contrario tutti hanno ribadito la propria distanza dall’ordine liberale propinato dagli USA.
Con questo contesto geopolitico e di relazioni internazionali complicate, i leader BRICS si sono proposti come guida per tutti i Paesi in via di sviluppo per superare l’impatto economico globale della guerra, il tutto attraverso aiuti finanziari e maggiori investimenti della New Development Bank guidata dai BRICS. Altra iniziativa messa sul tavolo dal Summit è stata quella di allargare il gruppo, anche se non è chiaro a quali economie, visto i livelli molto alti di requisiti e standard per entrare nel BRICS e per l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
In virtù di questa volontà di espansione, un’altra tematica fuoriuscita dal Summit è la volontà dei Paesi del gruppo di divenire un’interessante opzione per contrastare i rivali che mirano alla propria influenza sulle economie emergenti. Per fare ciò i Paesi antagonisti del BRICS, utilizzano spesso il sistema commerciale multilaterale come il WTO (World Trade Organization).
Per i paesi BRICS il WTO deve essere un sistema commerciale contrario alle misure unilaterali e protezionistiche dell’IMF (International Monetary Fund) e della WB (World Bank), entrambe non a caso con sede a Washington. Oltre a queste proposte ed indicazioni, che evidenziano il progressivo allontanamento di questi Paesi dagli Stati Uniti e dall’occidente in generale, il Summit è stato anche momento di pianificazione e rilevanza per la Cina. Il disaccoppiamento economico tra la Cina e gli USA è ormai realtà, ed il vertice è servito anche a Xi Jinping per promuovere la visione basata su accordi di lungo periodo come la BRI (Belt and Road Initiative, la Via della Seta), e su come dovrebbero essere condotte le relazioni internazionali. Inoltre, le varie iniziative BRICS, sono per la Cina possibilità di ri-equilibrio espansionistico nei confronti della NATO e rimarcare la propria influenza sull’area Indo-pacifica come ad esempio l’area del Quad. Il Summit è stato quindi un punto importante sulla situazione geopolitica e di relazioni internazionali, dove la Cina ha rimarcato la sua volontà di espansionismo ed antagonismo all’occidente, supportato da Paesi i quali interessi e e desideri sono comuni.
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