STRATEGIA E PROPAGANDA VIA SOCIAL L’ARMA DI ZELENSKY CONTRO PUTIN

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cms_25570/0.jpgÈ stato definito come il primo eroe di guerra al tempo dei social, dismessi giacca e cravatta, si presenta davanti al monitor nella sua mimetica e ogni giorno non manca di far sentire la sua voce appassionata e determinata. Dai discorsi al caminetto di Churchill alle dirette social di Zelensky, il mondo ha avuto modo di conoscere e apprezzare (a colpi di like e retweet), l’ex attore famoso per una serie andata in onda su Netflix, Servant of the People durata tre stagioni tra il 2015 e il 2019, dove ha conquistato la notorietà interpretando un insegnante che (scherzo del destino) diventa presidente dopo che i suoi studenti pubblicano sui social un suo sfogo contro la corruzione, diventato poi il suo leit motiv nella corsa alla presidenziali dell’Ucraina. Cavalcando l’ondata digital-populista e anti- establishment in voga nella vicina Europa occidentale, Zelensky si dimostra sin da subito abile nell’uso dei social, ormai entrati di diritto tra gli strumenti di propaganda più utilizzati dai leader di mezzo mondo. Il futuro leader ucraino lascia alla vecchia politica l’uso delle interviste televisive e si accalora invece a produrre video su YouTube, regolarmente poi ritrasmessi e mandati in onda proprio dai canali tv.

cms_25570/2_1649560541.jpgNel giro di poco tempo, a causa della velocità del digitale e della sua forza plasmante, Zelensky è diventato ben noto alla popolazione mondiale anche grazie al suo amico storico Yuriy Kostyuk, sceneggiatore e suo social media manager. Insieme condividono ogni aspetto relativo all’utilizzo e all’aggiornamento dei numerosi canali social a nome del presidente ucraino, piattaforme che da quando ha avuto inizio il conflitto, hanno conosciuto un incremento numerico in fatto di follower: quasi 6 milioni su Twitter e oltre 16 su Instagram, mezzo milione di iscritti al canale Telegram, 1,7 milioni su Facebook, fino ai 55 milioni di iscritti al canale Youtube. Nell’attesa di vincere quella sul campo, Zelensky sta vincendo la guerra dell’informazione, almeno stando ai numeri e alle analisi effettuate sulla presenza del leader ucraino sui vari social, sul numero di interazioni generate, sull’elevata incidenza delle condivisioni e delle reazioni emotive suscitate a ogni post e a ogni video pubblicato. Ciò che colpisce l’opinione pubblica nella bulimia comunicativa social di Zelensky è il mix perfetto di informazioni e retorica composto da frasi brevi e ad effetto, slogan semplici su misura per Twitter, voce ferma e sicura, l’outfit militare e il giusto effetto di trasandatezza (occhiaie e barba non curata), un insieme comunicativo coordinato e coerente che ha il pregio di trasmettere al pubblico l’immagine di un leader calatosi nella parte: il docu-drama politico del suo Paese e del suo popolo.

cms_25570/3.jpgLa costruzione del personaggio perfettamente calato nella terribile realtà bellica, può dirsi oggi completa, grazie non solo alla potenza comunicativa offerta dai social, ma anche grazie al bagaglio esperienziale acquisito durante la sua breve carriera da attore (si vedano per esempio l’uso delle pause, l’aria solenne e i messaggi ad alti tassi emotivi espressi durante le sue dirette social). In ultima analisi bisogna però aggiungere che nel suo successo propagandistico e comunicativo una grossa mano gli sta indirettamente giungendo proprio da Mosca, dal suo nemico numero uno che, al contrario, nelle sue rare apparizioni, si presenta seduto a capotavola di lunghi tavoli in una scenografia fredda e inarrivabile dove ogni forma di dialogo è preclusa. Empatia (e viralità) contro virilità, regole di ingaggio diverse ma con lo stesso fine, creare pezzi di propaganda tali da attirare la maggior parte delle simpatie dell’opinione pubblica. Se però Putin riesce sicuramente ad attirarsi ben poche amicizie a causa del suo ruolo di aggressore ormai acclarato, Zelensky grazie a un codice comunicativo semplice, emotivo, vittimistico, crea engagement solidaristico grazie alla tecnologia offerta dalla modernità, una tecnologia che, per ora, risulta vincente.

Andrea Alessandrino

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