STRAGE RIGOPIANO, LA SENTENZA:25 ASSOLUZIONI, CAOS IN AULA

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Il primo grado del processo per la strage di Rigopiano - con la morte di 29 persone nel gennaio 2017 - si chiude con 5 condanne e 25 assoluzioni.

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Caos in aula dopo la lettura della sentenza nell’aula del Tribunale di Pescara. In particolare, assolto l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e l’ex presidente della provincia Antonio Di Marco per la strage di Rigopiano. Al sindaco di Farindola Ilario Lacchetta 2 anni e 8 mesi. In aula alcuni dei familiari hanno applaudito sarcasticamente il giudice Gianluca Sarandrea, per poi gridargli contro ’ti devi vergognare, è uno schifo, questa non è giustizia’.

Lacchetta è stato ritenuto responsabile limitatamente alla omissione dell’ordinanza di inagibilità e di sgombero dell’Hotel Rigopiano e condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Paolo D’Incecco Paolo e Mauro Di Blasio, rispettivamente dirigente e responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, sono invece ritenuti responsabili relativamente al monitoraggio della percorribilità delle strade rientranti nel comparto della S.P. 8, e alla pulizia notturna dalla neve ovvero a quella relativa al mancato reperimento di un mezzo sostitutivo della turbina Unimog tg CK 236 NB fuori uso, nonché alla mancata chiusura al traffico veicolare del tratto stradale della provinciale 8 dal bivio Mirri e Rigopiano. Concesse a entrambi gli imputati le circostanze attenuanti generiche e operata la diminuente per la scelta del rito, sono stati condannati a 3 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno.

Sei mesi di reclusione per falso, infine, al gestore dell’albergo e amministratore della società ’Gran Sasso Resort & Spa’ Bruno Di Tommaso e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della stessa società di intervenire su tettoie e verande dell’hotel. L’accusa aveva chiesto 26 condanne per un totale di 151 anni e mezzo di reclusione e 4 assoluzioni. Lacrime e urla in aula, tanto da richiedere l’intervento di poliziotti e carabinieri, costretti a bloccare la tentata aggressione al giudice, blindato in aula.

Nella tragedia del 18 gennaio del 2017 un albergo del comune di Farindola in provincia di Pescara venne travolto da una valanga. Le vittime furono 29, sepolte sotto ghiaccio, detriti, alberi sventrati dalla slavina e metri di neve.

I FAMILIARI DELLE VITTIME

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"Sono sei anni che lottiamo per avere giustizia" dice all’Adnkronos Angela, mamma di Cecilia Martella, tra le 29 vittime di Rigopiano. "Il giudice non lo sa cosa vuol dire tornare a casa e vedere la cameretta di un figlio vuota". "Signor giudice non finisce qui", "Str... non mi frega un c...", "peggio di così", "ma come si è permesso? Ma non si vergogna?" ha urlato al giudice Giampaolo Matrone, sopravvissuto alla strage di Rigopiano in cui ha perso la moglie Valentina Cicioni, appena ascoltata la sentenza. "In cinque faticavamo a tenerlo", dice un familiare di un’altra vittima uscendo dall’aula.

"Non so perché, ma l’esito della causa di Rigopiano non mi meraviglia. Anzi" dice all’Adnkronos Maria Grazia Piccinini, avvocato e mamma di Ilaria Rambaldi, studentessa morta nel terremoto dell’Aquila del 2009. "Sono confermate tutte le perplessità ed anche i pronostici che avevo espresso già all’inizio di tutta la storia.... Anche se mi dispiace quanto accaduto, non mi sorprende affatto questo esito e conferma dubbi e tutte le perplessità riguardo a quella che si chiama giustizia. Ancora una volta sono a chiedermi: ma ci sarà un giudice a Berlino? Noi è dal 2009 che combattiamo per avere giustizia e siamo ancora alle prese con sentenze discutibili e ricorsi".

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"Mio figlio vale 17mila euro" commenta con amarezza Alessio Feniello, papà di Stefano, morto nella tragedia dell’hotel Rigopiano dove era andato, sei anni fa, per festeggiare il suo 28esimo compleanno insieme alla fidanzata, sopravvissuta. "Tanto ha deciso il giudice. La giustizia è morta".

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"La fotografia di ciò che è stato oggi è che le ipotesi accusatorie della Procura non sono state ritenute valide dal magistrato giudicante" ha detto l’avvocato Romolo Reboa, legale di parte dei familiari delle vittime di Rigopiano.

"E’ stato smantellato, di fatto, il quadro accusatorio e purtroppo la sentenza non mi ha stupito, logica conclusione di un percorso che avevo già intuito in questi anni processuali".

PROCURATORE CAPO DI PESCARA

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"E un dato di fatto che sia stato cancellato il disastro colposo, non sussiste" dice all’Adnkronos il procuratore capo di Pescara Giuseppe Bellelli.

"La sentenza lo ha escluso, così come le accuse più gravi. Non sono state accolte le nostre richieste, se non in minima parte".

"Una sentenza in gran parte difforme dalle nostre conclusioni - ribadisce - la nostra posizione l’abbiamo espressa nel processo e sarà verosimilmente espressa in un atto di impugnazione, lette le motivazioni".

LEGALE EX PREFETTO PESCARA

"Non riesco a gioire, sono molto combattuto con me stesso" dice all’Adnkronos l’avvocato Sergio della Rocca, difensore dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, per il quale la Procura aveva chiesto una pena a 12 anni e assolto oggi. "Leggeremo le motivazioni, verificheremo, ci confronteremo ma oggi non è il giorno per fare i commenti. E’ una questione di rispetto per tutti i protagonisti del processo, dal giudice alle parti civili, soprattutto, per le vittime. E comunque (la tragedia di Rigopiano, ndr.) è una pagina drammatica della nostra terra".

IL LEGALE DEL GESTORE DELL’HOTEL - "Siamo soddisfatti, siamo felici, non contenti" dice all’Adnkronos l’avvocato Massimo Galasso, difensore di Bruno Di Tommaso, gestore dell’hotel e amministratore della Gran Sasso Resort & Spa. "Abbiamo fatto un buon lavoro. L’esito della sentenza ci soddisfa, quello che abbiamo chiesto è quello che è successo. Il processo era complesso ma la sentenza giusta". "Il giudice ha fatto buon governo delle prove che aveva", ha aggiunto.

MARSILIO

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"La sentenza provoca dolore e sorpresa, e non possiamo non comprendere i sentimenti dei familiari delle vittime e dei superstiti" ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. "Nello stesso tempo, abbiamo il dovere come rappresentanti delle istituzioni di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del giudice. Naturalmente, per esprimere un giudizio più completo e valutare le eventuali ulteriori azioni che la Regione potrà e dovrà intraprendere, dobbiamo attendere la pubblicazione delle motivazioni, che leggeremo e studieremo con la necessaria attenzione".

(AdnKronos - Silvia Mancinelli - foto aggiunte dal web dall’IWP)

Redazione

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Patrizio Pesce

UNA "PERFETTA" VERGOGNA ALL’ITALIANA. NON HO ALTRO DA AGGIUNGERE....
Commento del 12:13 24/02/2023 | Leggi articolo...



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