STORIE DAL PIANETA TERRA

LE SKYSTONE: ANGELO PITONI E LE SUE SCOPERTE

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Abbiamo già parlato di Angelo Pitoni, colui che rese nota al mondo la Dama del Mali, una colossale scultura che giganteggia sul fianco di una montagna, nel Mali. Un reperto archeologico impossibile, dato che risalirebbe ad un’epoca in cui gli uomini, in teoria, non conoscevano l’uso di alcuni attrezzi necessari per scolpire la roccia. Ma Angelo, ormai distante dal mondo terreno, non si limitò a quella scoperta, anzi, trovò e fece conoscere al mondo altri particolari oggetti “impossibili”. Era una particolare razza d’uomo, Angelo, un avventuriero nel senso più onesto del termine, un Indiana Jones ante litteram. Aveva girato il mondo, seguendo le sue passioni, il suo lavoro per la FAO, il suo passato come agente segreto per gli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Ed in questo suo girovagare capitò anche in Sierra Leone, negli anni ’90 del secolo scorso. Era giunto lì con l’incarico di verificare alcuni giacimenti di diamanti, e nel corso delle sue ispezioni aveva avuto modo di stringere amicizia con alcuni capi tribù. Uno di loro, in particolare, con cui il rapporto si era articolato in lunghe conversazioni, un giorno mostrò ad Angelo un ammasso roccioso di colore azzurro. Incuriosito da quelle strane rocce ne prelevò alcuni campioni, per farli analizzare, anche se era convinto si trattasse di una qualche varietà di turchese.

cms_9879/2v.jpgInvece, dopo le risposte dei laboratori di Ginevra, Roma, Utrecht, Tokyo e Freiberg, dovette convincersi di una amara verità, e cioè che quelle rocce non esistevano. Non esistevano in natura, non potevano esistere perché la loro composizione di ossigeno, carbonio, silicio, calcio e sodio, le riconduceva ad un prodotto sintetico, come una sorta di intonaco inspessito. Fortunatamente Angelo era stato preceduto da qualcun altro, poiché quella strana pietra azzurra, rinvenuta in un mercato in Marocco, era stata analizzata anche a Londra, ed i risultati erano stati gli stessi. Quella pietra non poteva esistere naturalmente. Anche il Corriere della Sera trattò l’argomento, parlando di una sorta di kryptonite pericolosa, limitandosi ad una battuta su una scoperta molto particolare. Ma Angelo non si perse d’animo, e prelevò altri frammenti da analizzare, proseguendo le sue indagini tra le persone delle tribù presso cui si trovavano i giacimenti, anche se non poté non fare caso a quanti, tra le persone a cui l’aveva consegnata, avevano parlato di effetti benefici derivanti dal portare la skystone addosso.

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Proseguendo le sue ricerche, però, venne a conoscenza anche di altri ritrovamenti, ossia di statuette particolari. Secondo le tribù della provincia di Kono, quelle pietre azzurre erano la conseguenza del rovesciamento del cielo, operato da Allah nei confronti di angeli ribelli. E le statuette mostrategli raffiguravano quegli angeli. Queste statue non ricordavano alcun altro manufatto presente nell’intero continente africano, e gli indigeni le chiavano “Nomoli”. Secondo i locali era meglio non toccarle, tanto che se, durante uno scavo, ne veniva trovata una, bisognava abbandonare il sito. Un fatto del genere suscitò l’interesse dell’esploratore, che promise un premio a chiunque avesse segnalato la presenza di una delle quelle statue, riuscendo a trovarne altre, nonostante il timore dei locali. Data l’impossibilità di datare quelle statuette in modo preciso, Angelo portò presso i laboratori specializzati oggetti rinvenuti alle stesse profondità dei Nomoli, e scoprì che risalivano a 12.500 anni prima. Una cifra temporale talmente lontana da non sembrare verosimile, anche perché nessuna civiltà conosciuta aveva lasciato tracce di tale perfezione in periodi così remoti. Ed anche le skystone vennero datate talmente lontane nel tempo da provocare, testuali parole di Angelo, “vertigini”. Oggetti fuori dal tempo, così vengono chiamati reperti archeologici risalenti ad epoche in cui l’uomo era solo un lontano futuro ancora da divenire. Oggetti che qualcuno prova sempre a ricondurre ad artifici, fantasie, invenzioni. Ma Angelo Pitoni ha prodotto le prove dell’esistenza di questi oggetti, così come della Dama del Mali. Purtroppo non riuscì a completare le sue ricerche, le sue esplorazioni, portato via dal tempo che fugge. Ma le skystone esistono, così come i nomoli e come la gigantesca scultura. Forse qualcuno riuscirà a dirci qualcosa di più su questi misteri, magari prima che le ragnatele dell’incredulità riescano a coprirli di nuovo.

Paolo Varese

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