STOP AL TRAFFICO DI ARMI
L’appello di Papa Francesco dopo la strage in Texas

“È tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi. Impegniamoci tutti perché tragedie così non possono accadere”. Con queste semplici ma toccanti parole, il Papa ha voluto esprimersi nell’udienza del mercoledì. Quello che è accaduto in Texas è la concretizzazione di una società malata, priva di qualsiasi fondamento reale, che antepone il guadagno al valore della vita.
Andando ai dettagli di questa storia, occorre ricordare che ad agire è stato un giovane, poi ucciso dalle forze dell’ordine. Lo stesso ragazzo, nella furia del momento, ha ferito la nonna che aveva tentato inutilmente di bloccarlo. Una storia piena di dolore, che non necessita di ulteriori commenti perché dinanzi a giovani vite spezzate ogni retorica risulta vana.
La sofferenza (mista a rabbia) del Papa emerge dalle sue parole: “Ho il cuore affranto, prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie”. A seguire la scia di Bergoglio ci ha pensato l’arcivescovo di Chicago, Blase Cupich, che ha condannato fermamente le leggi sul possesso di armi da fuoco: “Dobbiamo piangere e immergerci nel dolore, ma nello stesso tempo dobbiamo essere pronti ad agire difronte a quella che sembra una disperazione insormontabile”.
Un periodo buio per gli Stati Uniti, che solamente dieci giorni fa era stato scenario di un’altra terribile strage alla Sandy Cook (anche in questo caso una scuola elementare). Nessuno potrà mai trovare il perché di tanta crudeltà, ma il dovere etico e morale deve spingere chi di dovere a rivedere queste leggi assurde sulle armi. La democrazia c’entra ben poco se continuiamo a bendarci gli occhi di fronte a questi terrificanti scenari.
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