SOMALIA-ITALIA, LEGAME DI FUOCO
Mogadiscio, duplice attacco a convoglio militare italiano e a base aerea USA Baledogle
L’Italia trascina con sé stretti legami con Mogadiscio, eredità del patrimonio coloniale. Occupati nel 1941 dalle truppe britanniche, i territori somali rimasero sotto controllo alleato fino al ‘49. In seguito una decisione dell’ONU stabilì che l’Italia avrebbe avuto il controllo del Paese (in amministrazione fiduciaria) con il compito di traghettatore verso l’indipendenza. Il neocolonialismo italiano in Somalia si protrasse fino al 1960, mutando forma poi in un intreccio di traffici – tristemente noti per via del “caso Alpi”, dalle armi ai rifiuti tossici, toccando assistenza umanitaria, cooperazione internazionale e terrorismo – con i vari signori della guerra che vi hanno prosperato per decenni. La popolazione ha vissuto sotto regimi dittatoriali, affrontato secessioni di regioni strategiche (dal Puntland al Somaliland) e intensi conflitti civili, l’ultimo dei quali tuttora in corso. I militari italiani operano oggi nell’ambito della missione europea in Somalia (Eutm) – avviata nel 2010 e riconfermata per il quarto mandato nel 2015 – finalizzata al rafforzamento del Governo Federale di Transizione somalo (Tfg), attraverso la consulenza a livello strategico e l’addestramento militare. Dal 2018 al comando della Missione c’è il Colonnello Matteo Spreafico. Attualmente è prevista la presenza in loco di circa un centinaio di soldati italiani e una ventina di mezzi impiegati in vari ambiti. L’EUTM opera in stretto coordinamento con gli attori della comunità internazionale presenti nell’area come le Nazioni Unite e l’African Union Mission in Somalia (Amisom). In seguito al ritiro del 1994, noto per la caduta dei due Black Hawk, le truppe americane sono tornate a operare in Somalia nel 2007. Il governo americano, in un report del 2017 come in uno dell’anno precedente, ha inserito il Paese tra i rifugi sicuri del terrorismo in Africa. Sono operative due cellule terroristiche, attive per lo più nell’area meridionale: insieme a Hizbul Islam, Al Shabaab (in arabo “la gioventù”) è un’organizzazione jihadista che mira a rovesciare il governo di Mogadiscio, appoggiato dall’Onu. Fondato nel 2006, il gruppo islamista dal 2012 è riconosciuto formalmente da al Qaeda.
Lo scorso 25 settembre, a margine dell’Assemblea Generale ONU, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Luigi Di Maio, aveva co-presieduto, insieme al Presidente somalo Farmajo, alla Presidente etiope Sahle-Uork Zeudé e all’Under-Secretary of State statunitense Hale, l’evento di alto livello sul paese del Corno d’Africa a cui hanno partecipato anche il Presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki, i principali donatori della Somalia, le Istituzioni Finanziarie Internazionali, alcune agenzie ONU (UNECA, UNODC) e i partner regionali di Mogadiscio. Di Maio, dopo aver ribadito la necessità che la questione somala continui a essere tra le priorità dell’agenda internazionale, aveva posto l’attenzione su cinque aspetti fondamentali per il futuro del Paese, tra cui proprio il contrasto alla minaccia terroristica – gli altri sono il voto del prossimo anno, il rafforzamento del coordinamento internazionale, il quadro economico e l’emergenza umanitaria. Ribadendo l’importanza tradizionalmente annessa alla Somalia e gli sforzi del nostro Paese anche sul fronte degli aiuti umanitari, aveva anche annunciato che, non appena le condizioni lo consentiranno, l’Italia cancellerà il 100% dei debiti bilaterali contratti dalla controparte.
Nella tarda mattinata di ieri, infine, nella capitale somala un ordigno è esploso per strada colpendo due dei tre mezzi VTLM Lince di un convoglio militare italiano. Percorrevano la strada Jaale-Siyaad nei pressi della green zone. Non si registrano conseguenze per il personale italiano. Sempre secondo fonti di stampa locale, il convoglio al rientro da un’attività addestrativa a favore della Forze di sicurezza somale, era diretto verso il ministero della Difesa somalo oppure verso una base dell’esercito locale. Lo ha riferito il portale d’informazione Garowe Online, secondo il quale nessuna milizia ha rivendicato l’attacco. La notizia è stata confermata dallo Stato Maggiore della Difesa e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini sta seguendo l’evoluzione dell’indagine. Secondo l’emittente Radio Shabelle, inoltre, nelle stesse ore due autobomba hanno colpito la base americana di Baledogle, 100 chilometri a nordovest di Mogadiscio; l’attacco è stato subito rivendicato da Al Shaabab.
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