SOFFIO DI SENSO

SULLA STRADA DELL’INDIPENDENZA

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Quel ragazzino che ha sempre sognato di fare l’avvocato, per poter fare giustizia in uno studio tutto per sé, con il tempo ha capito che lo studio che avrebbe tanto voluto lo desidera ancora, ma per uno scopo diverso. Quel ragazzino adesso è un ragazzo, ha 21 anni e si chiama Vincenzo Siciliani: il suo sogno è diventare insegnante e il mezzo con il quale sta cercando di raggiungerlo è la sua frequenza del corso di laurea in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Lo studio sopracitato gli servirà per arricchire le sue conoscenze leggendo e studiando.

«Nell’estate del 2017 mi sono diplomato nel settore “Grafica e comunicazione” e il 3 settembre dello stesso anno sono partito per la Germania, dove mi sono trattenuto per un mese: un’esperienza indimenticabile che ha rivoluzionato la mia vita in meglio. Fu al ritorno da questo viaggio che sentivo il bisogno di realizzarmi e di constatare fino a che punto potesse spingersi la mia persona. Iniziò a balenarmi l’idea che avrei potuto iscrivermi all’università, nonostante tutte le persone che mi circondavano la ritenevano una follia che comportasse un notevole dispendio economico. Nessuno di loro aveva capito che, un giorno, avrei potuto ricompensare il denaro investito nelle tasse e nelle varie spese universitarie con dei risultati positivi, non quantificabili in termini materiali».

Le incomprensioni con gli ex compagni di classe della scuola superiore erano frequenti per Vincenzo, la cui frustrazione per la mancata comunicazione con loro è stata compensata dall’incontro di docenti meravigliosi, pronti a sostenerlo e a trasmettergli il bagaglio culturale che ancora oggi tiene stretto a sé.

«Nonostante gli aspetti negativi fossero tanti, non ho mai smesso di compiere il mio dovere di studente, ottenendo anche ottimi traguardi. Se non fosse stato per questo, forse non avrei mai avuto il coraggio di inseguire quello che volevo davvero».

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Vincenzo ha inseguito il suo sogno avvalendosi delle proprie forze: una volta informatosi sul corso di laurea che avrebbe voluto frequentare, il giovane ha deciso di lavorare in campagna per un mese e guadagnare la somma necessaria a pagarsi la prima rata.

«È stato un periodo molto faticoso per me, specialmente perché di campagna non sapevo proprio nulla! Ma ce l’ho fatta: ecco il mio primo traguardo da futura matricola. Ricordo ancora l’emozione nel leggere, accanto ai miei dati anagrafici, la scritta “IMMATRICOLATO AL CORSO DI LAUREA DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE”. E come dimenticare il mio primo giorno, in mezzo a quel grande caos e a più di duecento ragazzi, spaesati tanto quanto me! Quel giorno capii che non ero più uno studente della scuola superiore, ma un vero universitario. Ho ancora scritta nel cuore la data del mio primo esame: 5 febbraio 2019».

Si esprime così Vincenzo, mettendo in luce la consapevolezza di aver avuto, nella vita, una grande fortuna: la libertà di scelta.

«Non mi sono mai stati imposti degli standard, delle decisioni da effettuare tra un ristretta cerchia di possibilità, ho sempre potuto fare di me ciò che avrei voluto, sono sempre stato indipendente».

È proprio l’indipendenza la caratteristica che accompagna ancora Vincenzo nel suo percorso universitario, del quale è al secondo anno.

«Quando mi ero iscritto da poco ricevetti un messaggio che cambiò radicalmente il corso delle mie giornate. A scrivermi era stata una delle rappresentanti per la lista di Studenti Indipendenti: dal momento che sui gruppi WhatsApp dell’università ero disponibile nel rispondere ai dubbi dei miei colleghi, mostrando particolare interesse per le questioni burocratiche dell’università, Fabiola mi chiese se volessi incontrarla per presentarmi gli altri colleghi dell’associazione e, soprattutto, per illustrarmi come funzionasse un’associazione studentesca. Ero molto emozionato, Fabiola e i suoi colleghi avevano probabilmente visto in me del potenziale e volevano che lo mettessi a disposizione degli altri. Sulle prime non mi sarei mai immaginato nei panni di referente degli studenti, soprattutto essendo alle prime armi, ma con il passare del tempo sono diventato sempre più fluido. Ho fatto mia anche la frase di Voltaire che rappresenta la lista studentesca, “la vera caratteristica della libertà è l’indipendenza”. Studenti Indipendenti è una grande famiglia per me: non ci sono divieti, non ci sono obblighi, ognuno di noi è indipendente dentro».

Proprio l’esperienza nell’associazione giallo-verde ha reso Vincenzo più intraprendente e ancora più sicuro di sé sulle sue scelte, dal momento che ha una conoscenza più variegata della realtà universitaria in cui si trova.

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«Il bello dell’università è che non c’è un modo giusto o sbagliato per viverla: ognuno può intraprendere questo percorso come meglio crede! Il mio consiglio è quello di rimanere sempre se stessi, di forgiare il proprio destino attraverso le proprie scelte, come diceva Anthony Robbins. Non conta il fatto che siano giuste o errate: l’essenziale è che siano personali».

Nel complesso, il rapporto che Vincenzo ha con l’università è un “odi te amo”: se da un lato non mancano i momenti in cui si sente intrappolato in un sistema che va oltre i suoi obiettivi, dall’altro non dimentica di concentrarsi sullo studio, che considera sempre prioritario, in quanto occasione di crescita.

Anche l’università, come la vita, possiede l’intrinseca proprietà dell’ambivalenza. Sa essere ordinaria quanto sa essere straordinaria, è in grado di dare sconfitte atroci esattamente quanto è in grado di dare soddisfazioni incredibili. Vincenzo è la prova di come il compito di ogni studente sia quello di coglierne la dicotomia e di farne un punto a proprio vantaggio. La dimensione statica non ha il fascino della tensione fra due poli.

Sara Fiumefreddo

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