SI RITIRA ANCHE SANDERS
Le Primarie USA si riducono ad una corsa a due
914. questo è l’ultimo numero che Bernie Sanders vedrà nella corsa presidenziale. No, non sono i chilometri percorsi (forse potrebbero, con uno sforzo di immaginazione), ma i delegati conquistati fino al momento della resa. Il traguardo, che si avvicina di colpo, era 1991; Joe Biden era a quota 1217. Ancor prima che gli stati rimanenti si esprimessero, le Primarie degli Stati Uniti sono ufficialmente concluse: sarà Biden contro Trump.
“Sono fiero delle nostre conquiste – parla Sanders – quattro anni fa nessuno parlava di stipendio minimo garantito, sanità per tutti e spese universitarie gratuite, mentre ora sono entrate nel programma di molti”. Alla luce dei suoi 78 anni, il discorso del senatore del Vermont suona tanto come una resa definitiva. “È una scelta dolorosa e mi congratulo con Biden, combatteremo insieme contro Trump”.
A questo punto, come fanno i talent show quando salutano un concorrente valoroso, tocca riepilogare il percorso dell’uomo di Burlington. Partito in sordina (in favore dell’iniziale exploit di Buttigieg nell’Iowa), si aggiudica New Hampshire e Nevada. Resiste alla débâcle del Super Tuesday: in quel momento una fetta abbondante di candidati getta la spugna, endorsando (si passi il termine) il suo rivale nonché futuro vincitore democratico. Ciò nonostante, al netto delle vittorie di Biden in quasi tutti gli stati, il trionfo in California teneva viva la fiamma di una possibile rivalsa dopo la sconfitta del 2016, quando dovette cedere a Hillary Clinton.
Il divario, tuttavia, aumenta: Sanders perde Michigan, Florida, Illinois e Arizona. Quasi sicuramente anche il Wisconsin, i cui verdetti arriveranno in giornata (anche se, ovviamente, Biden era favorito anche lì). La forbice non si richiude più. Almeno adesso non c’è più incertezza, e la tornata finale è dietro l’angolo: ora si deve organizzare l’ultima campagna, mobilitare fondi e trovare anche donatori. Con la possibilità di espletare il duello definitivo in forma virtuale.
Non si è fatta attendere la tagliente risposta di Donald Trump. “Sanders è fuori – twitta il presidente in carica – la sua gente dovrebbe venire nel partito repubblicano”. Attacco frontale alla caduta del candidato socialista della compagnia. “Se non fosse stato per la Warren avrebbe vinto quasi ogni stato nel Super Tuesday”.
In principio fu Kamala Harris, poi Pete Buttigieg, a seguire Elizabeth Warren. Infine Bernie Sanders. Se Giulio Cesare fosse ancora qui, non potrebbe far altro che dire alea iacta est. Il dado è tratto. Il destino dei Democratici si è compiuto, il ciclone è passato e il suo occhio è Joe Biden. Dall’altro lato, quello Repubblicano, c’era solo un carro armato: nessuno ha provato a fermarlo perché nessuno sapeva come fermarlo. In fondo ha i suoi consensi.
Appuntamento al 3 novembre, data in cui la storia recente dell’America potrebbe cambiare per sempre.
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